Alfonsine 10 settembre 2022.
Cari fratelli e sorelle, la festa patronale ci porta a riflettere sulla Natività di Maria. La festa che la ricorda è, secondo la tradizione più recente, collegata con la fine dell’estate e con i raccolti. Il giorno della Natività della Vergine Maria non è un compleanno come tanti altri. Celebrando il compleanno di una grande personalità della storia civile pensiamo principalmente alla sua vita passata. Con la Madre di Dio non è così. Maria non appartiene solo al passato. Mediante la sua Assunzione è divenuta contemporanea a noi tutti, a tutte le generazioni, presenti e future. Maria, come il Figlio, è sempre presente nella nostra storia con la sua disponibilità alla volontà di Dio, con la sua azione di protezione e di mediazione. È presente con noi ogni giorno, cammina con noi. Cosa ha da insegnarci la nascita di Maria? Ci ricorda, in particolare, la sua risposta all’annuncio dell’angelo: «Eccomi, sono la serva del Signore». Maria che si rende disponibile a Dio ci rammenta l’incarnazione del Figlio di Dio. Il Verbo, grazie al sì della Madonna, si fa carne, diventa uno di noi, vive con noi, ci accompagna ogni giorno. Maria, serva di Dio, diviene la «porta» per la quale Dio entra in questo mondo. Anzi, non solo la «porta», diviene «dimora» del Signore, «casa vivente» del Creatore del mondo. Vive nella nostra storia personale e nelle nostre comunità cristiane anzitutto come Madre di Dio. Offre sé stessa perché il Figlio di Dio diventi uomo, uno come noi.
Cosa dobbiamo fare noi che abbiamo Maria come patrona? Come Maria, anche noi dobbiamo offrire noi stessi, la nostra vita, perché Gesù Cristo possa nascere nel mondo, nella nostra vita, perché noi diventiamo simili a Lui, Figlio di Dio. Come in Maria si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura, così la nostra umanità è chiamata a diventare «tempio» dove abita l’Altissimo. Dobbiamo, allora, domandarci: siamo realmente aperti come Maria che accoglie Dio? Offriamo a Lui la nostra vita perché diventi uno di noi? Come Maria, doniamo al mondo il Signore Gesù perché il suo essere Figlio diventi in ogni persona principio di vita nuova?
La fede ci fa «abitare» nel mistero della natività e della maternità di Maria. Ci fa vivere e «camminare» in tale mistero, grazie al fatto che è eternizzata come Immacolata, Madre di Dio e della Chiesa. Dobbiamo vivere in questo territorio, a casa nostra, al pari di Maria, come umanità in piena comunione con Dio, come persone immacolate, come credenti che “generano” nella loro vita e nelle relazioni interpersonali e sociali una umanità redenta, come persone che partecipi del Corpo di Cristo sono missionarie del Padre. Maria vive eternamente nella comunione di Dio e intercede perché i figli di Dio siano presenti nella storia come missionari e protagonisti del Regno di Dio. Maria ha dato alla luce il Figlio di Dio perché tutti noi, accogliendoLo e operando con Lui, diventiamo capaci di partecipare alla nuova creazione che Cristo ha iniziato con la sua incarnazione.
Domandiamoci: noi, oggi, siamo impegnati a “generare” Gesù Cristo mediante l’annuncio di Lui, mediante la catechesi, la testimonianza? Un anno fa vi è stato l’ingresso del nuovo parroco don Massimo Goni e del vicario parrocchiale don Stanislao Rafalko. Per favorire la crescita della vostra unità pastorale nella generazione e nella coltivazione della fede personale e comunitaria, il vescovo consigliava la valorizzazione del laicato e della vita di comunione nella missione, non tralasciando la formazione e la costituzione di Gruppi ministeriali.
Quest’anno nella vostra unità pastorale si è determinata una nuova situazione, per cui è stata necessaria una lieve riorganizzazione della vita pastorale.
Al gruppo delle vostre comunità parrocchiali è stata aggiunta quella di Rossetta, dal momento che il parroco Mons. Pietro Magnanini, per motivi di salute e di età, si è ritirato presso la Casa del Clero. In vista del raggiungimento dei grandi traguardi dell’annuncio e della vita cristiana in questo territorio, Don Stanislao Rafalko viene ad assumere il compito di amministratore parrocchiale, quanto alla cura delle anime, sia di Rossetta sia della parrocchia del Ss. Cuore di Gesù. Nella nuova configurazione dell’Unità pastorale, specie nelle attuali condizioni di rarefazione della presenza dei giovani e di eclissi degli adulti nella trasmissione della fede e nell’educazione ad essa, diventa più cogente l’annuncio del Vangelo da parte di tutti, l’accompagnamento delle famiglie, la formazione della dimensione sociale della fede, la catechesi, specie dei giovani e degli adulti. Papa Francesco ci ha invitati ripetutamente a prestare l’attenzione su questo ultimo aspetto. Con una lettera apostolica recante il titolo Antiquum ministerium ha istituito il ministero laicale di catechista. Questo ministero possiede una forte valenza vocazionale che richiede il dovuto discernimento da parte del Vescovo e si evidenzia con il Rito di istituzione. La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha pubblicato il testo del Rito dell’istituzione dei catechisti nel dicembre 2021. Così, papa Francesco, ha più volte insistito sul coinvolgimento dei nonni, oltre che degli adulti, nei confronti dell’educazione alla fede dei ragazzi e dei più giovani. È dall’alleanza tra le generazioni che il futuro viene aperto alla speranza. Inoltre, come ben sapete, il pontefice, ha incoraggiato tutte le comunità nell’organizzare un catecumenato per i fidanzati in vista del matrimonio. Ma non va dimenticato il cammino sinodale, incentrato sull’ascolto reciproco, sulla comunione, sulla liturgia e sulla missione: cammino che ci condurrà alla celebrazione del Giubileo del 2025. È dall’incontro rinnovato con Dio e tra di noi in Gesù Cristo, specie mediante la preghiera e la partecipazione all’Eucaristia, che fioriscono nuove comunità, un nuovo umanesimo, una nuova cultura, una nuova storia. Meno si vive con Dio e meno si conosce l’uomo e la libertà. Meno si è capaci di discernere i segni dei tempi. La più insidiosa povertà dei nostri tempi, in una società estremamente liquida, sia per gli adulti sia per i giovani, è che non sappiamo più chi sia l’uomo. E così si perde il senso della vita. Essa viene banalizzata e piegata prevalentemente verso i beni materiali, pur importanti. Ma come ebbe a dire il Signore Gesù non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Il nostro principale problema, se vogliamo risolvere le principali crisi odierne (climatica, ecologica, migratoria, pandemica, bellica, economica) è chiederci su come fare spazio a Dio e a sua Madre in noi e in questa società. Il grande filosofo Biagio Pascal ha scritto: «Non soltanto conosciamo Dio unicamente per mezzo di Gesù Cristo, ma conosciamo noi stessi unicamente per mezzo di Gesù Cristo. Fuori di Gesù Cristo, non sappiamo cosa sia la nostra vita e la nostra morte, Dio e noi stessi».
Maria santissima, Madre di Dio, ci dona Chi ci consente di conoscere Dio e noi stessi, sia come figli sia come Chiesa. Come Maria “generiamo” il Figlio di Dio nella nostra vita e nel mondo. In questo territorio la nostra comunità, popolata da numerosi figli e figlie di Dio, sarà sorgente di vita nuova per le nostre famiglie, per l’economia, per le scuole, per le imprese, per le varie istituzioni sociali.
Mario Toso