E’ toccato a S. Paolo quest’anno, narrarci l’istituzione dell’Eucaristia nella solennità del Corpo e del Sangue del Signore: ‘Ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso”. Il richiamo alla grande tradizione della Chiesa, che inizia con la fedeltà degli Apostoli al mandato di Cristo, ci è particolarmente caro questa sera, per il momento che stiamo vivendo in questa Eucaristia. Celebriamo infatti nella liturgia e abbiamo nel cuore alcuni eventi che si riescono a cogliere pienamente, pur nella loro successione temporale, solo nella comunione della Chiesa cattolica.
Viviamo con la Chiesa la celebrazione liturgica del Corpus Domini, che vuole porre alla venerazione pubblica il SS.mo Sacramento mediante la processione per le nostre strade; partecipiamo al Giubileo della grande famiglia domenicana nel ricordare gli 800 anni della prima comunità contemplativa; ricordiamo pure i 50 anni di Adorazione eucaristica quotidiana qui all’Ara Crucis; infine verrà accolta la professione solenne di Sr. Maria Elisa. Tutto trova unità nell’Eucaristia, nel Corpo dato e nel Sangue versato, che da sempre alimenta la vita della Chiesa, è al centro di ogni sua opera, e attrae quanti si lasciano affascinare da Cristo.
Il papa Benedetto XVI nell’esortazione apostolica ‘Sacramentum caritatis’ ci ha parlato dell’Eucaristia , mistero da vivere. Il pane vivo disceso dal cielo è dato per la nostra vita di figli di Dio, iniziata nel Battesimo, e che fiorirà pienamente nell’eternità. Questo cibo di volta in volta ci assimila al Signore Gesù, ai suoi sentimenti, alle sue virtù, e chiede progressivamente una offerta di noi stessi a Lui. Il papa ricorda le parole di S. Paolo: ‘Vi esorto fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale’ (Rm 12,1). E aggiunge: ‘In questa esortazione emerge l’immagine del nuovo culto come offerta totale della propria persona in comunione con tutta la Chiesa’(n.70).
Mi pare che si possa vedere nella realtà del culto spirituale ogni atto di offerta a Dio, dall’adorazione eucaristica alla consacrazione di tutta la vita, offerta gradita a Dio insieme a quella che Cristo continua a presentare nel sacrificio eucaristico.
Questo culto spirituale continua l’offerta che il Verbo di Dio fece di sé entrando nel mondo: ‘Tu non hai voluto né sacrificio né offerta; un corpo invece mi hai preparato: ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà’. E a questa offerta si unì subito quella della Madre, la Vergine Maria: ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto’.
La consacrazione totale e definitiva di una persona al Signore, da un punto di vista umano è difficilmente comprensibile. Trova la sua ragione nel mistero dell’offerta della Chiesa al Padre insieme al sacrificio di Cristo, per mezzo dello Spirito Santo. Fin dai primi tempi la Chiesa, dopo l’era dei martiri, considerò la vita consacrata come un martirio quotidiano. La vita verginale, povera e obbediente è testimonianza della donazione totale a Cristo. Una vita così fatta manifesta in modo evidente la fede in Gesù vivo e presente, capace di rispondere a tutte le attese del cuore umano.
L’Ara crucis, l’altare su cui il sommo Sacerdote Cristo Gesù ha offerto sé stesso al Padre per noi, diventa uno stile di vita, diventa dono, amore a Dio e al prossimo. La persona consacrata può dire con Gesù: ‘Per questo il Padre mi ama, perché offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo’, nel centuplo promesso dal Signore e nella vita eterna.
Continua il Papa nell’esortazione citata: ‘In quanto coinvolge la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione dell’uomo chiamato per grazia ad essere ad immagine del Figlio di Dio. Non c’è nulla di autenticamente umano ‘ pensieri ed affetti, parole ed opere ‘ che non trovi nel sacramento dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza’ (n.71). L’adorazione eucaristica quotidiana vuole facilitare questa possibilità, con il sostegno della comunità monastica che assicura la fedeltà della proposta e l’apre a coloro che nella nostra Chiesa desiderano esperimentarla.
A proposito poi del rapporto tra Eucaristia e vita consacrata il Papa aggiunge: ‘Il Mistero eucaristico manifesta un intrinseco rapporto con la verginità consacrata, in quanto questa è espressione della dedizione esclusiva della Chiesa a Cristo, che essa accoglie come suo Sposo con fedeltà radicale e feconda. Nell’Eucaristia la verginità consacrata trova ispirazione ed alimento per la sua dedizione totale a Cristo. Dall’Eucaristia inoltre essa trae conforto e spinta per essere, anche nel nostro tempo, segno dell’amore gratuito e fecondo che Dio ha verso l’umanità. Infine la vita consacrata è segno e anticipazione delle nozze dell’Agnello’ (n.81).
Noi cristiani abbiamo bisogno di essere continuamente richiamati su queste verità vitali: nel seguire Cristo non ci devono essere compromessi, ma chiarezza e coraggio nonostante le difficoltà; di fronte agli uomini i cristiani devono essere segno dell’amore del Padre verso tutti, perché la gente non crede più nell’amore di Dio, ma lo pensa lontano e assente. Allora è bello che ci sia qualcuno che con la vita ci ricorda che ‘la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina’ (G.S. 22).
Posso immaginare che qualcuno, conoscendo il servizio di carità che faceva Elisa nel centro di ascolto della Caritas, prima di farsi suora, abbia pensato che la sua vita era più utile prima di adesso. Non è raro il passaggio da un forte impegno nel sociale ad una consacrazione totale a Dio. A me verrebbe da pensare che di fronte a problemi il più delle volte insolubili, si arrivi a capire che ‘se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori’. Per cui è possibile intravedere un modo ancora più efficace per essere di aiuto ai poveri: non tanto l’arrabattarsi nelle faccende di ogni giorno, quanto l’affidarsi alla potenza di Dio, che può sfamare cinquemila persone con cinque pani e due pesci, se trova il gesto generoso di chi provoca il suo amore.
‘I poveri li sento vicini’, dice Sr. Elisa. Essi infatti sono nella sua preghiera, nella sua offerta quotidiana, nella preghiera a Dio perché raggiunga il cuore degli uomini, e faccia fiorire la carità, la giustizia, il rispetto della vita dei più piccoli. Non è una fuga dal mondo, ma entrare in profondità nelle vicende degli uomini, viste nella luce di Dio e collocate là dove trovano il loro vero senso, sia nella situazione di sofferenza di chi è provato dalla vita, sia nell’attenzione di carità di chi viene mosso dallo Spirito santo. Anche coloro che hanno l’impressione di perdere una persona cara, come può accadere ai genitori, ai parenti e agli amici, il Signore gliela farà ritrovare in modo più vero ed efficace, perché con la sua preghiera potrà essere sempre accanto a loro, e fare sentire un modo di essere amati che solo Dio può donare.
Ringraziamo il Signore che oggi consacra a Sé in modo definitivo questa figlia della nostra Chiesa, nella comunità dell’Ara Crucis, e preghiamo perché il sì che ella ha detto a Gesù nel suo ardore giovanile resti fedele per tutta la vita.
OMELIA per la PROFESSIONE SOLENNE di suor MARIA ELISA VISANI
Faenza, Monastero di Clausura dell'Ara Crucis, 9 giugno 2007
09-06-2007