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Messaggio alla Diocesi per la Giornata Mondiale del Malato
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04-02-2010

La Chiesa a servizio dell’amore per i sofferenti’ è il tema che il Papa ha assegnato alla giornata mondiale del malato. C’è quindi un contesto ampio in cui si esprime l’amore verso i malati dalla famiglia alle strutture pubbliche. In questo contesto la Chiesa ha un suo ruolo prezioso.

Quando il Signore Gesù inviava i suoi discepoli ad evangelizzare diceva loro: ‘Curate gli infermi e dite loro: si avvicina a voi il Regno di Dio’. Questo nella Chiesa non deve mai venir meno, sia nel senso di essere attenta al mondo della sofferenza, sia nell’avere la premura dell’annuncio della salvezza.

L’invito è quello di curare, non di guarire, perché può essere che la guarigione non sia possibile; non per questo deve venir meno la premura di trattare con affetto il malato, soprattutto evitandogli la solitudine. È la Chiesa nel suo insieme ad essere inviata a servizio dell’amore per i sofferenti, investendo quindi certamente il ministero dei presbiteri, ma coinvolgendo anche l’assistenza volontaria dei laici, dei ministri della comunione, dei diaconi e di quanti sono disposti, con le dovute maniere, a visitare i malati nelle loro case o nelle strutture di accoglienza.

È una bella coincidenza che la presentazione del nuovo Hospice di Villa Agnesina a Faenza venga fatta il prossimo 11 febbraio, nella giornata del malato e nella festa della Madonna di Lourdes. È questa una struttura di accoglienza per seguire i malati di tumore che devono essere sollevati dalla sofferenza con le cure che oggi sono possibili. Siamo grati a quanti nella nostra città si sono presi a cuore questa iniziativa, nel rispetto della vita e della persona del malato, che non deve mai essere lasciato solo.

Voglio concludere con le parole del Papa: ‘In questo anno sacerdotale, il mio pensiero si dirige particolarmente a voi, cari sacerdoti, ‘ministri degli infermi’, segno e strumento della compassione di Cristo, che deve giungere ad ogni uomo segnato dalla sofferenza. Vi invito, cari presbiteri, a non risparmiarvi nel dare cura e conforto. Il tempo trascorso accanto a chi è nella prova si rivela fecondo di grazia per tutte le altre dimensioni pastorali. Mi rivolgo infine a voi, cari malati, e vi domando di pregare e di offrire le vostre sofferenze per i sacerdoti, perché possano mantenersi fedeli alla loro vocazione e il loro ministero sia ricco di frutti spirituali, a beneficio di tutta la Chiesa‘.

+ Claudio Stagni, vescovo

Natale, quando le cose cambiano
Messaggio augurale in occasione delle festività natalizie 2009
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18-12-2009

Può sembrare strano mettere ogni anno una data nuova accanto al Natale, perché per definizione la data di nascita è una sola e serve addirittura per identificare la persona interessata. Ma per Gesù non è così. Egli è nato una volta nel tempo, in un giorno e in un luogo ben preciso, ma ora essendo egli nell’eternità, non è più limitato dal tempo e ci è contemporaneo sempre. Per cui è giusto dire che Gesù nasce anche oggi, come anche oggi offre se stesso sulla croce e risorge da morte.

La speranza cristiana nasce da questa verità. Il cristiano non è colui che si illude che le cose vadano meglio perché gli uomini improvvisamente sono diventati bravi. Questo può essere sempre auspicato, e può darsi che sul piano personale possa anche succedere; ma noi siamo nella speranza perché abbiamo il Signore Gesù con noi.

Dicendo questo non intendiamo, come qualcuno potrebbe pensare, affermare che Dio sta dalla nostra parte. Anzi: Dio si è fatto uomo per tirarci dalla Sua parte, per farci diventare come Lui, perché così possiamo cambiare anche il nostro modo di vivere.

Se di fronte al male che dilaga nel mondo qualcuno può pensare di essere a posto e di essere migliore degli altri, il cristiano invece trova una nuova spinta per la propria conversione, per non stare dalla parte del malvagio. La nascita del Signore Gesù ci dà una speranza unica: se nonostante tutto Lui è venuto e rimane in mezzo a noi, qualcosa si può fare, anche perché Lui ha già vinto il mondo.

Per Natale facciamo festa volentieri perché dalla nascita di Cristo sono tante le cose che sono cambiate in meglio in tutto il mondo. Basti pensare che cominciamo perfino a capire che non è la forza (o la lotta, o la violenza) che può migliorare le cose, ma l’amore. Anche questo è un dono che ci viene dal Natale del Signore.

La scuola è di tutti
Messaggio per la Giornata diocesana della Scuola
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15-10-2009

Normalmente, quando si dice che la scuola è di tutti, si intende che tutti hanno il diritto e il dovere di andare a scuola. Questa volta, vogliamo intendere che nella scuola ci sono molti responsabili che devono essere coinvolti perché la scuola raggiunga il suo scopo educativo.  Nella scuola ci sono ovviamente gli alunni per i quali la scuola esiste. Ma non potendo affrontare tutti gli aspetti della vita scolastica in una volta sola,  ci soffermiamo sul ruolo della famiglia nei confronti della ‘scuola’ e concretamente dei vari docenti.

Secondo il comune modo di pensare (anche se non da tutti condiviso), la scuola ha lo scopo di preparare i ragazzi alla vita mediante l’istruzione e la formazione, nel più ampio contesto educativo della famiglia e della società in genere. La scuola infatti non può ignorare valori di riferimento fondamentali, che per noi saranno quelli della Costituzione della Repubblica Italiana, entro i quali anche i genitori devono sostanzialmente ritrovarsi (si pensi ai principi fondamentali e ai diritti e doveri della prima parte del testo).

Il Ministero della Pubblica Istruzione volendo venire in aiuto a questa necessaria collaborazione tra famiglia e scuola, ha proposto il ‘Patto educativo di corresponsabilità’, un documento elaborato nelle scuole e da visionare al momento dell’iscrizione, che ha come obiettivo fondamentale quello di impegnare la scuola e le famiglie a condividere l’azione educativa diretta agli studenti, senza dimenticare che nell’educazione la scuola è in aiuto alla famiglia e non può sostituirsi ad essa.

In questo delicato rapporto di collaborazione, in un modo suo proprio si colloca anche la Comunità cristiana, sia nel condividere e sostenere i valori fondamentali di riferimento, sia nell’incoraggiare  le famiglie e i docenti a seguire i principi ricordati, sia nell’operare nell’educazione religiosa secondo gli stessi criteri.

Come comunità cristiana interessata ad una piena educazione dei ragazzi del nostro tempo intendiamo appoggiare una corretta attuazione del Patto educativo di corresponsabilità, auspicandone l’applicazione in tutte le scuole dove è previsto, con l’invito a tutti coloro che vi sono coinvolti a considerare sempre anzitutto il vero bene dei ragazzi.

Come segno di vicinanza a tutte le scuole del nostro territorio, invitiamo le comunità cristiane, nella domenica 11 ottobre, a pregare in modo particolare per gli alunni, i genitori e gli insegnanti.

Sostenere la Chiesa per servire tutti
Messaggio del vescovo per presentare la Lettera sul Sovvenire
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15-10-2009

A venti anni dall’entrata in vigore del nuovo sistema del sostegno economico alla Chiesa in Italia, i Vescovi hanno proposto una riflessione che mette in risalto i valori ecclesiali che sono alla base del nuovo sistema.

La riflessione è interessante, perché parte dall’impressione che non sia stato capito il cambiamento sostanziale della cosa. In altri termini non si è capito che è stato messo in mano alla gente (fedeli e non) sia il sostegno al mantenimento dei sacerdoti, sia il contributo alle opere della Chiesa nel culto e pastorale, come pure nell’ambito della carità.

Questa volta, bisogna dirlo, il sistema funziona perché ‘gli italiani, brava gente’ amano la Chiesa cattolica e sono contenti di aiutarla. Che il grande ‘referendum’ annuale con 16 milioni di firme, abbia portato alla Chiesa cattolica nel 2004 l’89,81% dei consensi la dice lunga.

Nello stesso tempo bisogna però dire che in questa vicenda è necessario incrementare l’appoggio delle parrocchie. La gente che firma dice di avere saputo della cosa dagli spot della TV, e non dalla parrocchia. Di qui la preoccupazione dei vescovi nel mettere in rilievo le motivazioni ecclesiali, per convincere i sacerdoti a informare i fedeli che quello che viene chiesto, sia per la firma per l’otto per mille, sia per le offerte liberali per i sacerdoti è in linea con le finalità della Chiesa, e nasce da una precisa idea di Chiesa radicata nell’insegnamento del Concilio vaticano II.

Per questo la lettera dei Vescovi ritorna sulle motivazioni di fondo che devono entrare nei convincimenti dei sacerdoti e dei fedeli per assicurare nel tempo la continuità del sistema. La parte più debole infatti è quella delle offerte liberali, che fa fatica a decollare, proprio perché ha bisogno di motivazioni più forti che non la semplice firma.

Mi auguro intanto che sia accolto con favore l’invio nelle prossime settimane del testo della lettera dei Vescovi allegata a ‘Il Piccolo’, con l’auspicio che sia letta e soprattutto che sia condivisa.

Vacanze per arricchirsi
Messaggio alla diocesi in occasione delle vacanze estive 2009
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16-07-2009

La tradizione di un saluto a chi andava in vacanza ha spesso rappresentato il bisogno di accompagnare chi si allontanava da casa per qualche tempo con alcune raccomandazioni. Erano quasi sempre gli stessi inviti, che avevano l’intento di mostrare una protezione ritenuta più necessaria durante l’assenza. Il contesto oggi è decisamente diverso, e lo spirito con cui si saluta chi parte, per periodi sempre più corti, non è più quello di una volta, forse perché la comunicazione tramite cellulare praticamente continua, toglie l’impressione della distanza.

La vacanza, se non un vero e proprio diritto, è una opportunità favorevole che consente la variazione sul ritmo spesso frenetico delle nostre giornate, l’interruzione di uno standard ripetitivo e l’occasione di un maggiore riposo. Poi non sarà così per tutti.

Dal punto di vista pastorale cambiano i programmi delle parrocchie e si introducono delle opportunità nuove soprattutto per i ragazzi e i giovani con i campi scuola. Anche l’estate è un tempo favorevole per lo spirito e per la propria formazione.

La considerazione che quest’anno mi pare opportuno rivolgere a chi ha la possibilità di lasciare la propria casa e fare una vacanza in un luogo di villeggiatura, è l’invito a fare tesoro dei valori spirituali e culturali dei luoghi raggiunti. Normalmente le comunità di accoglienza si premurano di offrire occasioni di festa, di divertimento, di tradizioni alimentari ecc. Ma non mancano anche le offerte di interesse culturale e perfino di formazione spirituale, soprattutto nei luoghi più frequentati dai turisti.

Il tempo di vacanza può essere l’occasione per una vera ricreazione dello spirito; può essere bello per sé e incoraggiante per chi le ha predisposte approfittare delle proposte più significative. Il tempo libero non è un tempo necessariamente vuoto, ma è quello che liberamente occupiamo di ciò che abbiamo sempre desiderato.

Quindi insieme all’augurio sincero di buone vacanze, rivolgo l’invito a far tesoro di tutto ciò che di bello potete trovare dove andate, o anche vicino a casa per chi rimane.

 

 + Claudio Stagni, vescovo

Un dono per il Papa
Messaggio alla diocesi in occasione della Giornata per la Carità del Papa
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19-06-2009

Domenica 28 giugno si celebra in tutta la Chiesa cattolica la Giornata della carità del Papa. È l’occasione annuale che ci viene data per essere solidali con il Papa nell’opera che compie a favore di tutte le Chiese del mondo, nella guida pastorale, nell’attività di magistero, nel provvedere i pastori alle varie Chiese particolari e nella carità verso i bisognosi.

Lo scorso anno l’Obolo di S. Pietro dei cattolici italiani ha registrato un calo, dovuto forse alla generale crisi economica, e speriamo non anche ad un calo di affetto verso il Santo Padre, che alla sua età ce la sta mettendo tutta. È bene ricordare ai fedeli l’importanza del carisma del Papa nella Chiesa, e la bellezza di poterlo sostenere anche con il nostro ‘obolo’ nel suo ministero; è una solidarietà che gli attesta stima e collaborazione.

Ricordo pertanto che domenica 28 giugno tutte le offerte che vengono raccolte durante le Messe sono destinate alla Carità del Papa, e vanno pertanto versate all’economato della Curia.

Domenica 28 giugno celebriamo pure in diocesi la conclusione dell’Anno paolino. È bene ricordare ai fedeli il dono dell’indulgenza plenaria concessa in quella giornata. Sebbene le letture siano quelle della XIII Domenica del tempo per annum è opportuno fare menzione della chiusura dell’Anno Paolino; laddove si celebri la Messa festiva vespertina si usi la Messa propria della Solennità dei Ss. Pietro e Paolo, come anche è bene celebrare i Primi Vespri di tale Solennità quale degna chiusura dell’Anno Giubilare.

Il Signore benedica e protegga sempre il nostro Papa Benedetto XVI, e mantenga tutti i fedeli nella comunione cattolica con lui, per una testimonianza di unità e di pace nel mondo intero.

Messaggio per la Giornata di sensibilizzazione per l’8 per mille
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06-05-2009

È un momento di emergenza anche per l’impegno economico della comunità cristiana, tra la recente raccolta per il terremoto dell’Abruzzo e la prossima raccolta per il fondo di solidarietà per le famiglie colpite dalla crisi economica. La proposta della firma per l’otto per mille alla Chiesa cattolica è un gesto coerente con questi altri, per aiutare la presenza della Chiesa sul territorio.

Le firme sono necessarie per mostrare la partecipazione a questo metodo che lo Stato italiano ha concordato con la Chiesa cattolica in Italia, anche se si tratta di una rilevazione indicativa per stabilire la quota da assegnare ad ogni comunità religiosa. È chiaro che quanto più sono numerosi coloro che partecipano, tanto più si dà forza al sistema stesso.

Senza il contributo dell’otto per mille la Chiesa italiana non avrebbe potuto intervenire subito nel terremoto dell’Abruzzo con la somma di cinque milioni di euro per i primi aiuti, ai quali si dovranno poi aggiungere quelli che la carità degli italiani avrà affidato alla Chiesa a questo scopo.

Così anche per l’altra emergenza dovuta alla crisi economica mondiale è stato possibile fare progetti di aiuto da parte della Cei e delle Diocesi italiane potendo partire con una qualche disponibilità dall’otto per mille per la carità, alla quale si potranno aggiungere altri contributi di enti, di privati e di raccolte programmate da parte delle Chiese locali.

Anche in questi giorni si è sentita la proposta di investire negli aiuti ai terremotati i soldi che lo Stato deve dare alla Chiesa per l’otto per mille. Anche dal solo punto di vista economico i luminari che partoriscono queste genialate non sanno fare un po’ di conti, e non riescono a calcolare quanto rende l’otto per mille attraverso i parroci, le opere educative e caritative, gli interventi al patrimonio artistico con un effetto moltiplicatore che non ha confronti.

Domenica 10 maggio 2009, giornata per la sensibilizzazione alla firma per l’otto per mille alla Chiesa cattolica facciamo capire l’utilità che viene a tutta la comunità italiana da questa solidarietà, che ritorna a vantaggio di tutte le comunità cristiane. Avremo bisogno anche domani di parrocchie vive e attive, di sacerdoti disponibili al loro ministero, che mediante l’annuncio del Vangelo mantengano vivi i valori della fede e della carità, necessari sempre, ma soprattutto nell’emergenza.
 

Pasqua, una certezza che fa bene
Messaggio del vescovo in occasione della Pasqua 2009
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09-04-2009

Il ritorno della Pasqua, soprattutto in tempo di difficoltà e di crisi, è una certezza che ci fa bene, perché ci riporta alla realtà delle cose che contano: Cristo è risorto e vivo, e questo fa la differenza.

I cristiani sanno che la fede nel Signore risorto li conduce a ravvivare la vita nuova ricevuta nel battesimo e alimentata continuamente nell’Eucaristia. Non si tratta di vivere la pasqua come una sorta di devozione nel ripetere riti e tradizioni, ma di rivedere nella grazia della pasqua il nostro modo di vivere in famiglia, sul lavoro, nel divertimento, nell’aiutare gli altri ecc. Nessuno contesta la necessità della coerenza tra ciò che si crede e ciò che si vive.

Ebbene una vita rinnovata dalla fede nella risurrezione di Cristo ha inevitabilmente dei riflessi nella società, dove il cristiano vive come cittadino a pieno diritto. Il cristiano, se vuole comunicare ad altri i valori della sua vita, dovrà trovare gli argomenti di ragione che li sostengono, perché è attraverso la retta ragione che si può comunicare con tutti gli uomini, a qualsiasi religione appartengano e anche se non ne hanno nessuna.

A questo punto ha poco senso discriminare i cristiani perché oltre agli argomenti di ragione traggono luce anche dalla fede, perché ciò che essi intendono difendere per il bene di tutti, nell’incontro tra le culture, sono valori umani.

Può sembrare strano, ma ciò che il Cristo risorto porta nel mondo attraverso la testimonianza dei cristiani è la pienezza di ciò che è umano, cioè i valori che l’uomo dovrebbe trovare studiando la propria natura. La rivelazione cristiana è stato un aiuto nel riconoscerli, ma non li ha inventati di nuovo.

Poi la fede cristiana ha portato altre novità, verità e stili di vita per coloro che mediante la fede e i sacramenti aderiscono a Cristo. Ora la mentalità laicista vorrebbe che i cristiani (e per essi il Magistero della Chiesa) si occupassero solo di queste ultime cose. Ma l’incontro con Cristo risorto cambia tutta la vita e non è possibile non considerare anche i valori  umani ‘laici’, come il valore della persona umana, della vita, della famiglia, del lavoro ecc.

Buona Pasqua dunque, con l’augurio che il Signore risorto attraverso la testimonianza dei cristiani arrivi a ridare la gioia della vita a tutti gli uomini di buona volontà.

In preghiera per i terremotati
Messaggio alla diocesi in occasione del terremoto in Abruzzo (06 aprile 2009)
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06-04-2009

Il terremoto che ha colpito la provincia dell’Aquila sta riscuotendo la solidarietà di tutto il paese. Vogliamo essere particolarmente partecipi quanti qualche ora prima abbiamo avvertito una scossa che ci lasciato solo un po’ di paura, a fronte del disastro avvenuto invece a L’Aquila. In questo momento invito ad essere vicini ai nostri fratelli colpiti dal terremoto, ai feriti, alle famiglie che hanno perso tutto e a quanti hanno perso la vita, soprattutto con la preghiera. La preghiera arriva dove c’è bisogno, non intralcia il traffico ed è un segno di vera solidarietà se unita ad un gesto di generosità quando ci verrà chiesto.

Chiedo di ricordare le comunità colpite dal terremoto, nelle Viae Crucis di questa settimana di Passione, che molte parrocchie hanno in programma. Per noi saranno celebrazioni più vere, mentre per i nostri fratelli saranno vere vie dolorose, che solo Dio sa quanto saranno lunghe e difficili. Preghiamo perché anche per loro presto arrivi la Pasqua di Risurrezione.

Il valore del digiuno quaresimale
Messaggio alla diocesi in occasione della Quaresima 2009
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19-02-2009

Il messaggio del Papa per la quaresima di questo anno tratta del digiuno: un bel coraggio! È una delle tre pratiche che il Vangelo ricorda, e che vengono indicate nella liturgia del Mercoledì delle ceneri. Come fare per rendere attuale questa proposta?

 Il valore di questa pratica penitenziale sta indubbiamente nella rinuncia di qualche cosa di buono e di lecito, per una scelta più preziosa, come può essere il dominio di sé stessi, per una purificazione della propria condotta di vita, in modo da essere più aperti alla volontà di Dio. Oltre alle giornate in cui il digiuno è richiesto, vi è sempre la possibilità di muoversi liberamente di fronte alle continue occasioni che abbiamo di essere schiavi di piccole golosità. Il principio del digiuno, cioè del privarci volutamente di qualcosa, si può estendere anche oltre il cibo, per esempio alle bevande (il caffé, il vino, i liquori’), al fumo, alla televisione ecc.

 Il tempo della quaresima è un tempo favorevole per alcune scelte libere di mortificazione, perché tutta la Chiesa è orientata a questo nella sua liturgia, nella disciplina di tanti ordini religiosi, nella scelta di tanti cristiani che cercano di vivere bene questo tempo santo.

 Il digiuno è anche un modo per partecipare al disagio di chi è privo del necessario, o può essere costretto a rinunciare a tante cose per sopraggiunte difficoltà. Può diventare una sensibilità che apre all’aiuto solidale, o per emergenze particolari o per le opere di carità della Chiesa che vengono ricordate in questo tempo. Il digiuno, sostenuto dalla preghiera, apre il cuore alla carità.

 La pratica del digiuno educa alla libertà di fronte alle cose, impedendo di diventarne schiavi e di non poterne fare a meno. Il bisogno di essere continuamente sazi è una predisposizione alla dipendenza dalle sostanze per sentirsi incoraggiati o euforici. È la tentazione della pastiglia contro ogni piccolo disturbo, che si è incapaci di sopportare anche solo per poco tempo. Il digiuno non è quindi una pratica superata, ma risponde a situazioni attuali e a rischi diffusi. Educare al digiuno aiuta a dominare sé stessi, e ad essere più preparati ad affrontare le prove della vita.

 Una quaresima vissuta in questo spirito predispone a celebrare la Pasqua di risurrezione per una vita nuova, nella libertà dei figli di Dio.