L ‘intervento del vescovo in prossimità delle elezioni amministrative non intende certo orientare il voto di nessuno o dare patenti di cattolicità ad uno schieramento o all altro. D altra parte non può limitarsi a ricordare di non dare in uso i locali delle parrocchie per iniziative politiche, soprattutto quando i cattolici sono in evidenza, come per esempio nelle elezioni comunali di Faenza.
Che i cattolici si impegnino in politica fino all inserimento nei partiti è una cosa non solo giusta, ma anche auspicabile, mediante persone preparate e meritevoli. Ormai è accettato che dalla stessa fede cattolica possano venire opzioni politiche diverse, purché non contrastanti con principi evidenti di morale e di fede.
Nel presente momento mi preme fare due considerazioni: la prima sulla libertà e il dovere di un cattolico di rispettare la propria coscienza, al di sopra della fedeltà allo schieramento politico in cui ha scelto di operare; la seconda è un invito a svolgere la campagna elettorale tra vari candidati cattolici usando solo argomenti politici, lasciando fuori dell agone politico ciò che attiene alla sfera religiosa.
1 Il cattolico impegnato in uno schieramento politico che gli chiede di esprimersi in una scelta eticamente sensibile, deve anzitutto seguire la propria coscienza, al di sopra delle indicazioni di voto dello schieramento a cui appartiene. Il primato della coscienza, rettamente formata, è uno dei capisaldi della dottrina cattolica in ambito morale. È curioso che ci si appelli a volte, da parte di cattolici dichiarati, alla libertà di coscienza per scelte divergenti dalle indicazioni del magistero in campo morale, e non ci si ricordi di questo principio quando si tratta di agire in modo autonomo dalle indicazioni di schieramento. Proprio perché lo schieramento è laico (e non confessionalmente laicista) deve lasciare la libertà di coscienza su tutto, senza pretendere di delimitare gli ambiti in cui può essere esercitata.
2 Può succedere che vi siano candidati cattolici impegnati su opposti schieramenti. È ovvio che coloro che li debbono votare possano preferire l uno o l altro, e lavorare per sostenere l uno o l altro. In questo confronto non si devono esprimere in modo pubblico presbiteri e aggregazioni ecclesiali, ed è necessario da parte di tutti non fare uso di argomenti che fanno appello ai convincimenti o all appartenenza religiosa, ma ci si deve attenere agli argomenti politici. Non si deve infatti correre il rischio di far entrare nella comunità cristiana le differenze politiche, le quali in politica possono aver senso, nella Chiesa no.
Concludo ricordando che lo scopo della politica è promuovere il bene comune, il bene cioè di tutti gli uomini e di tutto l uomo. Infine l interesse che fiorisce in occasione delle elezioni dovrebbe favorire nei cattolici l approfondimento della dottrina sociale della Chiesa sempre, in modo da essere trovati pronti per ogni occasione.
+ Claudio Stagni, vescovo