A dieci anni dalla scomparsa del vescovo Francesco Tarcisio Bertozzi, dopo aver vissuto con viva partecipazione la sua fine prematura nella sofferenza portata con lucida consapevolezza, la nostra Chiesa diocesana comincia a riflettere sul dono che è stato il vescovo Tarcisio. Lo aveva capito subito il Card. Biffi, che durante l omelia della Messa esequiale ebbe a dire che a suo tempo si dovrà mettere in luce la rilevanza che hanno avuto nella storia di questa diocesi i quasi quattordici anni dell episcopato di Monsignor Bertozzi, anni pervasi dal desiderio di rinnovare tutto nell autenticità, e di ringiovanire in ogni struttura e in ogni cuore la vita ecclesiale .Come succede spesso, subito si è portati a ricordare un particolare, un gesto, una parola soprattutto se c è stata una conoscenza personale; poi con il tempo ci si rende conto che c è un lavoro ampio e profondo che ha gettato dei semi che vanno coltivati e fatti fruttificare. Se il libro del Sinodo diocesano può essere il monumento più organico del desiderio di rinnovare la vita della Chiesa di Faenza-Modigliana, c è anche una partecipazione diffusa alla vita delle comunità parrocchiali per condividere, sostenere, favorire un cammino nuovo, che non va dimenticata. E può essere proprio la carità, che ispirò alcune scelte importanti del vescovo Tarcisio, la forza che può ringiovanire ancora la vita ecclesiale in ogni struttura e in ogni cuore. Mentre preghiamo ancora per lui in questo decimo anniversario, chiediamoci che cosa ancora egli direbbe nella situazione concreta personale e comunitaria in cui ognuno si può trovare, per non trascurare le opportunità di rinnovare noi nella Chiesa, per rinnovare il mondo.
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A dieci anni dalla scomparsa del vescovo mons. Tarcisio Bertozzi
Nella gioia e nella pace del Risorto
Messaggio alla diocesi del vescovo eletto
Messaggi
26-04-2004
Alla Chiesa di Dio che è in Faenza – Modigliana il mio saluto affettuoso, nella pace e nella gioia dello Spirito Santo; e un abbraccio fraterno al vescovo Italo Benvenuto, suo attuale pastore.
“Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21), ha detto Gesù nella sera di Pasqua ai suoi apostoli; in questo spirito di continuità della missione nella Chiesa ho accolto la volontà del Santo Padre Giovanni Paolo II che mi invia a voi. Sono molto grato al Papa per la sua benevolenza e per questo dono, che mette la mia vita nella responsabilità bella e grande di una Chiesa particolare.
Entro nella Chiesa di Faenza – Modigliana nella fedeltà al mandato apostolico, e chiedo di essere accolto come figlio e fratello, per potervi servire come padre nella fede e nell’amore di Cristo.
Vengo a voi con la fede cristiana ricevuta nella mia famiglia e nella mia parrocchia, dove sono stato formato da un sacerdote faentino e con un lungo percorso di ministero presbiterale ed episcopale, vissuto nella chiesa di Bologna che ho servito come ho potuto, e sempre volentieri.
Mi incoraggia la protezione della Beata Vergine delle Grazie, patrona principale della nostra Chiesa di Faenza – Modigliana, che continua quella invocata finora con il titolo di Madonna di San Luca.
Mi conforta la storia gloriosa di questa amata Chiesa, tanto benemerita anche verso la Chiesa universale che ha servito con alcuni dei suoi figli migliori, fra i quali ricordo con un cordiale saluto gli eminentissimi cardinali Achille Silvestrini, Pio Laghi e Dino Monduzzi.
Intendo raccogliere l’eredità pastorale dei vescovi che mi hanno preceduto, in particolare del carissimo mons. Italo Castellani, che ringrazio per la sua fraterna amicizia, e del compianto mons. Francesco Tarcisio Bertozzi, che rese ancora più prezioso il suo servizio con il sacrificio della vita.
Chiedo ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli laici di aiutarmi a essere il pastore di tutti, per condurre tutti a Cristo. Insieme potremo fare cose belle, per il bene di tutto il popolo di Faenza – Modigliana, con la protezione dei santi patroni e con l’aiuto di Dio. Ricordatemi fin d’ora nelle vostre preghiere, mentre da parte mia invoco per voi tutti, dal Signore, una particolare benedizione.