[set 01] Intervento – Giornata del Creato

giornata creato lamone
01-09-2024

Ravenna, 1° settembre 2024.

Ringrazio, a nome anche dell’arcivescovo di Ravenna-Cervia S. Ecc. Mons. Lorenzo Ghizzoni, tutti coloro che hanno promosso e realizzato la celebrazione della Giornata del creato di questo 1° settembre 2024 che si conclude qui a Marina Romea, presso la chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, dopo che ci si è mossi dalle sorgenti alla foce del Lamone. Ringrazio, in particolare i rappresentanti delle Chiese ortodosse sempre fedeli a questa iniziativa interdiocesana, la Coldiretti Ravenna, i Carabinieri-Comando Gruppo Nucleo Forestale Ravenna, Confcooperative Ravenna, il MCL Ravenna e le ACLI di Ravenna.

 Dopo i ringraziamenti mi sia permessa una semplice sottolineatura. Come avrete avuto modo di percepire, il Messaggio di Papa Francesco ci ha sollecitati a sperare e ad agire con il creato secondo lo specifico della nostra identità, in quanto persone inabitate dallo Spirito santo, Spirito di amore e di verità insieme. Ciò viene indicato come metodo di approccio e di discernimento peculiare, per saper meglio leggere il grido della terra e dei poveri, ma anche i germi di speranza, di cura e di rinascita. Non dimentichiamo che il nostro apporto nella soluzione dei problemi ecologici e della cura del creato, come di altri, deve far leva su quanto è più tipico del nostro essere credenti. Solo così sarà possibile offrire un apporto unico ed arricchente, maggiormente rispondente alle urgenze della casa comune, creata da Dio e inabitata misteriosamente dal Risorto, che la orienta ad un destino di pienezza (cf Francesco, Laudate Deum, n. 64).

Il Messaggio di Papa Francesco «Spera ed agisci con il creato» pone, infatti, al centro dell’attenzione il compito o missione di rapportarci con il creato muovendo innanzitutto dalla nostra fede, dal nostro essere persone nelle quali abita lo Spirito Santo. Noi siamo credenti perché è stato riversato nei nostri cuori l’amore di Dio (Rm 5,5). Lo Spirito rende i credenti creativi, proattivi nella carità. Essi, nella cura del creato, sono condotti dallo Spirito Santo. Operano con amore e speranza. Sono guidati da visioni di amore, di fratellanza, di amicizia e di giustizia per tutti. Nel tempo condividono dolore e sofferenza, perché la creazione intera geme (cf Rm 8, 19-22), i cristiani gemono (cf vv. 23-25) e geme lo Spirito stesso (cf vv. 26-27). In breve, tutto il creato ed ogni creatura gemono e anelano “impazientemente”, perché possa essere superata la condizione presente. Come l’umanità, il creato è schiavo e si ritrova incapace di fare ciò per cui è stato pensato e progettato. È soggetto alla dissoluzione e alla morte. Ma la salvezza dell’uomo in Cristo è sicura speranza anche per il creato. Anche il creato sarà liberato dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio (Rm 8, 21). Nell’attesa perseverante del ritorno glorioso di Cristo, lo Spirito santo tiene vigile la comunità credente e la chiama a conversione negli stili di vita per resistere al degrado umano dell’ambiente e manifestare quella critica sociale che, sebbene denunci il male, propone cambiamenti positivi. La conversione consiste nel passare dall’arroganza del dominio sulla natura all’umiltà di chi si prende cura del creato e degli altri.

Sperare e agire con il creato vuol dire unire le forze, camminare insieme a tutti, contribuire a ripensare al potere umano, al suo significato e si suoi limiti.

Secondo i credenti, l’obbedienza allo Spirito d’amore cambia radicalmente l’atteggiamento predatore in compito di coltivatori del giardino. La terra è affidata all’uomo, ma resta di Dio.

La salvaguardia del creato è una questione non solo tecnica, ma etica e, ultimamente, teologica. Il cristiano ha l’impegno di promuovere la giustizia e la pace nel mondo attraverso la destinazione universale dei beni, la realizzazione di un’ecologia integrale.

+ Mario Toso