Archivi della categoria: Messaggi

Avvento, per riscoprire i segni del Regno
Messaggio alla diocesi per l'inizio dell'Avvento
Messaggi
30-11-2007

L’Avvento del Signore per il cristiano ha almeno tre significati: la preparazione alla celebrazione della nascita di Cristo;orientare il nostro spirito verso il Signore che viene alla fine del tempo; accogliere il Signore riconoscendolo nel Regno di Dio che avanza anche oggi in modo misterioso.

Per la verità questi significati sono tra loro collegati, e si possono considerare come aspetti diversi dell’unico mistero del nostro incontro con Dio. Nel Natale di Gesù, Dio ci è venuto incontro, accorciando le distanze tra Cielo e terra, affinché nella nostra vita noi potessimo camminare con Lui, riconoscendolo in tutti i segni attraverso i quali si manifesta la presenza e la crescita del suo Regno, in vista dell’incontro definitivo ed eterno quando saremo sempre con Lui.

L’aspetto più facile da capire è certamente la preparazione al Natale, anche perché vi è il clima esterno che porta a questo, seppure in modo un po’ superficiale; una preparazione vera comporta una conversione nella nostra mentalità e nella nostra vita, per accogliere la novità che Cristo porta sempre con sé; e in questo la liturgia ci è di grande aiuto.

Ma la riflessione più efficace a me pare possa essere la scoperta dei segni del Regno, presenti nel nostro tempo, proprio in contrasto con il prevalere del male in tutte le sue forme, dalle cause naturali dei vari cataclismi, alle manifestazioni più efferate della cattiveria nei delitti e nelle guerre. In questo contesto trovare dei gesti di solidarietà, di aiuto generoso, di condivisione, di perdono è segno che c’è all’opera Qualcuno che non cede al prevalere del male, e riesce a far crescere anche nel cuore dell’uomo dei frutti che sono segno della sua presenza.

Dal momento in cui Gesù è venuto nel mondo è più facile trovare la via del bene, non solo perché c’è un insegnamento più chiaro, ma anche perché c’è l’esempio dei santi e l’aiuto dello Spirito Santo che lavora su tutta la terra. Sono queste le ragioni che ci fanno rivivere il Natale del Signore nella gioia e nella speranza, e ci sostengono nel fare la nostra parte, sapendo che nulla va perduto, ma tutto converge al bene, per coloro che sono nell’amore del Signore.

Messaggio del vescovo in occasione della elezione di don Paolo Pezzi ad Arcivescovo della diocesi della ‘Madre di Dio’ a Mosca
Messaggi
21-09-2007

La Chiesa di Faenza-Modigliana gioisce grandemente nel Signore per la nomina ad Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca di don Paolo Pezzi della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo. Nato alla vita e alla fede cristiana nella parrocchia di Russi, diocesi di Faenza-Modigliana, dove ancora vive la sua famiglia, don Paolo è molto conosciuto ed amato nella sua terra di origine. Siamo grati al Signore per la scelta di questo figlio della nostra Chiesa, che da tempo è al servizio della Chiesa cattolica a San Pietroburgo, dove collabora con lui un altro sacerdote sempre della nostra diocesi. Ci sentiamo quindi particolarmente uniti anche alla Chiesa sorella di San Pietroburgo per la promozione all’episcopato di don Paolo, e ci sentiamo già coinvolti a sostenerlo con la preghiera e la nostra fraterna partecipazione nel nuovo delicato ministero a cui l’ha chiamato la stima del Santo Padre. A nome della Chiesa di Faenza-Modigliana esprimo sincere felicitazioni a don Paolo, alla sua famiglia, alla Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo, mentre invoco per lui e per tutti i suoi cari la più ampia benedizione del Signore.

Buon anno, scuola!
Messaggio in occasione dell'inizio dell'anno scolastico
Messaggi
06-09-2007

Buon anno scolastico agli studenti e alle loro famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale della scuola. Con la ripresa della scuola riprendono anche tutte le attività sociali che con l’estate sono state sospese. Può essere significativo per gli scolari vedere che tutti sono chiamati a lavorare, a realizzare un impegno, a svolgere una attività per il bene comune. A volte i ragazzi sono portati a pensare che andare a scuola sia una fatica solo per loro, e che quando sarà finita potranno essere finalmente liberi. Invece è importante sapere che tutti sono chiamati ad una occupazione, e che lo studio è un diritto e un dovere come il lavoro. Con questo breve messaggio, oltre agli auguri per il nuovo anno scolastico perché sia una nuova opportunità di crescita e di preparazione alla vita, preme assicurare la partecipazione della Chiesa diocesana a tutto ciò che ruota attorno al mondo della scuola. Se tutti i momenti della vita di una persona sono preziosi, diventano preziosissimi quelli dai quali dipende tutto il resto, come è la fase formativa dell’età scolare. Per questo la Chiesa guarda con premura ai ragazzi e ai giovani, e alla loro formazione. Il Papa a Loreto, rivolgendosi a centinaia di migliaia di giovani fra l’altro ha detto: ‘Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere’ Siate vigilanti! Siate critici!… Non abbiate paura di preferire le vie alternative indicate dall’amore vero”; e fra queste ha ricordato anche ‘un impegno onesto nello studio e nel lavoro’. La scuola è sempre stata vista come il luogo in cui si imparano gli strumenti per una critica documentata agli eventi della vicenda umana; sarebbe un abdicare ai propri fini allinearsi alle mode propagandate dai mass media, secondo un diffuso conformismo. Il coraggio di andare contro corrente oggi è dei giovani che si impegnano, che studiano, che scelgono i valori giusti sui quali improntare la propria esistenza. Con questi auspici auguro un buon anno scolastico e chiedo per tutti la benedizione del Signore.

Benvenuti giovani
Messaggio ai givani accolti in Diocesi in occasione dell?agorà dei Giovani Italiani
Messaggi
30-08-2007

La Chiesa di Faenza-Modigliana dà il benvenuto ai giovani delle diocesi di Lucca, Udine, Asti e Sora e alle delegazioni dei giovani della Russia e di Israele, che sono accolti dalle nostre famiglie, nel progetto dell’Agorà dei giovani 2007. Cari giovani, ancora non vi conosciamo, ma già vogliamo bene a ciascuno di voi, che, nel cammino verso Loreto per l’Agorà dei Giovani ha scelto di incontrare la nostra Chiesa diocesana, in un gemellaggio breve e intenso di ascolto reciproco. Le nostre famiglie si erano preparate ad accogliere un numero triplo di giovani, di quanti saranno presenti. Questo vi dica la gioia e il desiderio di accogliervi con simpatia e cordialità. Vi trasmetteremo, spero, un po’ della schiettezza romagnola di cui andiamo fieri; ma soprattutto cercheremo di ascoltare voi e il vostro mondo, le vostre attese e i vostri progetti, le storie delle vostre comunità di provenienza e tutto ciò che di bello saprete trasmetterci. Una iniezione di gioventù nella nostra città sarà senz’altro una benedizione. Spero che i faentini si accorgano non solo della vostra presenza, ma anche della vostra testimonianza gioiosa. Sono certo che dopo il vostro passaggio non rimarranno vetrine rotte e scritte sui muri, ma il ricordo di giovani che ci hanno dato e detto qualcosa di vero, di bello e di buono, mostrando che è possibile giocarsi per un ideale alto e grande come è la vita cristiana. In questi ultimi giorni di agosto la vostra presenza sia come una breve primavera, promessa di una stagione bella per la Chiesa e per il Paese. In attesa di incontrarvi, vi saluto e vi benedico. + Claudio Stagni, vescovo

Per la Carità del Papa
messaggio alla diocesi in occasione dell'Obolo di san Pietro
Messaggi
24-06-2007

Domenica 24 giugno si celebra la Giornata per la carità del Papa. La coincidenza con la solennità della nascita di S. Giovanni Battista rende impossibile la celebrazione di una Messa votiva di S. Pietro, ma non impedisce di ricordare ugualmente il ministero del Santo Padre, che sovrintende nella carità tutta la Chiesa. Infatti il significato della Giornata, conosciuta anche come Obolo di S. Pietro, vuole essere soprattutto in segno di comunione con il Papa, e un gesto di vicinanza al suo ministero universale. Questo gesto è tanto più significativo ora, di fronte ai troppi segnali contrari che vengono espressi in tutto il mondo e anche in Italia, a volte con una acredine che si pensava scomparsa in un mondo che si ritiene civile. Il nostro contributo per le iniziative di carità che il Papa sostiene in tutto il mondo, assume quindi il valore di un gesto di affetto e di consenso alla persona del papa Benedetto XVI e al suo magistero. La nostra Diocesi nel 2006 ha raccolto a questo scopo 13.278 euro, cioè poco più di un euro a testa considerando tutta la popolazione, 4/5 euro tenendo conto solo di coloro che mediamente partecipano alla Messa. Questo non è un rimprovero per nessuno, ma una constatazione del nostro poco fervore. Quando lo scorso 7 ottobre partecipammo all’udienza delle Diocesi della Romagna, il Papa si mostrò molto attento alle nostre Chiese, cosa che hanno potuto constatare anche i vescovi nella ‘visita ad limina’ dello scorso gennaio. Sarebbe molto bello se volessimo cogliere l’occasione della prossima giornata della carità del Papa per dire che ci siamo accorti del bene che il Papa vuole a tutte le Chiese, e ringraziarlo per ciò che fa anche per l’Italia. In tutte le Messe di domenica 24 giugno si dovrà pertanto fare la colletta per la carità del Papa, e versare il ricavato presso la Curia diocesana

Rioni, non solo Palio
Messagio del vescovo ai rioni di Faenza in occasione del Palio del Niballo
Messaggi
14-06-2007

In queste settimane i rioni stanno già vivendo i primi impegni delle varie gare, che culmineranno nella disputa del Palio domenica 24 giugno. E un momento di fervore che coinvolge tutti in un modo o nell altro, ed è giusto viverne al meglio la partecipazione. Per i campioni significa esibirsi al meglio delle proprie capacità, per i sostenitori si tratta di fare il dovuto tifo di incoraggiamento, per tutti i cittadini c è l orgoglio dell appartenenza al proprio rione, soprattutto nel momento delle vittorie, in particolare per quella finale.Il breve messaggio che in questa occasione sono lieto di indirizzare a tutti coloro che si impegnano per il Palio, vuole essere un segno di partecipazione da parte mia all impegno che viene profuso tutto l anno da parte degli atleti, dei dirigenti e di tutti i rionali, e che in questa stagione del raccolto si vede maggiormente.Riflettendo sulla realtà che a Faenza tiene in piedi la vita attorno ai rioni, mi sono chiesto se c è la percezione della mission che tutto questo deve conseguire, per evitare di fermarsi a curare bene gli strumenti, senza tenere conto dello scopo che attraverso di essi si vuole raggiungere. Anche perché secondo me la stessa vittoria del Palio non può essere lo scopo di tutta l impresa, ma un mezzo per un obiettivo più alto. La cosa bella è che questo obiettivo si può raggiungere anche se uno non ci pensa; ma è chiaro che è sempre preferibile che vi sia coscienza di quello che si fa e perché lo si fa. In questo modo, tra l altro, si avrebbe sempre la misura per valutare se ciò che stiamo facendo è nel giusto oppure no. Su questo però sarà bene pensarci alla ripresa; adesso bisogna concentrarsi tutti sulla gara, perché anche quest anno il Palio sia una vera festa per tutta la città, e un momento bello di appartenenza per ogni rione.In attesa di vederci allo stadio e sul sagrato del Duomo, saluto tutti di cuore.

Quando una firma aiuta
Messaggio in occasione della Giornata di Sensibilizzazione alla firma 8 per mille
Messaggi
10-05-2007

Domenica 6 maggio è la giornata di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, in vista della firma per l’otto per mille in occasione della denuncia dei redditi. Qualche riflessione per motivare nuovamente questa giornata, e incoraggiare coloro che si impegnano per la sua animazione. Soprattutto in questi tempi ci si rende conto come la sopravvivenza del sostentamento dei preti e l’aiuto alle attività della Chiesa siano affidati all’aria che tira nell’opinione pubblica. Non ci vuol molto a capire che basta una scelta della Chiesa presentata in modo fazioso dai grandi mezzi di comunicazione, perché possa cambiare il vento per ora favorevole, nelle firme per la Chiesa cattolica. Ma non deve essere questo timore a motivare l’impegno d’informare i fedeli su questo tema. Si deve capire il significato del gesto, reso possibile dalla legge dello Stato, che consiste nell’esprimere il sostegno alla propria Chiesa, per le finalità che i cittadini hanno diritto di conoscere. Si rischia di avere il paradosso che le firme dell’otto per mille vengano fatte da coloro che sono informati dagli spot della TV, mentre chi va in parrocchia non ne sa molto di più. Il servizio umile di coloro che diffondono il materiale preparato dal servizio nazionale e recapitato a tutte le parrocchie, l’intervento del celebrante che fa almeno un cenno alla fine della Messa, l’esposizione dei manifesti alle porte delle chiese sono mezzi semplici per animare una giornata che vuole formare una mentalità; è la mentalità della partecipazione attiva a tutti i livelli, come segno forte di comunione. Recentemente è stato fatto un breve corso di formazione per i seminaristi teologi della nostra regione, al quale hanno partecipato quasi tutti gli invitati. In questa occasione ci si è accorti della scarsa conoscenza che c’è del nuovo sistema di sostegno economico alla Chiesa, e per molti è stata una scoperta gradita conoscere i principi ecclesiali che ispirano questo nuovo strumento, come la partecipazione, la solidarietà, la comunione e la corresponsabilità. E’ necessario sperare che vengano superati i falsi pudori e il disinteresse (alla promozione, non ad avere i soldi), per un’azione cordiale di simpatia verso le nuove forme del sostegno economico alla Chiesa, che ci vengono invidiate da tutti i paesi europei, e che noi rischiamo di non sostenere come sarebbe giusto

Nonostante tutto, anche quest’anno ‘Alleluia’
Messaggio per la Pasqua 2007
Messaggi
06-04-2007

Figlio di e della. Una volta era normale l’indicazione della paternità e della maternità per l’identificazione delle persone. La ricerca del padre, delle radici, dell’origine è sempre forte, soprattutto in chi non ne ha le notizie più comuni. Sapere di chi siamo, anche sul piano naturale, è un bisogno che è difficile spegnere del tutto. Per fortuna che la nostra origine di figli di Dio ci è consegnata senza reticenze dal Signore Gesù risorto, che ha meritato per noi il dono del suo Spirito; questi attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio (cfr Rm 8,16). Sapere che abbiamo un Padre che è nei cieli, conoscere la nostra appartenenza alla famiglia dei figli di Dio, è il dono pasquale più bello. Gesù è morto ed è risorto non tanto per rivelarci, quanto per meritarci la figliolanza divina, nel senso che siamo diventati figli a causa del suo sacrificio. E’ un’appartenenza che Lui ha pagato con amore infinito. Per noi sapere che abbiamo un Padre, che abbiamo una nostra famiglia, che è la Chiesa, è la radice della più grande felicità possibile sulla terra. E’ anche la radice della nostra libertà, la libertà dei figli di Dio: ‘Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero’ (Gv 8,36). La Pasqua è la festa della nostra vera liberazione. In ogni tempo c’è stato chi ha cercato di rendere schiavo il popolo di Dio: da Nabucodonosor, a Nerone, a Napoleone, al totalitarismo democratico’ Tutti cercano di sottomettere i figli di Dio, prospettando illusori vantaggi e inderogabili esigenze, da soddisfare a tutti i costi’, a costo cioè di diventare schiavi di quegli idoli, di quei modi di pensare e di vivere. ‘Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù’ (Gal 5,1). Il fatto che ci sia qualcuno che non si adegua, che continua ad avere il pensiero di Cristo (cfr 1Cor 2,16), e cerca perfino, con tutti i limiti del caso, di vivere di conseguenza, non è sopportabile; deve essere per forza contestato, denigrato, combattuto. Niente di nuovo sotto il sole. ‘Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove’ (1Pt 1,6). ‘Ma voi siete di Cristo’ (1Cor 3,23), per questo nonostante tutto anche quest’anno la Chiesa canta: Alleluia, Cristo è risorto, alleluia!

Eterno, o non è amore
Messaggio per la Giornata della Gioventù 2007
Messaggi
01-04-2007

Il magistero di Papa Benedetto XVI è sempre più incentrato sull’amore, sulla carità, e questo tema viene proposto anche per la Giornata della gioventù di quest’anno: ‘Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri’. E’ una delle consegne fatte da Gesù ai suoi nell’ultima cena. Il tema rischia di diventare banale, se non viene preso nella sua profondità e pienezza. Rivolgersi a dei giovani, e dire loro che devono amare può essere una cosa ovvia; e appunto per questo può diventare superficiale, se non si coglie tutta la grandezza della proposta. I nostri giovani, sanno amare? Che idea hanno dell’amore, da quello coniugale a quello per i poveri? Sanno della fatica e della bellezza? Sanno come si impara, e chi può essere maestro affidabile? Sanno dell’aiuto che viene da Dio, che è amore non solo per sé, ma anche per parteciparlo a noi? Sanno come si può avere questo aiuto con la preghiera, il dominio di sé, il sacrificio? Sanno che l’amore o è eterno o non è amore? Il Papa nel messaggio che ha mandato per questa giornata aiuta i giovani a riflettere su tutto questo; è una riflessione che fa bene a tutti, sia perché la giovinezza non è una categoria anagrafica, sia perché non può essere molto diverso ciò che è giusto per i giovani da ciò che è giusto per gli adulti. In questo tempo di confusione sulle nozioni più elementari della vita, che sono alla base anche della vita sociale, pena non riuscire più a capirsi e a sopportarsi, è una fortuna avere ancora qualcuno che non si fa intimorire dai padroni dell’opinione pubblica, che lo vogliono portare dove pare a loro. Non ci si può permettere di sbagliare su una faccenda da cui dipende la vita delle persone, come è quella del legame affettivo tra coniugi, o di un vincolo spirituale nella consacrazione a Cristo e alla Chiesa. Non facciamoci imbrogliare da meschini interessi (di bottega, o di partito poco importa) riguardo alla sostanza della vita: amore, fedeltà, donazione, significato vero delle cose’ Impariamo da coloro che ci amano veramente, e da coloro che hanno veramente amato fino a dare la propria vita, come Cristo e coloro che lo hanno seguito. Scoprire quanto sia bello e giusto, sarà una sorpresa felice per tutti

Messaggio per la Giornata del Malato
11 febbario 2007
Messaggi
09-02-2007

L’undici febbraio, festa della Madonna di Lourdes, è ormai diventata anche la Giornata mondiale del malato. Il Papa quest’anno ci invita a riflettere sulla condizione dei malati incurabili: ‘Nonostante i progressi della scienza, non si può trovare una cura per ogni malattia’. Questa elementare considerazione purtroppo viene vissuta male, a causa della sindrome di onnipotenza che ha invaso la scienza e la medicina, per cui ogni esperienza di limite viene affrontata come una sconfitta. Senza dire poi degli interventi sbagliati che vengono ipotizzati di conseguenza (eutanasia o accanimento terapeutico). Anche nei casi di malati incurabili e spesso in fase terminale, in una concezione umana della malattia si può fare ancora molto, con l’assistenza delle cosiddette cure palliative e con l’accompagnamento umano e spirituale, in molti casi più efficace delle stesse cure. Ancora una volta non si può pensare di poter affidare la situazione di emergenza solo alla struttura pubblica. E’ importante coinvolgere la famiglia, gli amici, il volontariato per togliere anzitutto la condizione di solitudine che in ogni caso aggrava la malattia stessa; poi, quando l’accompagnamento rimane l’unico aiuto possibile, è importante che appaia come una cosa naturale e spontanea. A questo riguardo il Papa parla addirittura di ‘diritto che appartiene a ogni essere umano e che tutti dobbiamo impegnarci a difendere’. È necessario quindi anzitutto avere una giusta informazione sulla possibilità della medicina di fronte alle malattie incurabili, in particolare nella fase terminale, sapendo che la malattia e la morte fanno parte della vita; poi è importante sapere che le sofferenze umane hanno una loro fecondità in ordine alla salvezza del mondo, per liberarlo dal male del peccato insieme alla croce di Cristo; infine ognuno secondo le sue possibilità può fare qualcosa di molto utile anche quando la medicina diventa impotente, per accompagnare i fratelli sofferenti, quando ciò che conta è essere amati e alimentare la speranza nella vita vera. La Giornata del malato 2007 è una occasione per crescere in umanità di fronte ai malati che, anche se incurabili dal punta di vista medico, sono sempre persone da seguire con affetto, soprattutto nel momento difficile e sublime del passaggio all’eternità.