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La Vita
Messaggio in occasione della Giornata per la Vita
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01-02-2009

Nata in occasione della legalizzazione dell’aborto la ‘Giornata per la vita’ deve già interessarsi dei tentativi di legalizzare di fatto l’eutanasia. La riflessione che i Vescovi propongono per la prossima giornata parte dall’esperienza della sofferenza, che raggiunge in vario modo ogni vita umana.

‘La sofferenza, dicono i vescovi, appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte imperscrutabile: solo per Cristo e in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte’.

Di fronte all’esperienza del dolore l’uomo può reagire in diversi modi. Il primo e più istintivo è quello di cercare di farlo cessare o con un medicinale che toglie la causa, o con un sedativo che lenisce il dolore stesso. Si può anche reagire cercando di sopportarlo, trovando una ragione e un aiuto umano nella vicinanza di amici e parenti, o, per chi ha fede, cercando conforto nella preghiera.

La nostra riflessione però vuole fare uso di argomenti di ragione, per essere di aiuto anche a chi non ha il dono della fede, perché in questi ultimi tempi si sta introducendo il tentativo di intervenire di fronte al dolore in modo radicale togliendo la vita, con la motivazione della pietà, che intende far cessare la sofferenza di chi soffre e di chi lo assiste.

Dovremmo sinceramente interrogarci su questa evoluzione di mentalità, che forse ha delle ragioni umane nella mancanza di educazione al sacrificio e quindi alla sopportazione di esperienze che fanno parte della vita di ogni giorno, ma ha anche delle ragioni sociali nella evanescenza della famiglia e della conseguente solitudine delle persone. Ci sarebbe poi da chiedersi quanto possa incidere sull’evoluzione di questa mentalità il costo sociale ed economico dell’assistenza affidata sempre di più all’ente pubblico.

Inoltre forse influisce su questo modo di pensare la convinzione che la scienza medica possa rimediare a tutto, per cui l’impossibilità di intervenire in certe situazioni dolorose viene vissuta come una sconfitta, per non accettare la quale si ritiene che sia meglio eliminare il problema alla radice. È tragicamente paradossale che al culmine dei mezzi per aiutare la vita si voglia mettere la morte. Mentre oggi vi sono già tanti mezzi per affrontare il dolore, con le cure palliative.

La sofferenza richiede forza d’animo per essere affrontata, e a sua volta irrobustisce il carattere, la volontà e la capacità di affrontare le difficoltà della vita. È difficile poter dire quando una sofferenza diventa insopportabile, da poter legittimare la soppressione della vita. Proprio mentre da un lato si vuole eliminare la pena di morte per i colpevoli, dall’altro si vuole introdurre la soppressione della vita innocente, mettendo nelle mani dell’uomo la vita di un altro uomo. La morte è l’unica realtà che arriva da sola per tutti.

L’azione dei cristiani è sempre più necessaria per opporsi al diffondersi di una mentalità che cerca di vedere nella morte un rimedio, ieri alla delinquenza oggi alla sofferenza. Mettere nelle mani dell’uomo la possibilità di dare la morte legalmente, per qualsiasi ragione, sarebbe un’altra sconfitta della nostra civiltà, insieme a quella dell’aborto.

In festa per la Vita Consacrata
Messaggio in occasione della Giornata della Vita Consacrata
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02-02-2009

L’obiettivo della Festa della vita consacrata era quello di mettere questa forma di vita cristiana al centro dell’attenzione delle nostre comunità. Purtroppo quasi sempre si riduce ad una festa che i consacrati fanno insieme in una celebrazione eucaristica e in un momento conviviale. Sfugge così la riflessione che tutti i cristiani devono fare sull’importanza della vita consacrata, come aiuto all’efficacia della loro vita di credenti.

Nella tradizione della Chiesa la professione religiosa viene considerata come un singolare e fecondo approfondimento della consacrazione battesimale, che viene sviluppata e più compiutamente realizzata attraverso i consigli evangelici della povertà, castità e obbedienza (vedi Vita Consecrata n.30).

Non si tratta ovviamente solo di un esempio che i fedeli laici possono trovare nella vita dei religiosi e delle religiose, ma di una condizione di vita arricchita da particolari dono dello Spirito.  La dignità vera del cristiano è la condizione di figlio di Dio ricevuta nel battesimo; la persona consacrata desidera rassomigliare di più a Cristo vivendo la verginità, la povertà e l’obbedienza.

L’elemento che più caratterizza questa conformazione a Cristo è la verginità scelta per il Regno, condizione che non si può raggiungere senza un particolare dono dello Spirito Santo, come ha detto Gesù: ‘Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso’ (Mt 19,11).

La fedeltà a questa grazia è dono del Signore, per cui si preferisce dire che è il Signore che consacra a Sé una persona, piuttosto che una persona faccia donazione della propria vita al Signore. E non si tratta solo di un diverso punto di vista della stessa cosa, se è vero che Gesù ha detto: ‘Senza di me non potete fare nulla’  (Gv 15,7). E come tutte le grazie vanno chieste con la preghiera, che sta ad indicare la fede in Dio che la può concedere e stima di quello che si chiede.

Fare la festa della vita consacrata oltre a tutto questo significa ringraziare i religiosi, le religiose e le persone consacrate degli Istituti secolari e in altre forme, lieti perché con la loro vita rendono più ricca la nostra Chiesa; senza di loro saremmo tutti più poveri, non tanto perché mancherebbero le opere da loro sostenute, ma perché sarebbe meno visibile tra noi il Cristo vergine, povero e obbediente.

Natale, e tutto è diverso
Messaggio in occasione delle festività Natalizie 2008
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22-12-2008

Probabilmente Dio non esiste, smettete di pensarci e godetevi la vita‘. Questa boutade ha un autore, che al momento non interessa, mentre rivela un modo di pensare e di vivere diffuso.

Delle tre affermazioni ivi contenute l’ultima riflette l’esigenza reale di felicità che è nella natura dell’uomo. Ma la felicità vera non può essere ridotta al godersi la vita almeno per due ragioni: anzitutto questo non può essere per tutti, basti pensare ai malati, ai poveri, a chi perde il lavoro ecc.; poi in ogni caso anche il godimento finisce non fosse altro con la morte. Può essere questa la felicità?

L’invito a ‘smettere di pensarci’ è insidioso, perché vorrebbe togliere all’uomo ciò che ha di più tipico, cioè la capacità di riflettere. Senza dire che i pensieri a volte vengono anche se non si vuole. Allora c’è la tentazione di ricorrere allo sballo, allo stordimento, all’alcool, alla droga, con quel che segue. Ma è così che si gode la vita?

Resta lo spunto iniziale: ‘Probabilmente Dio non esiste‘. A questo riguardo si potrebbe ricordare il celebre ragionamento di Pascal. Egli sosteneva che sull’esistenza di Dio non si può non scegliere. Se scegli che Dio non esiste e dopo morte scopri che esiste, hai perso la possibilità della vita eterna. Se scegli che Dio esiste, una delle due: o Dio esiste, e allora hai la possibilità della vita eterna; oppure non esiste, e allora non hai perso nulla e non lo saprai mai, se è vero che non c’è nulla dopo questa vita.

Ma i cristiani sanno non solo che Dio esiste, ma che da duemila anni è venuto nel mondo. Come sarebbe la storia se Gesù non fosse nato? Davvero le culture precristiane erano così civili da non aver nulla da cambiare dopo l’insegnamento di Cristo?

A Natale è meglio cambiare la frase iniziale così: ‘Dio esiste e si è fatto uomo per noi; prova a pensarci e tutto sarà diverso‘.

Buon Natale.

L’attesa cristiana
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02-12-2008

Il tempo dell’attesa in genere trova il suo significato quando finisce e arriva l’atteso. Non è così per l’avvento cristiano. Non si tratta infatti di un tempo vuoto, perché noi aspettiamo Uno che è già venuto. E non si tratta nemmeno di fare finta che debba ancora venire. Si tratta invece di ravvivare in noi il desiderio del Signore che viene, per poterlo incontrare quando si presenta sia nei segni che ha lasciato di sé nella Chiesa, sia nelle vicende della vita.

C’è bisogno di avvento; c’è bisogno di aspettare con la certezza che l’Atteso viene, perché abbiamo bisogno di una speranza vera.

Il mondo con le sue contraddizioni mostra il bisogno di qualcosa di sicuro e di qualcuno che dia risposte vere. È sintomatico che per un verso si noti una continua avversione a ciò che la Chiesa dice in ordine a temi vitali per le persone e per la società, e per altro verso si cerchi subito di appropriarsi di una affermazione che una persona di Chiesa (basta una suora’) sembra dire secondo l’opinione corrente. In altri termini  si cerca il consenso da parte della Chiesa sulle proprie opinioni, e così facendo le si riconosce l’importante ruolo di essere luce del mondo.

Non sarò certo io a meravigliarmi di questo; anzi, ritengo che il bisogno di verità che c’è nel cuore dell’uomo renda attenti verso chiunque si presenti come portatore di una parola vera.

Come sempre l’avvento ci fa guardare al Signore Gesù nato a Betlemme che dobbiamo di nuovo incontrare nel mistero del Natale, e ci fa guardare avanti al secondo ritorno alla fine del tempo quando Cristo verrà nella gloria. Si tratta in ogni caso di preparare il nostro cuore. L’attesa non è un atteggiamento passivo a rischio di noia; l’attesa è fatta con le lampade accese e le maniche rimboccate perché il Signore ci trovi vigilanti.

È tempo dunque di svegliarci dal sonno soprattutto noi cristiani, per mantenere accesa la lampada che deve fare luce a tutti coloro che sono in cammino verso il Signore, anche se qualcuno non lo sa o non ci pensa.

Buon Anno,scuola
Messaggio in occasione dell'inizio dell'Anno Scolastico 2008/2009
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12-09-2008

L’ennesima serie di cambiamenti introdotti nella scuola, rischia di attirare l’attenzione più del significato fondamentale di questa istituzione, che resta decisiva per il futuro della nostra società.

Desidero porgere un saluto anzitutto agli alunni che iniziano o riprendono il cammino della loro formazione intellettuale, per prepararsi alla vita. La formazione culturale resta alla base di qualsiasi attività sarà poi svolta nella vita.

Un saluto ai genitori e alle famiglie (ai nonni che accompagnano i nipotini a scuola). Non assumete atteggiamenti troppo protettivi dei vostri bambini, soprattutto se questo inconsapevolmente tende a supplire una vostra latitanza in famiglia. Credo che in linea di massima si debba dar credito all’insegnante, perché sarebbe strategicamente sbagliato svalutare agli occhi degli alunni un’autorità che in ogni caso essi dovranno tenere per qualche tempo.

Saluto pure gli insegnanti per il lavoro che svolgono per i nostri ragazzi, soprattutto quelli che hanno capito di avere una missione delicata non solo nell’insegnamento, ma nell’educazione più ampia dei loro alunni. I ragazzi vi guardano non solo per la materia che insegnate, ma anche per le convinzioni che avete e che lasciate trasparire, per il carattere, le scelte di vita e per i valori in cui credete.

E’ un peccato che l’attenzione per la scuola sia scesa dalla politica intesa come ricerca del bene comune, al pragmatismo della politica delle lobby e degli interessi di parte.

Basterà il voto in condotta a dare importanza all’impegno educativo che nel suo complesso la scuola deve avere, avendo tra le mani delle persone in crescita, verso le quali tutto può lasciare un segno per sempre?

La delicatezza della questione coinvolge anche la premura della Chiesa e delle comunità cristiane, che in queste settimane seguono con affetto il ritorno dei loro ragazzi. Mentre cerchiamo di accoglierli e di accompagnarli nella ripresa della scuola, nella partecipazione alla parrocchia, nel ricupero delle consuete attività, ricordiamo di pregare per loro, per i loro educatori, per le loro famiglie perché anche il nuovo anno sia per tutti un anno in cui poter crescere in età, sapienza e grazia.

Cardinale da 20 anni
Messaggio alla diocesi in occasione del 20 anniversario della elezione a Cardinale di Achille Silvestrini
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31-08-2008

Era il 29 giugno 1988 quando in Piazza S. Pietro il S. Padre Giovanni Paolo II imponeva la berretta cardinalizia al Card. Achille Silvestrini. Sono dunque passati 20 anni, che vogliamo ricordare ringraziando il Signore per tutto quello che ha fatto per il ministero del Card. Silvestrini.

In questo tempo egli ha svolto l’incarico di Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica dal 1988 al 1991, poi di Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali fino al 2000, insieme ad altri compiti che hanno manifestato la stima del Papa per lui.

Anche da cardinale ‘don Achille’, come viene confidenzialmente chiamato ancora dai brisighellesi, non ha dimenticato né Brisighella, né Faenza, con ritorni frequenti alla sua città natale, e facendosi presente nei momenti più importanti della vita della nostra Chiesa, come pure prendendo a cuore argomenti significativi per la nostra comunità. E’ proprio la sua assidua presenza che ce lo rende familiare, e ci induce a condividere le ricorrenze belle della sua vita ecclesiastica.

In modo molto semplice a vent’anni dalla sua elezione a cardinale desideriamo unirci, nella festa della Madonna del Monticino, alla Messa che egli celebrerà davanti a quella immagine tanto cara. La comunità parrocchiale di Brisighella e tutta la Diocesi di Faenza-Modigliana si uniscono nel ringraziamento sincero al Signore per il dono fatto a tutta la Chiesa con il ministero del Card. Silvestrini, e anche per il bene che ne è venuto alla nostra Chiesa diocesana.

Siamo grati al Card. Silvestrini per l’onore che la sua porpora ha dato alla nostra terra, dalla quale sono uscite tante figure eminenti; sono state persone preparate e generose che non si sono risparmiate nel servire la Chiesa con amore, sacrificio e intelligenza, educate in questo dalle famiglie, dai sacerdoti e dalla comunità cristiana.

Vogliamo chiedere per intercessione della Madonna del Monticino una particolare benedizione per il Card. Achille perché il Signore gli conceda sempre serenità e salute, affinché possa continuare a fare del bene nelle molteplici mansioni che con tanta dedizione ancora svolge.

                                                                                  + Claudio Stagni, vescovo

Solidarietà con i cristiani dell’India
Messaggio alla diocesi
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01-09-2008

Di fronte alla persecuzione cruenta che si è scatenata in alcuni stati indiani contro i cristiani, la locale Conferenza episcopale ha indetto una giornata di preghiera e digiuno per domenica 7 settembre. Invito i nostri cristiani ad unirsi a questa giornata, con un gesto di solidarietà che testimoni la nostra vicinanza ad un momento difficile per quella popolazione. La preghiera e il digiuno possono molto presso Dio, perché converta il cuore dei violenti, e faccia cadere le armi dalle loro mani. I sacerdoti nelle Messe di domenica faranno una intenzione di preghiera per i cristiani perseguitati in India e nel resto del mondo, e inviteranno i fedeli a gesti personali di digiuno.

 

Possiamo unire nella nostra preghiera tutti i cristiani perseguitati nel mondo, che non sono mai stati tanti come oggi. Tra le vittime dei vari estremismi (mussulmano, induista, e forse altri), del comunismo cinese, dei vari nazionalismi ormai si contano a milioni. Non si chiedono dei privilegi perché cristiani, si chiede il rispetto dell’uomo, anche se cristiano. La discriminazione religiosa è sempre un segno di inciviltà, e guarda caso è condannata solo dal cristianesimo (e dalle culture che vi attingono le loro radici più vere).

 

La preghiera è un argomento forte, che sarà noto solo a Dio, e che intanto ci fa uscire da un vergognoso silenzio connivente della nostra società, tanto più che dall’India non viene nemmeno un po’ di petrolio.

La Madonna di Lourdes a Faenza
Messaggio alla Diocesi in occasione della Peregrinatio Mariae
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24-07-2008

Arriverà anche a Faenza alla fine del mese di luglio la statua della Madonna di Lourdes che sta facendo una Peregrinatio in tutta Italia, in occasione del 150. mo anniversario delle apparizioni. Alla fine della visita a tutte le diocesi italiane la statua verrà collocata a Lourdes presso il grande albergo ‘Salus infirmorum’ dell’Unitalsi.

È una bella occasione per coloro che sono stati pellegrini a Lourdes, di salutare ancora una volta la Madonna, in una circostanza davvero singolare.

Accoglieremo l’immagine alle ore 18 di martedì 29 luglio in Duomo, dove verrà celebrata subito una messa, e dove ci troveremo alla sera per una veglia mariana.

Tutto il mercoledì 30 luglio l’immagine rimarrà esposta in Duomo, per la devozione dei fedeli; vi saranno varie celebrazioni, come da programma (segnalo in particolare la messa per i malati alle ore 10), e ci sarà la possibilità di confessarsi. A questo riguardo chiedo ai sacerdoti diocesani e religiosi di dare almeno un’ora in quella giornata per le confessioni, segnalando in Curia l’orario della propria disponibilità, per consentire di fare un po’ di programmazione.

Nel pomeriggio alle 16 vi sarà una Messa alla quale sono invitati i pellegrini di Lourdes; in seguito l’immagine verrà trasferita all’Ospedale, per un incontro con gli ammalati. Era giusto ricordare anzitutto coloro che soffrono, coloro che a Lourdes sono al centro di tutte le celebrazioni. Vogliamo presentare a Lei tutti i nostri ammalati, coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, e chiedere per tutti consolazione, speranza e salute.

Alle ore 21 riporteremo con una solenne processione con i flambeaux lungo Corso Mazzini l’immagine in Duomo, per rendere alla Vergine l’omaggio di tutta la città.

La Madonna questa volta ci viene a trovare a casa nostra, non facciamoci trovare distratti. Diciamolo anche agli amici, a coloro che sono stati a Lourdes, e anche a quelli che desideravano andarci ma non ci sono riusciti: ‘C’è la Madonna di Lourdes a Faenza, andiamo a farle una visita e a lasciarle una preghiera’.

La mattina di giovedì 31 luglio l’immagine della B.V. verrà portata a Modigliana e Tredozio per rendere possibile un incontro anche alla gente della parte alta della Diocesi.

Sydney 08, perchè i frutti vengano da lontano
Messaggio alla Diocesi in occasione della celebrazione della GMG di Sydney (16-20 lulio 2008)
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12-07-2008

Sono una ventina i giovani di Faenza-Modigliana che insieme a qualche sacerdote parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney dal 12 al 29 luglio. Li accompagniamo con la nostra preghiera perché questa impresa porti i frutti desiderati, sia nel contributo che i nostri giovani sapranno comunicare nell’incontro con altri, sia per l’arricchimento che anch’essi ne riceveranno, sia per ciò che sapranno trasmettere ai loro amici una volta ritornati.

Ritengo infatti che questi eventi, se per un verso sono importanti per chi vi partecipa, per altro verso hanno sempre delle ricadute più ampie. Anche il tema della Giornata Mondiale di quest’anno sembra contenere l’impegno a non tenere per sé il dono di Dio, ma a farlo conoscere: ‘Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni’.

Si può ben immaginare che alcune centinaia di migliaia di giovani, per quanto distribuite in alcune città, possano avere un notevole impatto mediatico anche in un paese secolarizzato come l’Australia, dove la Chiesa è ancora giovane. Ma l’effetto più positivo si spera che sia nei giovani stessi, che faranno l’esperienza della fede incarnata nelle culture più diverse, che nella grande varietà delle situazioni potranno vedere come si possa essere tutti uniti attorno a Cristo, aiutati dalla Chiesa e dal Papa.

Se occorresse una prova che la fede cristiana non è fatta solo per i vecchi, ma è capace di coinvolgere tutti, compresi i giovani, basterebbe guardare a qualche momento di una Giornata Mondiale della Gioventù, che papa Giovanni Paolo II volle proprio per mostrare la vicinanza della Chiesa ai giovani, e perché la Chiesa potesse accoglierli nelle loro attese più vere.

Carissimi giovani con l’augurio di un buon pellegrinaggio vi accompagni la nostra preghiera e la benedizione che invochiamo per voi e per tutti giovani che a Sydney incontreranno il Papa, e faranno esperienza della perenne giovinezza della Chiesa.

Vacanze, tempo per lo spirito e la carità
Messaggio del vescovo Stagni in occasione delle vacanze estive
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04-07-2008

È ormai tradizione rivolgere un pensiero a coloro che vanno in vacanza, perché lasciano per un po’ di tempo le loro case e quindi anche le loro parrocchie; sentiamo il bisogno di dire loro: ‘Vi allontanate da casa, ma non allontanatevi dalla Chiesa e soprattutto dal Signore. Diamoci l’appuntamento tutte le domeniche attorno all’altare, in un incontro vero anche se invisibile anzitutto con il Signore e quindi anche tra di noi’.

Il mio saluto, a nome dei parroci della nostra Diocesi, vuole assicurarvi un ricordo cordiale e un invito pressante: ‘Approfittate della disponibilità di un po’ più di tempo per pensare anche allo spirito con una lettura, un pellegrinaggio, un po’ di silenzio e di preghiera’.

Al saluto per coloro che partono, unisco un saluto a quelli che restano, con le parole di don Scolastico Berardi, parroco di Errano scomparso dieci anni fa, che così scriveva nel 1972: ‘Desidero invitarvi a rivolgere un pensiero e una preghiera per quelli che in vacanza non vanno: primi fra tutti gli ammalati che immobili nei loro letti di dolore, non sanno quando potranno mettersi in cammino per le vie del mondo; poi i poveri, per i quali la villeggiatura, il mare, i monti sono un sogno non realizzabile. Infine tutti coloro che per obblighi di famiglia, di lavoro, di assistenza non potranno abbandonare il loro posto di servizio. Questo pensiero può essere sorgente, chissà, di qualche atto di carità in più per gli altri e di un maggior senso di responsabilità per noi’.

Infine un pensiero va rivolto ai ragazzi e giovani che saranno impegnati nei campi scuola che le parrocchie, l’Azione Cattolica, l’Agesci e altre associazioni e movimenti propongono durante l’estate. Sono momenti formativi preziosi, occasioni di crescita e di impegno che a volte sono decisivi per il resto della vita. Affidiamo l’opera degli educatori ed animatori alla protezione della Madre di Dio, perché continui il suo compito materno verso tutti.

E quando scrivete le cartoline, firmatevi anche con il cognome. E che il Signore benedica tutti.

                                                                                         + Claudio Stagni, vescovo