[set 01] – Intervento – Giornata mondiale di Preghiera ecumenica per la cura del Creato

curacreato
01-09-2023

Errano, 1° settembre 2023.

Innanzitutto, un cordiale saluto all’arcivescovo della Diocesi di Ravenna-Cervia, sua Ecc. Mons. Lorenzo Ghizzoni, ai rappresentanti delle Chiese ortodosse sempre fedeli a questa iniziativa interdiocesana, al CreAttivo nuovi stili per il creato, alla Coldiretti Ravenna, ai Carabinieri-Comando Gruppo Nucleo Forestale Ravenna, a Confcooperative Ravenna, a MCL Ravenna ed ACLI Ravenna. Benvenuti.

La Giornata mondiale di preghiera ecumenica per la cura del creato pone al suo centro le parole del profeta Amos: «scorrano la giustizia e la pace» (5, 24). Nella cura del creato, per rendere possibile alla vita di fiorire in pienezza e per cercare prima di tutto il Regno di Dio (cf Mt 6,33), occorre mantenere una giusta relazione con Dio, con l’umanità e con la natura.

Per crescere come esseri umani abbiamo bisogno di cadenzare i ritmi della vita con quelli della creazione. I battiti del cuore dell’uomo devono essere in armonia con i battiti del cuore della creazione.

Oggi si verifica una disarmonia tra i battiti del cuore dell’uomo e quelli della creazione. Infatti, constatiamo un consumismo rapace, lo stravolgimento del ciclo dell’acqua del pianeta, l’uso sfrenato di combustibili fossili e l’abbattimento delle foreste con conseguenti innalzamento delle temperature e gravi siccità. Importanti carenze idriche affliggono le abitazioni, le comunità rurali. Industrie predatorie esauriscono le fonti di acqua potabile. L’acqua viene saccheggiata e trasformata in merce soggetta alle leggi di mercato.

Cosa propone di fare il Messaggio di papa Francesco, affinché scorra in tutta la Terra un grande fiume di giustizia e di pace? Il pontefice propone sostanzialmente tre trasformazioni: a) dei nostri cuori; b) degli stili di vita; c) delle politiche pubbliche.

La prima trasformazione, previa a qualsiasi altra, va posta in atto con una conversione ecologica. Il creato non va considerato come un oggetto da sfruttare bensì come un dono da custodire e da coltivare. In concreto, la conversione ecologica dei nostri cuori va realizzata in quattro direzioni: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi. Il vero rispetto ecologico si concretizza tenendo unite creazione e redenzione. La redenzione è una nuova creazione mediante l’incarnazione di Cristo che viene a togliere il peccato dell’uomo.

La seconda trasformazione, ossia l’assunzione di nuovi stili di vita, è possibile proprio grazie al dono della vita di Cristo ad ogni uomo. Con l’aiuto della grazia del Signore Gesù riconosciamo la bellezza del creato e della nostra vocazione, giungiamo a pentirci dei nostri peccati ecologici e adottiamo nuovi stili di vita, prestando attenzione alle nostre abitudini e alle scelte economiche, compiendo meno sprechi e meno consumi inutili. Il riconoscimento dei peccati ecologici – atti di omissione o di misconoscimento dell’alfabeto posto da Dio nel creato o di danneggiamento dello stesso creato con conseguenze nefaste per la vita delle persone o delle collettività -, purtroppo non appare ancora un aspetto importante su cui la pastorale delle nostre comunità cristiane e delle nostre associazioni è chiamata a formare la coscienza e la condotta dei credenti, a investire dal punto di vista morale e spirituale. Tra gli ostacoli che impediscono la considerazione dei peccati ecologici, come peraltro degli altri peccati, è da porre senz’altro al primo posto la crescita dell’indifferenza nei confronti di Dio. L’assunzione di nuovi stili di vita, in assenza dell’amore per Dio, diventa un’impresa ardua, priva di forti motivazioni religiose e etiche.

La stessa terza trasformazione richiesta da papa Francesco relativamente alle politiche pubbliche di tipo economico o finanziario, finisce per venire destituita dei suoi fondamenti quando domini una generalizzata mancanza del senso religioso e morale, nonché del bene comune. Oggi meritano una particolare attenzione le intelligenze artificiali che, se non sono adeguatamente regolamentate nel loro uso, possono portare a tutt’altro che al progresso. Esse, come nel caso di una finanza lasciata in balia di algoritmi funzionanti per conto proprio nel perseguire profitti per i profitti, possono presiedere ad un’economia predatoria del creato, generando desertificazioni ulteriori, nuove ingiustizie e diseguaglianze, nuovi conflitti.

Di qui, allora, l’invito di papa Francesco: la Chiesa cattolica, le Chiese cristiane, come anche i molteplici soggetti singoli e sociali, sono tutti chiamati a mobilitarsi sul piano della riflessione e del rinnovamento per incrementare quel fiume di giustizia e di pace che solo può portare ad una vita in pienezza.

Le alluvioni che hanno colpito il nostro territorio con ingenti danni alla viabilità, alle colture, alle abitazioni, alle famiglie, alle imprese e alle città ci richiamano alla dura realtà dei cambiamenti climatici e dell’incuria umana. Basteranno le drammatiche alluvioni, avvenute o prevedibili, a farci cambiare modi di gestione del territorio, stili di vita, mentalità predatrici e consumistiche, omissioni, incurie? In parte, forse. Pare più necessaria una effettiva educazione ecologica delle coscienze nelle comunità e nelle varie associazioni, nelle aggregazioni e nei movimenti, ma anche presso i rappresentanti della politica. Parimenti, non può mancare la sinergia tra i vari soggetti sociali e civili per giungere ad una cittadinanza ecologica attiva, partecipativa e deliberativa. Ecco, allora, l’augurio di una ripresa decisa, pensata, coordinata, con competenza e pazienza, con un forte amore per il creato e con un vivo senso del bene comune. Non si può perdere tempo prezioso in lungaggini, discussioni pletoriche, senza tenere conto della priorità della sicurezza delle persone. Nessuno deve essere lasciato solo. Non si può ignorare che, per alcune realtà, potrebbe essere già troppo tardi.

                                                        + Mario Toso