Russi, 16 luglio 2021.
Cari giovani, animatori, famiglie, caro signor parroco don Pietro Scalini e caro diacono Emanuele Casadio, anima del Grest che si sta concludendo, siamo qui anzitutto per ringraziare il Signore per la buona riuscita di una iniziativa importante per la nostra comunità religiosa e civile. Viviamo la nostra riconoscenza in questa Eucaristia, la grande preghiera di Gesù. Il Grest non è solo un’opportunità di svago e di gioia, ma anche di crescita umana e cristiana. Perché si possa vivere insieme con i ragazzi e con i giovani in amicizia, nella gioia dell’incontro, ci vuole molta preparazione – lo sanno i vostri animatori -, ma anche tanto dono di se stessi. Sono sicuro che, dopo il tempo di una pandemia assediante, che ci ha costretti all’isolamento, l’essersi trovati insieme – mediante la preghiera, i giochi e le varie iniziative e attività formative – sia stata un’occasione unica. È bello potere rivedersi e fare nuove amicizie. È davvero rinfrancante scoprire che possiamo evitare i pericoli della salute e dello spirito se siamo più uniti tra noi, più disciplinati e rispettosi dell’altro; se ci sentiamo un «noi» di tanti giovani che insieme creano, con l’amore di Gesù, un ambiente che educa; se ci si sa coordinare con gli animatori non solo per star bene noi stessi ma per offrire ai più piccoli la possibilità di vivere nella spensieratezza e nel divertimento. Quando si vive insieme vi sono delle regole da rispettare. Senza regole, ad esempio, non si può giocare bene una partita di calcio. Infatti, quando non vi sono o non si osservano le regole, in campo c’è solo confusione. Il gioco può trasformarsi anche in una rissa. Le regole sono essenziali perché ci possa essere rispetto per gli altri. Esse servono non solo per avere successo nel gioco ma anche per rispettare gli avversari. Gesù nel Vangelo di questa sera ci ricorda che le regole, le leggi, non sono per se stesse. Esse esistono e, quindi sono importanti, per aiutarci a volere il bene di noi stessi e degli altri. Per cui non dobbiamo perderci nel preferire le regole rispetto al bene delle persone. Noi non dobbiamo amare e rispettare le regole solo in se stesse, ma in quanto ci aiutano a voler il bene degli altri. Dobbiamo, allora, chiedere al Signore di aiutarci a preferire sempre il bene delle persone rispetto alla semplice osservanza di una regola. Egli ci ha detto che il Padre più che sacrifici desidera la nostra misericordia (cf Mt, 12, 1-8).
Oggi non possiamo dimenticare la Madonna del Carmelo la quale desidera che siamo rivestiti del suo Figlio Gesù. A san Simone Stock, superiore generale dei Carmelitani, che nel 1251 implorò la Vergine di concedere ai suoi frati un segno di particolare protezione, diede in dono lo Scapolare (una parte dell’abito già in uso) con questa assicurazione: «Chi morirà indossandolo non cadrà nelle eterne fiamme dell’Inferno».
Già un carmelitano dei primi secoli diceva che il Carmelo ha la missione, nel mondo, di perpetuare e prolungare l’amore di Gesù verso sua Madre e quello della Madre verso il suo Figlio. Che compito alto, dolce e gratificante: vivere l’amore di Gesù verso sua Madre, vivere l’amore di Maria verso il suo Figlio.
In definitiva, la Beata Vergine del Monte Carmelo desidera che noi siamo come Lei, ossia modelli di preghiera, di contemplazione e di dedizione a Dio, ovvero immacolati e santi nella carità, persone consacrate al suo cuore Immacolato di Madre di Dio. Ricordiamo Maria Madre del Carmelo. Accogliamo il suo desiderio. Lasciamoci rivestire di Cristo. Viviamo come persone che piacciono a Gesù e lo seguono come Via, Verità e Vita. Siano i nostri cuori puri, pieni di bontà.
+ Mario Toso