«LAUDATO SI’» TRE ANNI DOPO:
ECOLOGIA E GIUSTIZIA
Premessa: una valorizzazione più compiuta della «Laudato si’»
Queste brevi riflessioni introduttive si prefiggono di evidenziare le premesse ontologiche e morali del binomio ecologia e giustizia, al centro della «Due giorni», organizzata a Bologna presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna, a servizio dell’Aggiornamento Teologico Presbiteri. Non si può, infatti, declinare compiutamente la valenza antropologica ed etica della Laudato si’ (=LS),1 specie nelle sue implicanze di giustizia sociale, senza individuarne i fondamenti più che consensuali.
Sono trascorsi già tre anni dalla promulgazione dell’enciclica,2 che è stata accolta con commenti positivi, sebbene non siano mancati alcuni rilievi critici. I maggiori riconoscimenti si sono avuti dapprima all’Expo di Milano sul cibo, nel giungo 2015, ma anche durante la XXI Conferenza di Parigi, riguardante i cambiamenti climatici (30 novembre-11 dicembre 2015). L’enciclica ha continuato ad essere punto di riferimento anche nell’Expo di Astana sia nel novembre 2016 sia nel giugno 2017, favorita anche dall’allestimento di un padiglione completamente dedicato all’energia.
La LS è stata, in certo modo, pronuba della nuova alleanza internazionale sul clima, siglata durante la già citata Conferenza di Parigi.3 Bisogna, però, dire che la LS è stata meno valorizzata nella sua incidenza complessiva, specie con riferimento all’ecologia integrale, di cui si fa promotrice, ed al suo metodo di discernimento. La LS non può essere ridotta soltanto ai singoli punti trattati come il clima, il cibo, l’acqua, l’economia circolare, seppur importanti.
Nel contesto della «Due giorni», dedicata all’aggiornamento teologico per presbiteri, religiosi e laici, si segnalano, allora, alcuni aspetti di pregnante attualità.
-
Fecondità del metodo di discernimento, offerto da papa Francesco, quanto alla giustizia ecologica
A fronte del grave problema della crisi ecologica, implicante una questione di giustizia non solo nei confronti del destino del pianeta, dei diritti delle generazioni future, del «grido dei poveri»,4 ma anche rispetto al futuro dell’umanità intera ‒ connesso con quello dell’ambiente ‒, e davanti ad una eclatante carenza di pensiero e di adeguata cultura,5 papa Francesco intende offrire un metodo di discernimento, articolato secondo i momenti del vedere, giudicare, agire e del celebrare, quest’ultimo frequentemente evidenziato in contesto latinoamericano.6 In tal modo, pone a disposizione categorie interpretative, atte ad istituire una valutazione antropologica ed etica più pertinente. Evidenzia innanzitutto che il compimento umano in Dio, specie oggi, implica un’ecologia integrale, mettendo così in luce che in ogni persona esiste una vocazione: ognuno è chiamato ad una crescita, inevitabilmente connotata da uno sviluppo umano integrale, sostenibile, inclusivo. Nella LS, per conseguenza, il primo principio morale, ovvero il compimento umano, è messo a tema in termini ecologici. Non si tratta di un plus di impegni etici, sociali, economici e culturali estrinseci, rispetto al nostro essere morale, alla pienezza umana in Cristo. Gli esseri umani sono segnati ed intimamente strutturati da una vocazione alla cura e alla custodia del creato, al di là di un antropocentrismo dispotico.7 Essi sono stati pensati da Dio e redenti da Cristo, chiamati in Lui a partecipare alla generazione di «cieli e terra nuovi», superando gli attacchi distruttivi in atto, gestendo il creato non da padroni assoluti, bensì da saggi amministratori. Persone e popoli conseguono il proprio compimento umano anche mediante la cura della casa comune, collaborando a che il creato raggiunga il fine per cui è stato posto in essere: per l’umanità, certamente, ma soprattutto per la gloria di Dio.
Sempre grazie al metodo di discernimento, delineato nella LS, papa Francesco qualifica la specificità dell’apporto dei credenti nella soluzione alla crisi ecologica in forza delle convinzioni della loro fede e, con ciò stesso, evidenzia le basi teologiche, antropologiche ed etiche delle esigenze di giustizia ivi implicate. I credenti, a fronte di una questione cruciale per il destino di tutti gli uomini, sono chiamati a mobilitarsi entro un movimento ecologico mondiale,8 strutturato secondo un’ispirazione cristiana.9 Essi posseggono motivazioni alte,10 più che semplicemente umane, che li spingono a ricercare strumenti ermeneutici e critici capaci di approntare soluzioni pertinenti ed efficaci.
Una tale sottolineatura del papa argentino risulta particolarmente attuale nel nostro momento storico, in cui da molte parti si riconosce l’urgenza di una presenza più responsabile e partecipata dei cattolici sul piano sociale e politico.
Mentre puntualizza l’apporto specifico dei credenti, omogeneo e coerente con la loro esperienza di fede, papa Francesco segnala i presupposti etici dell’esercizio della giustizia, nel quadro della soluzione della crisi ecologica. Lo fa a partire da quel criterio di realtà, già teorizzato nella Evangelii gaudium,11 che consente di cogliere l’emergenza dell’originalità dell’uomo sulla natura.12 Il mancato riconoscimento dell’eccedenza dell’uomo – come avviene, ad esempio, nelle teorie che lo disperdono nella comunità biotica – inficerebbe ogni discorso morale, specie con riferimento al reticolato delle relazioni di giustizia, implicate nel rapporto tra Dio, creato e persona.13
Se si smarrissero i parametri antropologici ed etici del rapporto con l’ambiente, assorbendo la persona in un tutto vitalistico, sarebbe impossibile parlare di etica ecologica e, per conseguenza, di etica ambientale secondo termini di giustizia. Questa, secondo Francesco, trova le sue fondamenta giustificative e di coniugazione, nel primato dell’ecologia umana su quella ambientale, nonché nel primo principio morale, in ambito ecologico, che è la stessa ecologia integrale.14 La giustizia non può essere concretamente realizzata senza essere articolata tenendo presente il bene comune, visto e pensato in stretta connessione col primo principio morale dell’ecologia integrale. Questa postula un’analisi, un giudizio, una progettualità, in vista di soluzioni integrali.15 Detto diversamente, i problemi ambientali vanno considerati inseparabilmente sia dai contesti umani, famigliari, lavorativi, urbani, rurali;16 sia dal bene comune della famiglia umana,17 sia dalla giustizia tra le generazioni.18 Non è possibile realizzare un’ecologia integrale prescindendo dal bene comune, e viceversa. In altri termini, non è possibile perseguire l’ecologia integrale senza solidarietà intergenerazionale, senza che siano promosse e tutelate l’etica sociale, le istituzioni e le leggi che possono favorire anzitutto l’ecologia umana.
-
Più livelli di giustizia
Dall’analisi delle linee di orientamento e di azione offerte dalla LS risulta chiaro che, con riferimento alla soluzione della crisi ecologica, vi sono più livelli di esercizio della giustizia, e che sono coinvolte più istanze: sovranazionali, nazionali e locali.
Un simile quadro sollecita i credenti e gli uomini di buona volontà ad un dialogo permanente, nonché ad impegnarsi su più piani di azione. Rispetto a ciò, non si possono non rilevare le molteplici responsabilità che investono tutti i soggetti, non escluse le comunità religiose e i loro vari luoghi educativi. Inutile dire che, nonostante numerose iniziative encomiabili, rimane ancora molto da fare. Forse potrà sembrare ingenuo, in un contesto in cui manca ancora a livello di base un sufficiente impegno, sollecitare la Chiesa cattolica a non rinunciare a formare le persone, perché possano essere presenti, con competenza e con l’ispirazione che le caratterizza, anche sul piano delle relazioni multilaterali.
Nel contesto delle politiche internazionali e nazionali, è di particolare importanza quanto afferma papa Francesco circa la legalità e la giustizia. Nel caso che l’ordine istituzionale internazionale e nazionale fallisca il suo compito, diviene decisivo il protagonismo della società civile,19 che, per sua natura intrinseca gode del primato rispetto al livello della politica. Tocca ad essa, che già normalmente è chiamata a vigilare sull’ordine del giorno ambientale dei governi, a vivere intensamente una giustizia ecologica irradiata dal basso, mediante una cittadinanza ecologica attiva. Se gli stessi politici ed amministratori che emanano leggi e disposizioni non le osservano, è fondamentale il coinvolgimento dei cittadini a supporto di iter politici trasparenti, sottoposti al dialogo sociale, liberi dalla corruzione, sorretti da una finanza non animata dall’idolatria del profitto a breve termine, orientati da una visione di crescita sostenibile, qualitativa, inclusiva. Per poter incidere sui processi decisionali, la società civile deve sapersi organizzare in movimenti che coltivano nuovi stili di vita, che riuniscono i consumatori nella promozione dei beni collettivi mediante «scelte col portafoglio».20 Non bisogna perdere la speranza nell’efficacia dei piccoli gesti quotidiani.21 Occorre investire in una grande opera educativa, perché non è possibile vivere la legalità senza una vita buona. L’educazione ecologica fa leva su un adeguato senso critico degli idoli della tecnocrazia e del capitalismo finanziario.22 In particolare, urge una spiritualità ecologica cristiana, atta ad offrire motivazioni alte e permanenti all’azione costruttrice.23
-
Il discernimento e il «celebrare»: il realismo dell’ecologia integrale
Si è già accennato al fatto che il metodo di discernimento, proposto da papa Francesco, comprende anche il momento del celebrare, che è stato elencato per ultimo. Un tale momento non è, però, da ritenersi marginale, alla stregua di un fanalino di coda. In realtà, nel corpo dell’enciclica, un tale momento è centrale e, in un certo modo, originario, strutturante gli altri momenti, perché da esso dipendono l’emergenza e l’importanza degli aspetti più specifici ed innovativi di tutto il discorso sull’ecologia integrale. Nella vita del credente, il momento del celebrare non è solo punto di arrivo della vita, ma anche punto di partenza. In definitiva, l’originalità della LS erompe dall’esperienza cristiana della ricezione, celebrazione e testimonianza del mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, che assume l’umanità e l’universo per trasfigurarli con il suo Amore, al fine di fare di essi una «creazione nuova». È dalla partecipazione al mistero della ricapitolazione di tutte le cose in Cristo che trova rafforzamento l’ermeneutica realista del rapporto tra Dio, cosmo e persona, la conversione ecologica, la fraternità universale, il primato dell’ecologia umana su quella ambientale, la verità globale di un’ecologia integrale, la pregnanza di un umanesimo trascendente, pregiudiziale per il superamento del paradigma della tecnocrazia e dell’idolatria del denaro, nonché di uno sviluppo consumistico e rapace.
Per l’esperienza cristiana, tutte le creature trovano il loro vero senso nel Verbo incarnato. Il Figlio di Dio, facendosi uomo in tutto simile a noi, ha incorporato nella sua persona parte dell’universo materiale, e vi ha introdotto un germe di trasformazione definitiva.24 Nel Pane eucaristico, la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso.25 La partecipazione all’Eucaristia consente di risanare la relazione degli esseri umani con Dio, con se stessi, con ogni altro tu, con il creato intero. Con la celebrazione dell’Eucaristia – la nuova Alleanza – l’impronta trinitaria disseminata nell’universo con la creazione e deturpata dal peccato, viene ristabilita ed irrobustita.26
-
Conclusione: annotazioni pratiche finali
È noto che ogni enciclica non nasce per abbellire le biblioteche. Infatti, mediante un’ermeneutica interdisciplinare, va tradotta in azione costruttrice. In vista di ciò, sono benvenute le molteplici iniziative sorte ovunque, anche nelle nostre Diocesi, all’interno dell’azione pastorale e catechetica, ma non solo. Sono sicuramente da imitare quei tentativi, che istituiscono nelle Diocesi una Commissione Nuovi stili di vita, come a Padova, o un Tavolo per la custodia del creato, come qui a Bologna, o un Segretariato a servizio dell’ecologia integrale, come in Francia, o anche un’équipe trasversale di docenti, che lavorano sui temi ecologici, una serie di conferenze sulla LS, un esame di coscienza inclusivo di domande sui peccati ecologici.27 Si potrebbe continuare nell’esemplificazione. Ma la sfida più grande da cogliere, mettendo davvero in pratica la stessa LS, è quella di analizzare la realtà e di agire in maniera integrale. Per chiarire meglio il concetto di approccio integrale, è bene porci delle domande. Secondo la logica che struttura la LS, un’équipe pro-vita potrà, forse, disinteressarsi dell’ecologia? Chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione potrà disinteressarsi dei poveri, della tratta di persone, della distruzione di un essere umano, dell’aborto?28 Chi pratica il criterio di realtà, che implica che si accetti la propria esistenza come dono di Dio, può fare a meno di apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità, per poter riconoscere se stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé?29 Chi promuove la famiglia, basata sul matrimonio tra uomo e donna, potrà rimanere indifferente sulle questioni riguardanti il funzionamento delle comunità di quartiere, della città, della democrazia? Chi è cristiano e milita per l’ecologia integrale potrà ignorare l’importanza del celebrare, della preghiera e della spiritualità cristiana? La conoscenza della LS rende senz’altro facile rispondere agli interrogativi posti, perché tutto vi risulta collegato. Per la LS non vi può essere una seria e convinta preoccupazione per l’ambiente senza la compresenza di un sincero amore per gli esseri umani ed un costante impegno al riguardo dei problemi della società.
Corrispondentemente alla vocazione alla cura e allo sviluppo del creato occorre, dunque, preparare ed inviare missionari dell’ecologia integrale. Non basta interessarsi del clima, dell’acqua potabile, delle energie rinnovabili, dell’economia circolare o di altro ancora in maniera separata dal resto, per dirsi ecologisti secondo lo spirito della LS. Si rischierebbe il riduzionismo, il settorialismo, perdendo di vista una visione globale. Occorre agire ed educare in maniera integrale, alla luce di un’ecologia altrettanto integrale. Solo così si potrà valorizzare e far vivere appieno l’importante enciclica di papa Francesco.
+ Mario Toso
1 Francesco, Laudato si’, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2015. Tra i commenti apparsi segnaliamo: S. Morandini, Laudato si’. Un’enciclica per la terra, Cittadella Editrice, Assisi 2015; Aa.Vv., Curare madre terra, EMI, Bologna 2015; AA. VV., Cura della casa comune. Introduzione a Laudato si’ e sfide e prospettive per la sostenibilità, a cura di J. I. Kureethadam, LAS, Roma 2015; A Spadaro, Laudato si’. Guida alla lettura dell’enciclica di papa Francesco, in «La Civiltà cattolica», 3961 (11 luglio 2015), pp. 3-22; Aa.Vv., Abiterai la terra. Commento all’enciclica Laudato si’, AVE, Roma 2015. Possono tornare utili, in vista dell’educazione ad una cittadinanza ecologica attiva e responsabile, raccomandata dall’enciclica, alcune pubblicazioni agili e di facile lettura come: A. Sella, Come cambiare il mondo con i nuovi stili di vita, a cura di Daniela Scherrer, EMI, Bologna 2013; M. Boschini, Nessuno lo farà al posto tuo. Piccolo ideario di resistenza quotidiana, EMI, Bologna 2013; M. Boschini–E. Orzes, I rifiuti? Non esistono!, EMI, Bologna 2014; Aa.Vv., Laudato si’. Un aiuto alla lettura, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2016.
3 Significativi segnali di assenso sono venuti dai negoziatori di Cina, India e Brasile e da due grandi esportatori di greggio: Arabia Saudita e Venezuela. L’intesa è stata sottoscritta da 195 Paesi. L’articolo 2 dell’accordo fissa l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura al di sotto dei due gradi, indicando la soglia desiderabile di 1,5 gradi. Negli USA se le politiche ambientali di Barak Obama avevano dato priorità alla riduzione delle emissioni di carbonio attraverso l’uso dell’energia rinnovabile pulita, Donald Trump sta cercando di aumentare l’uso di combustibili fossili e di eliminare le politiche ambientali del predecessore, che considera dannose per lo sviluppo delle imprese americane. Né Trump né il suo amministratore dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) Scott Pruit ritengono che il biossido di carbonio sia uno dei fattori principali del riscaldamento globale. Proprio per questo, Trump ha tagliato il budget Epa del 31% e, un anno fa, ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi.
4 «[…] oggi – si legge nella LS – non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri» (LS n. 49).
5 Cf LS n. 53.
6 Sul discernimento sociale nel contesto latinoamericano, si legga M. Toso, Il realismo dell’amore di Cristo. La «Caritas in veritate»: prospettive pastorali e impegno del laicato, Studium, Roma 2010, pp. 26-31.
7 Cf LS n. 68.
8 Cf LS n. 14.
9 Ecco quanto si legge al n. 64 della LS: «D’altra parte, anche se questa Enciclica si apre a un dialogo con tutti per cercare insieme cammini di liberazione, voglio mostrare fin dall’inizio come le convinzioni di fede offrano ai cristiani, e in parte anche ad altri credenti, motivazioni alte per prendersi cura della natura e dei fratelli e sorelle più fragili. Se il solo fatto di essere umani muove le persone a prendersi cura dell’ambiente del quale sono parte, “i cristiani, in particolare, avvertono che i loro compiti all’interno del creato, i loro doveri nei confronti della natura e del Creatore sono parte della loro fede”. Pertanto, è un bene per l’umanità e per il mondo che noi credenti riconosciamo meglio gli impegni ecologici che scaturiscono dalle nostre convinzioni».
10 Cf LS n. 64.
11 Cf Francesco, Evangelii gaudium, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2013, n. 233.
12 Cf LS, n. 90.
13 «[…] l’esistenza umana – si legge nella LS – si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra. Secondo la Bibbia, queste tre relazioni vitali sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro di noi. Questa rottura è il peccato. L’armonia tra il Creatore, l’umanità e tutto il creato è stata distrutta per avere noi preteso di prendere il posto di Dio, rifiutando di riconoscerci come creature limitate. Questo fatto ha distorto anche la natura del mandato di soggiogare la terra (cf Gen 1,28) e di coltivarla e custodirla (cf Gen 2,15). Come risultato, la relazione originariamente armonica tra essere umano e natura si è trasformato in un conflitto (cf Gen 3,17-19). Per questo è significativo che l’armonia che san Francesco d’Assisi viveva con tutte le creature sia stata interpretata come una guarigione di tale rottura» (LS n. 66).
14 Cf LS nn. 137-162.
15 Cf LS n. 139.
16 Cf LS nn. 140-155.
17 Cf LS nn. 156-158.
18 Cf LS nn. 159-162.
19 «In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza. È lì infatti che possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti. Questi valori hanno radici molto profonde nelle popolazioni aborigene. Poiché il diritto, a volte, si dimostra insufficiente a causa della corruzione, si richiede una decisione politica sotto la pressione della popolazione. La società, attraverso organismi non governativi e associazioni intermedie, deve obbligare i governi a sviluppare normative, procedure e controlli più rigorosi. Se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali. D’altra parte, le legislazioni municipali possono essere più efficaci se ci sono accordi tra popolazioni vicine per sostenere le medesime politiche ambientali» (LS n.179).
20 Cf LS n. 206.
21 Cf LS n. 211.
22 Cf LS n. 210.
23 Cf LS nn. 216-227.
24 Cf LS n. 235.
25 Cf LS n. 236.
26 Cf LS nn. 238-240.
27 Cf LS n. 8.
28 Cf LS n. 91.
29 Cf LS n. 155.