[ott 25] Omelia – Veglia missionaria diocesana

25-10-2024

Faenza, parrocchia di san Marco 25 ottobre 2024

Cari fratelli e sorelle, la Veglia missionaria di questo 25 ottobre ha per tema “Un banchetto per tutte le genti”. Il tema della Giornata missionaria mondiale per sé è più articolato: «Andate e invitate al banchetto tutti» (cf Mt 22, 9). La celebrazione di questa sera ci unisce, dunque, a quella di tutta la Chiesa. Sono lieto, mentre sto compiendo la visita pastorale nella Diocesi, ossia mentre sono in movimento come vescovo missionario nella nostra comunità diocesana – nel mio passare di Unità pastorale in Unità pastorale, infatti, non faccio altro che incoraggiare le parrocchie, i catechisti, le associazioni e i movimenti, ad essere missionari di Gesù il Signore, a non dimenticare che possiamo organizzare tante attività, ma che se in esse non si opera un costante annuncio di Cristo, e se non ci si riferisce a Lui, la nostra fede si spegne, la testimonianza si indebolisce -, sono lieto, dicevo, nel constatare che nella nostra Diocesi c’è chi va e chi viene come missionario. Ringraziamo il Signore! È Lui che con il suo Spirito d’amore colma il nostro cuore e lo accende. Egli ai suoi discepoli disse: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso» (Lc 12, 49). Cristo, donandosi a noi nel banchetto eucaristico, che imbandisce per tutte le genti, ci colma della sua carità, della sua pienezza di vita e del suo spirito missionario.

Dicevo che c’è chi parte e va missionario. Pensiamo ai nostri missionari e missionarie dell’Ami in Africa, a padre Querzani, a sr. Giacinta Morini di Brisighella, ai missionari laici e presbiteri in Perù.

Ma c’è anche chi viene: come le suore africane “di Santa Caterina da Siena”. Hanno sottoscritto una convenzione con la nostra Diocesi per costituire una comunità composta da almeno 3 suore. Sono alloggiate nei locali parrocchiali di S. Savino. Hanno come impegno primario i servizi pastorali e caritativi quali la visita e la cura dei soggetti bisognosi presso le strutture ecclesiali e pubbliche del territorio diocesano, con particolare riferimento alla Casa del Clero, alla Parrocchia di S. Savino e all’ospedale civile di Faenza.

La seconda Comunità di Suore si è di fatto concretizzata oggi stesso a Russi. Si tratta di una comunità della Congregazione delle Religiose della Sacra Famiglia dell’Helmet. Le religiose, ospitate nei locali della Parrocchia di Russi, avranno come impegno primario la presenza nei momenti di preghiera e nelle celebrazioni, i servizi pastorali e caritativi quali, a titolo esemplificativo, la visita agli anziani, ai malati, alle famiglie, nelle abitazioni e nelle strutture sanitarie della parrocchia di S. Apollinare in Russi, la collaborazione nella catechesi soprattutto dei bambini e dei genitori, la visita settimanale ai bambini dell’Asilo Giardino Farini, associato alla FISM.

Chi alimenta il nostro spirito missionario è Gesù Cristo, che ci invita a partecipare al suo banchetto ove dona sé stesso, il suo corpo e il suo sangue. Mangiando il suo corpo e bevendo il suo sangue diventiamo un tutt’uno con Lui, il missionario per eccellenza. La nostra partecipazione all’Eucaristia ci rende popolo numeroso di missionari, di veri protagonisti di pace e di giustizia. È Cristo che avvia nel mondo il cambiamento più radicale, insegnando ad amare tutte le persone e a donare sé stessi sino all’estremo (cf Gv 13).

Egli ha dato la vita e ancora la dona. Sollecita a donare ad ognuno ciò che gli spetta, non solo come persona umana, bensì come figlio di Dio. La giustizia a cui invita Gesù Cristo non è solo la giustizia umana, bensì la giustizia più alta, mediante la quale ad ognuno è dato ciò che gli spetta in quanto figlio di Dio.

I missionari aspirano a realizzare l’inclusione di tutti nell’amore di Cristo, nella sua pienezza di vita.

Guardando dentro la nostra Diocesi, allarghiamo lo sguardo all’analfabetismo religioso crescente, alla desertificazione delle nostre comunità, alla diminuzione dei giovani nelle celebrazioni, al calo delle vocazioni al matrimonio cristiano, al sacerdozio, alla vita religiosa. Chi sente nel suo animo l’ardore missionario di Cristo non può ignorare come il nostro territorio sia già da tempo, e senza dubbio, terra di missione.

Incontriamo lo sguardo che il Signore Gesù fissa su di noi e ci invita a seguirlo, a prendere il largo per gettare le reti. Amiamo come ama il Cuore di Cristo. Egli ci manda con una vocazione di missionari, con una vocazione di servizio. A fronte di guerre che devastano il mondo e uccidono i fratelli e le sorelle, a fronte delle ferite inflitte al creato, a fronte di persone autoreferenziali, chiuse sempre più in sé stesse, a fronte di un mondo frammentato e senza cuore, sogniamo ad occhi aperti, come ci ha insegnato don Dal Pozzo, inviato missionario dal suo vescovo in una terra ostile, a Taglio Corelli (Alfonsine). Muoviamoci a donare ai cuori sclerotizzati del nostro tempo il cuore stesso di Cristo, come ci invita a fare papa Francesco con la sua nuova enciclica Dilexit nos.

Nell’era dell’intelligenza artificiale, non si può dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’Amore.

                                                       + Mario Toso