La morte è sempre un evento doloroso per coloro che ne sono in qualche modo coinvolti; ma quando la morte arriva in circostanze che mettono in evidenza un gesto generoso e altruistico come quello del pilota Andrea Golfera, allora tutti restiamo colpiti dall’evento, e desideriamo in qualche modo esprimere la nostra partecipazione.
Le Chiese di Imola e di Faenza, in questa celebrazione di suffragio che viene celebrata in un luogo che in modo emblematico le unisce, si accompagnano allo sgomento di tutta la comunità di Lugo e non solo, e sono vicine al dolore dei familiari del pilota Andrea.
Abbiamo già ascoltato in questa liturgia funebre la parola di Dio. E’ una parola che vuole aprire alla speranza e allo stesso tempo richiamarci ad un impegno.
Anzitutto vogliamo pregare perché il Signore conceda la pace eterna a questo suo figlio morto tragicamente nell’adempimento di un dovere di servizio per il bene del suo prossimo. Poi vogliamo chiedere conforto per coloro che legati da vincoli di affetto soffrono per questa morte, in particolare per l’anziano genitore. Infine ci chiediamo se questa morte non ci interpelli tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini, nella difesa del bene comune di tutta la nazione.
‘Io lo so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la carne, vedrò Dio’. Andrea si è presentato al giudizio di Dio, al quale anche noi lo affidiamo, pregando che Dio si ricordi della sua misericordia e dell’amore che ha avuto per questa sua creatura fin da quando nel battesimo lo ha voluto tra i suoi figli. Il nome che lo ha identificato per tutta la vita è quello che gli fu posto dai suoi genitori nel giorno del battesimo, ed è il nome con il quale anche il Padre che è nei cieli lo ha riconosciuto. La preghiera della Chiesa in questa Eucaristia di commiato si affida all’amore che Dio ha mostrato in Cristo Gesù morto e risorto, e prega per la pace eterna di Andrea, accolto nella casa del Padre a ricevere il premio del bene che ha compiuto, in particolare del gesto eroico che lo ha portato alla morte. ‘Nessuno ha un amore più grande, ha detto Gesù, di chi dà la vita per i propri amici’. L’epilogo tragico di quel ultimo intervento per spegnere un incendio che minacciava cose e persone, ha rivelato quanto rischioso fosse il servizio che il pilota Andrea Golfera compiva nella Protezione civile nazionale, e nonostante questo come egli abbia continuato a svolgerlo con generosità e competenza per tanti anni.
In ogni caso però la morte lascia un grande vuoto soprattutto nelle persone più care, in coloro che vivevano insieme e ne condividevano gli affetti e le premure. Per tutti costoro noi preghiamo, perché siano aiutati se non a capire, almeno ad accettare questo dolore. Ci può essere un senso anche nelle cose più difficili, ed è possibile vedere in esse un valore che renda preziosa anche un’esperienza dolorosa, e possa essere di conforto.
Anzitutto la parola di Gesù ci ha detto che il Signore quando ritornerà nell’ora che non pensiamo, se ci trova pronti a compiere del bene, ci accoglierà nella sua casa, ci farà sedere alla sua mensa e si metterà lui stesso a servirci. L’unico modo per essere pronti nel momento della morte è di lavorare sempre per il bene. Se questo pensiero non può togliere il dolore, può tuttavia lasciare intravedere una luce, e dare un po’ di consolazione. A fronte di alcune vite spese male, sciupate e concluse malamente, è giusto riconoscere la validità di una vita offerta per il bene degli altri. E la testimonianza di solidarietà che anche in questo caso tanti hanno manifestato, sia il segno di un conforto profondo che noi nella preghiera invochiamo da Dio per tutti i familiari ed amici colpiti da questa sciagura.
Infine credo che dobbiamo anche chiederci se la morte del pilota Andrea Golfera non debba ricordarci quanto il bene comune della nazione debba stare a cuore a tutti. Credo che da parte delle istituzioni sia giusto predisporre le leggi necessarie a questo scopo, e far osservare quelle che già esistono; ma credo che ci sia anche un impegno di tutti i cittadini nella formazione di una coscienza positiva al riguardo. In fondo il pilota Golfera stava difendendo dal fuoco beni e cose che non erano suoi, ma di altre persone e famiglie, e di tutta la collettività.
I beni che sono di tutti sono affidati alla cura di ciascuno. Ma è proprio questa sensibilità che si rischia di perdere se non viene costantemente formata. E’ necessario un impegno educativo da parte delle famiglie, della scuola e della Chiesa; ed è necessario un impegno della politica che nella cura bene comune ha la sua ragion d’essere. Dispiace che debbano essere eventi come quello che stiamo celebrando a ricordarci che ci sono dei beni, come può essere un bosco, che sono di tutti, e che nessuno per interessi personali dovrebbe nemmeno pensare di poter distruggere. E qui comprendiamo che non bastano le leggi a contrastare questi fenomeni, se non esiste una coscienza morale educata a questi valori, con insegnamenti condivisi ed esempi diffusi.
Se diciamo queste cose è solo perché vorremmo che anche il sacrificio di un uomo che ha dato la vita per questo possa portare ancora frutto, e far capire che è possibile sperare ancora in un mondo più giusto, se ognuno saprà fare la propria parte.
In questa eucaristia di suffragio vogliamo pregare per tutti coloro che sono morti nel compiere un servizio per il bene comune, e che manifestano come sia possibile vivere per gli altri, mettendo in pratica, forse senza saperlo, l’unico precetto dell’amore
OMELIA per le esequie del PILOTA della Protezione Civile ANDREA GOLFERA
Aeroporto 'F.Baracca' di Villa S.Martino-Lugo, 28 luglio 2007
28-07-2007