OMELIA per la MESSA CRISMALE 2011

Faenza, Basilica Cattedrale - 21 aprile 2011
21-04-2011


‘O Padre, che hai consacrato il tuo unico Figlio con l’unzione dello Spirito Santo e lo hai costituito Messia e Signore, concedi a noi, partecipi della sua consacrazione”. Vogliamo considerare in particolare la partecipazione di noi presbiteri alla consacrazione del Cristo nello Spirito Santo, che ci inserisce in modo misterioso nel cuore di questa Messa crismale. Il Crisma che consacriamo oggi verrà usato, a Dio piacendo, per una ordinazione presbiterale nella nostra Chiesa; tutti i presbiteri sanno di essere diventati tali per l’efficacia del segno sacramentale del crisma, che li ha uniti a Cristo capo e pastore.


Durante la Messa crismale ogni anno i presbiteri sono invitati a rinnovare le promesse che al momento dell’ordinazione furono fatte davanti al vescovo e al popolo santo di Dio. Rinnovazione che non significa: ‘Stiamo ai patti, perché avete fatto delle promesse e ora siete tenuti a rispettarle’; non è necessario ricordare una volta all’anno ciò per cui ogni giorno si dona la vita. Le promesse sacerdotali non scadono ogni anno, perché sono definitive.


Ma ogni anno è bello rinnovare la grazia dell’alleanza che Dio ha stipulato con ciascuno di noi con il sacramento dell’Ordine, e che noi siamo lieti di ricordare come l’inizio della nostra vita a servizio di Cristo nella Chiesa.


Verrà chiesto tra poco a tutti noi qui presenti se vogliamo unirci intimamente al Signore Gesù confermando i sacri impegni che spinti dall’amore di Cristo abbiamo assunto liberamente verso la Chiesa. Sappiamo benissimo che ripetendo il nostro sì non aggiungiamo niente al nostro impegno. Piuttosto rinnoviamo la richiesta dell’aiuto di Dio per mantenere questo impegno; diciamo al Signore che siamo ancora disposti a donare le nostre energie, pur conoscendo per esperienza i nostri limiti, ma sapendo pure che lui è fedele e sa portare a compimento ciò che ha iniziato in noi.


Una seconda domanda ci verrà fatta e ci chiederà a che punto siamo nell’amore per i fratelli verso i quali la Chiesa ci ha mandato perché dispensiamo loro i misteri di Dio con i sacramenti e la parola di salvezza. Forse abbiamo perso lo stupore delle prime celebrazioni Eucaristiche, ma certamente siamo arricchiti dall’avere potuto tante volte presentare sull’altare i sacrifici nostri e della nostra gente, le attese, le pene e le speranze di un mondo tanto bisognoso di Dio, quanto più cerca di farne a meno. Per non dire della pace che il sacramento del perdono offre quando viene chiesta; anche se ci dispiace della sua rarefazione.


Infine verrà chiesto al nostro popolo di pregare per i suoi sacerdoti, perché siano fedeli ministri di Cristo. Credo che tocchi a noi preti educare i fedeli a pregare per i sacerdoti, per quelli presenti e per quelli che il Signore vorrà mandare. Siamo noi infatti alla guida delle comunità e siamo responsabili anche della preghiera della comunità. Creare occasioni di preghiera prolungata per la Chiesa, per le persone consacrate, per le vocazioni, per chi ha compiti educativi’ Pregare gli uni per gli altri è segno di un vero amore reciproco, aiuta a portare i pesi gli uni degli altri, previene le divisioni, e, nella consapevolezza della nostra povertà, ci sostiene nella fatica di ogni giorno.


Ogni anno nella Messa crismale vogliamo ricordare con particolare affetto i confratelli che celebrano una ricorrenza significativa della loro Ordinazione presbiterale. Intendiamo in questo modo unirci a loro nel ringraziare il Signore e condividere la loro festa.


In questa Messa crismale preghiamo per don Giacomo Guidi, che ricorda i 70 anni di Messa; per Mons. Guglielmo Patuelli, Mons. Luigi Fabbri, Mons. Bruno Maglioni che ricordano i 65 anni di Messa, insieme al Card. Achille Silvestrini, il quale manda il suo saluto a tutti i presbiteri e a quanti siete qui riuniti; per don Alfio Alpi, don Leonardo Poggiolini, don Giuseppe Dal Pozzo, Mons. Pietro Magnanini, che celebrano i 60 anni della loro Ordinazione presbiterale; per Mons. Mario Piazza e don Domenico Buldrini nel 50.mo anniversario. Infine vi ringrazio perché avete voluto ricordare anche il 20.mo della mia Ordinazione episcopale.


Come è facile notare, quest’anno mancano presbiteri con ricorrenze recenti, segno evidente del rarefarsi delle classi più giovani nel nostro presbiterio.


Una considerazione ovvia, alla quale non sempre si pensa, è che anche i presbiteri che ricordano quest’anno molti anni di Messa


sono stati anch’essi giovani, e nella loro giovinezza hanno detto di sì al Signore che li chiamava, rimanendo fedeli, per grazia di Dio, fino ad oggi.


Quando si vede un prete vecchio è difficile ricordarsi che quando si trattava di fare le scelte definitive per la vita egli ha puntato tutto su Cristo e la sua Chiesa. Si è trattato indubbiamente della risposta ad una chiamata, ma si è trattato anche di ascoltare, con l’aiuto di Dio, tale chiamata e di lasciare tutto il resto per seguirla.


La storia personale di ognuno potrebbe rendere ragione delle fatiche e delle soddisfazioni che la vita sacerdotale ha riservato in tanti anni, nelle più diverse situazioni. Parafrasando un celebre testo potremmo dire anche di loro: ‘Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei nostri preti, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore’.


Facciamo bene a pregare per i nostri presbiteri in occasione dei loro giubilei sacerdotali, ma non aspettiamo solo tali ricorrenze per pregare per loro.


Ricordiamo nel nostro affetto e nella preghiera i confratelli, che ci hanno lasciato, in particolare quelli di quest’anno: don Stelo Fenati, Mons. Renato Bruni, don Dante Lusa, Mons. Antonio Gamberini, don Giuseppe Rotondi, ai quali dobbiamo aggiungere il diacono Giovanni Tagliaferri.


Vogliamo che siano con noi in spirito i nostri missionari, per i quali daremo oggi la nostra offerta; sono le punte avanzate della nostra Chiesa che vogliamo sostenere con la preghiera e l’aiuto fraterno.


Infine tra gli assenti ci sono anche gli ammalati e gli inabili, che sono i più vicini alla croce di Cristo, e stanno mostrando la fedeltà alla loro missione con una preziosa partecipazione al mistero della redenzione; preghiamo il Signore perché, accogliendo il loro sacrificio, dia loro pazienza e conforto; infatti non deve essere facile giunti al termine della giornata dire: ‘Siamo servi inutili’ (cfr Lc 17,10).


Vedo sempre con favore la presenza dei Ministranti alla Messa Crismale, che rendendo evidente la giovinezza della Chiesa, possono guardare avanti e rendersi disponibili ad un servizio pieno nel popolo di Dio.


Per concludere mi piace ricordare l’ultima lettera che il Papa Giovanni Paolo II inviò per il giovedì santo del 2005. Riprendo i titoli dei capitoletti in cui era suddivisa, di per sé molto significativi. Commentando le parole dell’istituzione dell’Eucaristia, il Papa vi riconosceva una formula di vita presbiterale, e precisamente: un’esistenza profondamente grata; un’esistenza donata; un’esistenza salvata per salvare; un’esistenza memore; un’esistenza consacrata; un’esistenza protesa verso Cristo; un’esistenza eucaristica alla scuola di Maria.


Oltre a questo suo ultimo insegnamento, tra non molti giorni potremo invocare anche l’intercessione del prossimo Beato, perché la nostra vita di preti sia come lui ci ha insegnato e soprattutto secondo l’esempio che ci ha lasciato