Omelia per il rinnovo dei voti della Comunità di Sasso

03-10-2017

nella prima Lettura (Zc 8, 20-23) abbiamo sentito leggere una profezia concernente il desiderio delle genti di far parte del popolo di Dio: «Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi».

Gli abitanti della terra cercano Dio, sollecitati dalla fama e dal buon nome dei credenti. Con la gioia del loro amore per Dio, con l’eloquenza delle loro opere, i Giudei diventano punto di riferimento per altri. La loro testimonianza aiuta a cercare Dio. Vivono in mezzo alla gente, formando un popolo nuovo. Così è dei battezzati in Gesù Cristo. Formano la Chiesa, composta da persone che sono sale che dà sapore, fermento che invade la pasta, luce che illumina.

I credenti diventano luce, sale e lievito perché Dio, grazie a Gesù Cristo che si è incarnato, abita in loro, con loro. Trasfigurano l’umanità grazie all’Amore di Dio, che è donato mediante lo Spirito santo. Sanno, però, che non sono esenti dall’essere insipidi, tenebre, umanità appiattita sul male. È grazie a Cristo che possono essere per i loro fratelli un aiuto efficace, orientamento, amicizia che sostiene nelle prove, luce che cava dal buio, con l’affetto, la compagnia, la flessibilità e l’attesa paziente.

Consapevoli di questo, Lucia, Marinella e Amedeo oggi rinnovano, per un anno, il dono di se stessi a Gesù Cristo, per essere più suoi, per custodire un cuore libero, genuino, radicalmente generoso, continuamente al servizio dei propri fratelli e sorelle. Fanno, allora, voto di povertà, castità e obbedienza. Per loro Gesù è tutto. Alla fine del cammino Lui sarà la paga per il prezioso lavoro svolto nella vigna che è, in particolare, la Comunità di Sasso.

In forza del colloquio quotidiano col Signore e l’unità con Lui, assumendo il giogo dell’amore di Cristo, questa Comunità scommette su una frontiera delicata ove si è chiamati a camminare accanto gli uni agli altri, per consolidare una umanità nuova, liberata dai ricatti di vecchie abitudini. Queste, pur rifiutate, conservano un fascino misterioso, nascosto nelle fibre della carne e nella memoria di un bisogno estraniante. Per don Nilo e i suoi collaboratori, la Comunità deve aiutare a conquistare il sapore dolce della libertà, quella vera, che vive e fiorisce – come scritto nella pubblicazione di quest’anno, intitolata “Festa di Sasso 2017” – grazie alla sacralità dei rapporti interpersonali, custoditi dalla fraternità, cercata e vissuta come un bene grande, universale, condiviso.

La Comunità di Sasso vuole essere famiglia ove si cresce mediante il dono reciproco, la stima vicendevole, gareggiando nel volere la gioia dell’altro. Gli altri debbono essere considerati superiori a se stessi, perché in loro vive e soffre Gesù Cristo stesso. È così che essa intende rifondare la giustizia e far crescere una nuova cittadinanza. La pratica quotidiana dell’accoglienza, la prossimità e la cura dell’altro ne sono l’alfabeto.

Gesù è il medico e dei formatori e dei giovani. Egli aiuta e dà forza agli educatori nel proporre costantemente modalità, pratiche di rinascita, anche mediante il lavoro ecologico. Ugualmente suscita nei giovani, che entrano a far parte della Comunità di Sasso, avente come emblema san Francesco d’Assisi non solo per l’impegno ecologico, il desiderio di incontrarlo, di ascoltarlo, di scovare in sé e di sconfiggere la voglia insana che porta all’autodistruzione, all’infelicità: tutti sono chiamati alla Gioia.

In questa Eucaristia, Cristo si fa cibo per noi. È medicina di immortalità, nutrimento per il nostro spirito, perché siamo forti nei propositi, guariti nell’anima e nel corpo, liberati dall’odio verso noi stessi e gli altri, disponibili alla gioia del dono.