In questa celebrazione eucaristica ricordiamo anzitutto il quarantesimo di fondazione della Comunità di Sasso. Non sono pochi quarant’anni per una Comunità finalizzata al recupero ed al reinserimento sociale e lavorativo, attraverso un percorso di riabilitazione che si concretizza nella condivisione collettiva delle varie fasi della vita quotidiana, dalle attività lavorative e formative ai momenti conviviali e destinati al tempo libero, all’interno di una vera famiglia. Quanta dedizione e quanto amore! Quanta intelligenza e quanta empatia messi in campo ogni giorno, per tanti giovani, uomini e donne. La Comunità di Sasso vive, seppure tra difficoltà e fatiche non piccole, un alto profilo morale ed antropologico, secondo il clima relazionale di una grande famiglia, ove si cresce mediante il dono reciproco, la stima vicendevole, gareggiando nel volere il bene e la gioia dell’altro, vivendo l’esperienza evangelica del perdono. Gli altri sono considerati superiori a se stessi perché, secondo la visione spirituale dei credenti, in ogni persona in difficoltà, ma non solo, vive e soffre Gesù Cristo stesso. È proprio così che nella Comunità di Sasso si intende vivere in maniera più autentica la fraternità e la giustizia, come anche una nuova cittadinanza, a cui siamo sollecitati anche dall’ultima Enciclica Fratelli tutti, che sarà firmata oggi ad Assisi. La pratica quotidiana dell’accoglienza, la prossimità del buon samaritano e la cura dell’altro sono la grammatica comune. Gesù è il medico di base, sia del Fondatore, sia dei formatori sia dei collaboratori, sia delle persone che necessitano di un particolare supporto affettivo e psicologico. Don Nilo Nannini, con Amedeo, Lucia e Marinella formano la Piccola Fraternità: una famiglia, composta da persone che hanno voluto seguire il Signore da vicino, abbandonando tutto, intendendo essere quellievitoche quotidianamente è posto nel tessuto delle relazioni.
Ma veniamo al momento importante del rinnovo annuale della consacrazione al Signore Gesù di Lucia, Marinella ed Amedeo. Per rivolgermi a loro mutuo le parole del Siracide che abbiamo udito poco fa. Sono parole che si applicano benissimo al loro ruolo di Piccola Fraternità. Il Siracide fa riferimento a chi nella propria vita si dedica a riparare il tempio di Dio, lo amplia e lo fortifica (cf Sir 50, 1. 3-7); a chi è premuroso perché il popolo diDio non cada, non sia preda di chi lo assedia.
Amedeo, Lucia, Marinella sono coscienti di questa missione ecclesiale ed umanitaria. Tant’è che hanno voluto come punto di riferimento, per il rinnovo dei loro voti, le Letture della festa di san Francesco, che sarà celebrata domani. Noi tutti sappiamo che san Francesco è stato chiamato a ricostruire la casa di Dio. Si sentì dire dal crocifisso di san Damiano, chiesa diroccata, queste parole: «Va’, Francesco, e ripara la mia Chiesa in rovina».
Cari, Marinella, Lucia e Amedeo, mentre rinnovate i vostri voti per un anno, fate vostra, ancora una volta, una tale missione di riparazione della Chiesa anzitutto qui, presso la Comunità Sasso Montegianni. Sentitevi chiamati a rigenerare il popolo di Dio, quella porzione che è affidata a voi e a don Nilo. Siate, con i vostri compagni di viaggio, nuove creature, che divengono tali vivendo l’amore di Cristo crocifisso, ossia un amore di dono totale di sé, sino alla fine. Come dice san Paolo ai Galati, siate crocifissi con Cristo per la salvezza del mondo. La croce, segno di un amore indiviso a Dio e all’uomo, sia il vostro giogo soave e potente. Nel Signore Gesù troverete ristoro e rifugio nelle vostre fatiche (cf Mt 11, 25-30). Dio vi accompagni e vi benedica!
Auguro a tutti i componenti della Comunità Sasso Montegianni e in particolare a don Nilo Nannini ogni bene nel Signore.
+ Mario Toso
Vescovo di Faenza-Modigliana