[feb 25] Omelia – Messa conclusiva Visita pastorale a Granarolo

25-02-2024

MESSA CONCLUSIVA VISITA PASTORALE UP GRANAROLO

Autorità politiche e militari, la liturgia di questa domenica unisce il Vangelo della Trasfigurazione con il racconto del sacrificio di Isacco del libro della Genesi. Gesù il Signore si trasfigura sul monte per confermare Pietro, Giacomo e Giovanni nella fede e per incoraggiarli a seguirlo sulla via della Croce. La loro vita diventerà luminosa, trasfigurata se ameranno con tutto se stessi Dio, se sapranno vivere l’amore di Cristo che si dona sino a morire per Dio e per l’umanità. In tal modo, perdendo la sua vita, donandola totalmente al Padre, mostra ai suoi discepoli la via nel diventare persone che si trasfigurano: la via della croce.  La persona di Gesù irradia una luce sfolgorante perché si dona sulla croce. Amando il Padre con tutto sé stesso diviene umanità che comunica il suo Amore, la sua gloria. Noi diventiamo irradiazione della gloria di Dio se viviamo il suo Amore che si dona pienamente e non si trattiene.

Se rileggiamo il vangelo, possiamo notare come il centro del racconto è costituito dalla voce che esce dalla nube: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».

Fratelli e sorelle, la Visita pastorale che oggi concludiamo con questa Eucaristia, hanno come punto focale la professione di fede della Chiesa: Dio è amore! Dio è amore che si dona fino in fondo, senza sconti. Dio è amore che si manifesta concretamente nel dono totale del Figlio suo, Gesù Cristo. Le nostre comunità sono chiamate ad accogliere, a celebrare e a testimoniare l’amore di Gesù Cristo. Un tale amore è chiamato ad incarnarsi, ad attuarsi nella nostra vita e nelle nostre relazioni, nelle nostre comunità parrocchiali, unificandole in Unità Pastorale. Proprio l’amore di Gesù Cristo, mostrato nella sua pienezza sulla croce, reso a noi accessibile dallo Spirito di Cristo e dall’Eucaristia che celebriamo, può rendere la nostra Unità Pastorale un’unità di persone e di famiglie strutturata da relazioni trinitarie, comunitarie.

Se davvero le nostre comunità desiderano restare unite nell’amore di uno stesso Gesù, pane vivo disceso dal cielo; se davvero desiderano essere luminose agli occhi della gente, non dimentichiamo che solo l’amore di Cristo può costituirle in un cuor solo e in un’anima sola ed essere uno spettacolo meraviglioso per tutti. È il suo amore che trasfigura le diverse comunità, poste in questo territorio, in vari «noi» di persone comunicanti tra loro con atti d’amore reciproci, aperti alla Relazioni della Comunità della Trinità. Forse, il nostro linguaggio non è sufficientemente eloquente, come dovrebbe essere. E, comunque, le comunità che qui si incontrano, che sono legate da vincoli non solo formali, accogliendo e vivendo lo Spirito di Dio e di Cristo, potranno offrire una primavera più bella di quella meteorologica, ormai alle porte. Se accoglieremo e riceveremo con sincerità lo Spirito dell’amore vivremo una primavera spirituale che riempirà i nostri cuori e i nostri spiriti della ricchezza e della pienezza di Dio. Ne godranno i nostri giovani, le famiglie, i nonni, le persone ammalate.

Cari fratelli e sorelle, avete iniziato da non molto a camminare insieme, a formare una comunità più articolata. La Visita pastorale del Vescovo penso sia stata una valida opportunità per incontrarsi, per conoscersi di più e per sintonizzarsi maggiormente nella comunione di tutti con Gesù Cristo e nella sua missione. È solo nell’unico amore di Gesù che possiamo conservare le nostre legittime differenze, le nostre identità, ponendole a servizio del bene comune che è il Corpo di Cristo, la sua Chiesa.

L’amore di Gesù Cristo, il suo Spirito ci compatta: non uniformandoci ma facendo dei molti un’unica comunità armonica e articolata nelle sue componenti e nei suoi molteplici poli. L’amore di Gesù Cristo aiuta a stemperare sterili campanilismi e a condividere una stessa passione per l’annuncio del Vangelo. Tutte le nostre comunità devono essere rivolte a contemplare il volto di Cristo. Solo se noi ci prostriamo e adoriamo Cristo riusciremo a «far vedere» il volto di Cristo agli uomini e alle donne del nostro tempo, in questo territorio, lavorato con passione, come un giardino. Gesù è necessario alla Chiesa, a ogni giovane, all’intera società. Solo Lui redime, trasfigura il nostro essere umano nel suo essere divino e ci consente di essere luce, sale, lievito.

Rivolgiamoci, allora, tutti insieme al Signore Gesù con un unico cuore, dicendo: Signore, salvaci; Signore, riscalda ed infiamma il nostro cuore con il tuo amore; Signore, dacci la forza di portarti ai nostri fratelli e sorelle, lasciando da parte quelle differenze che, esasperate, anziché rendere più ricco il nostro dialogo nell’amore e nella verità, lo uccidono. Signore aiutaci a costruire una cultura e una storia secondo il tuo pensiero e il tuo cuore.

Se noi esistiamo come Chiesa, una comunità plurale, è per assumere la forma di Cristo. Esistiamo non per noi stessi, ma per annunciare Gesù Cristo, l’Uomo Nuovo.

Vale la pena vivere per Cristo e con Lui costruire relazioni nuove. Vale la pena trasfigurare noi stessi e tutto ciò che fa parte della nostra vita, perché risplenda del candore del Signore. Per portare luce saliamo sul monte, seguendo il Signore Gesù. Preghiamo con Lui. Non abbiamo paura di vivere una vita piena di amore che si dona. In vista di comunità audaci nell’amore incentiviamo percorsi di accompagnamento costanti, attenti alle persone, capaci di intercettare le domande profonde dei giovani. Nella nostra Chiesa non manchino mai, fra tutte le vocazioni, anche le vocazioni al ministero ordinato. Non stanchiamoci di lavorare per una pastorale vocazionale intensa, anche con l’aiuto del Settore diocesano ad essa preposta. Preserviamo le nostre famiglie dalle mode culturali che le frantumano e creano devastazioni nelle persone e nelle loro relazioni. Siamo gelosi delle nostre scuole paritarie. Difendiamole, facciamole crescere nella qualità educativa. Comunità parrocchiali e scuole parrocchiali costituiscono un binomio imprescindibile, per porre le basi di un nuovo umanesimo trascendente, ricco di speranza. Le varie associazioni laicali non abbiamo paura di offrire occasioni di aggiornamento e di crescita culturale, a fronte dell’urgenza di un’ecologia integrale, della sfida dell’intelligenza artificiale che deve essere orientata al servizio di un nuovo lavoro. Coltiviamo e educhiamo i più piccoli con tanta tenerezza, come peraltro state già facendo. Abbiamo cura dei nonni, il tesoro delle nostre famiglie, chiese domestiche. Dio vi benedica tutti e vi conceda la sua consolazione.

 

                               + Mario Toso