[gen 25] Omelia – Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani

25-01-2023

Faenza, chiesa di san Francesco 25 gennaio 2023.

Cari fratelli e sorelle, facciamo memoria dell’incarnazione, morte e risurrezione di Gesù Cristo per rendere più salda l’unità tra i cristiani.

Una via che dobbiamo percorrere è quella che ci viene insegnata dalla conversione di san Paolo. Se desideriamo accogliere l’invito del profeta Isaia «Imparate a fare il bene, cercate la giustizia» (Is 1, 17) dobbiamo approfondire la nostra comunione con Gesù Cristo, dobbiamo vivere Cristo. Quello che ci propone il profeta Isaia diventa a noi possibile grazie a Gesù Cristo che, incarnandosi, ci fa suoi e ci rende partecipi del suo Spirito di comunione col Padre. Solo accrescendo la nostra capacità di vero, di bene e di Dio, grazie alla nostra costante unione con Cristo, possiamo essere all’altezza di quanto ci prone il profeta Isaia. In che contesto siamo chiamati a fare il bene e a cercare la giustizia? Ma, prima ancora domandiamoci: cosa significa ricercare oggi la giustizia? È una giustizia semplicemente commutativa, contributiva, distributiva, sociale. Si tratta di una giustizia meramente umana?

Noi oggi ci troviamo in una situazione di numerose piaghe che ci colpiscono come singoli e come famiglia umana, come pianeta Terra. Le piaghe che si stanno abbattendo sul mondo in cui viviamo, scrive un economista, ex ministro della Repubblica italiana, sono sette: il disastro ambientale, lo svuotamento della democrazia sversata nella repubblica internazionale del denaro, la società in decomposizione, la spinta verso il transumano, l’apparizione dei giganti della rete, la pandemia, la guerra alle porte dell’Europa e la crisi dell’approvvigionamento di risorse, dal gas al grano. Ma è un numero destinato a salire: inflazione e recessione, crisi finanziarie, carestie, migrazioni, altre guerre. Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2023,[1] accenna a due eventi globali negativi che evidenziano alcuni aspetti deleteri della globalizzazione: la pandemia e la guerra in Ucraina. La pandemia ha toccato alcuni nervi scoperti dell’assetto sociale ed economico, facendo emergere contraddizioni e disuguaglianze.[2] Ha minacciato la sicurezza lavorativa di tanti: milioni di lavoratori informali sono rimasti senza impiego e senza alcun supporto durante tutto il periodo di confinamento. La guerra in Ucraina miete vittime anche tra i soldati russi mandati da Putin ad invadere la terra di fratelli di fede e in umanità. Si tratta di guerra che diffonde incertezza «non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali – basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante» (n. 4).

Oltre agli aspetti negativi (dalle morti alla destabilizzazione della vita sociale), il Covid-19 e la guerra in Ucraina, per fortuna, ci hanno lasciato in eredità alcuni elementi positivi, come la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri e che il nostro tesoro più grande è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo.

L’esperienza deleteria della pandemia e della guerra in Ucraina invita tutti, popoli e nazioni, a rimettere al centro la parola «insieme». È insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che superiamo gli eventi più dolorosi, garantiamo la giustizia, costruiamo la pace. Insieme, non solo tra noi provenienti da varie confessioni, da diverse etnie, ma insieme tra noi e con Gesù Cristo! È con Lui che noi riusciamo a compiere il bene, a realizzare la giustizia nel mondo. È con Gesù Cristo che riusciamo ad essere artigiani di pace e realizzatori della giustizia più grande: ossia quella giustizia per cui non diamo agli altri solo beni terreni, ciò che spetta ad essi dal punto di vista umano. Assieme a Gesù Cristo riusciamo a dare alle persone anche ciò che spetta a loro in quanto figli di Dio. Uniti a Gesù Cristo riusciamo a realizzare la giustizia più grande, senza trattenerLo solo per noi, senza aver paura di donarLo: annunciandoLo. Detto altrimenti, cari fratelli, anche in questo nuovo anno siamo chiamati a lavorare insieme tra noi e con Cristo, per offrire al mondo soprattutto Gesù Cristo, Colui che ci salva, che ci unisce nel bene e nella giustizia, nella missione dell’evangelizzazione.

L’Eucaristia è ciò che ci consente di essere più efficaci, in quanto ci edifica come corpo di Cristo, come Chiesa di comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito santo. Grazie alla partecipazione dell’Eucaristia siamo popolo di Cristo, popolo samaritano che si china sulle piaghe dell’umanità, specie dei più poveri, per curarle. Lo Spirito santo ci doni un cuor solo ed un’anima sola.

 

                                                   + Mario Toso

                                    Vescovo di Faenza-Modigliana

[1] Francesco, Messaggio per la celebrazione della 56.a Giornata Mondiale della Pace: Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2022.

[2] Sulle diseguaglianze che sono molto cresciute nelle democrazie avanzate si legga: C. Triglia, La sfida delle diseguaglianze, Il Mulino, Bologna 2022. Le conseguenze della pandemia e l’invasione dell’Ucraina contribuiscono ad aggravare il quadro.