Parrocchia di sant’Agostino, 19 mercoledì 2024.
Care sorelle Lauretane del Terz’Ordine di S. Francesco, care Suore Francescane Ancelle di Maria, cari presbiteri, cari fratelli e sorelle, celebriamo le esequie di Suor Maria Immacolata: una vita di completa consacrazione al Signore Gesù, a servizio, in particolare, della formazione e dell’educazione cristiana della prima infanzia.
All’età di 20 anni matura la scelta della vita consacrata ed entra nell’Istituto Ghidieri delle Suore Lauretane del Terz’Ordine di San Francesco (dal 2011 confluite nella Congregazione delle Francescane Ancelle di Maria). Il 18 novembre 1957 viene ammessa al Noviziato. Il 2 marzo 1959 emette la Prima Professione e il 6 aprile 1964 con la Professione Perpetua esprime il suo sì definitivo alla chiamata del Signore.
Da anni era superiora della comunità dell’Istituto Ghidieri di Faenza dove ha sempre vissuto. Si distingueva per un tratto mite e per la sua dedizione premurosa. Non mostrava atteggiamenti alteri bensì di madre e di sorella.
L’ultimo periodo della sua vita è stato caratterizzato da una malattia che la faceva soffrire senza soste. Sostenuta dalle consorelle e dai parenti, accompagnata dalla preghiera della sua comunità, Suor Immacolata si è sempre più immedesimata a Cristo crocifisso. Anche lei è salita sulla croce ed è rimasta con Gesù. Alle Suore Lauretane, ma anche alle suore Francescane, non è estranea la spiritualità della croce, la spiritualità del Verbo che si incarna, si fa vicino all’umanità, muore e risorge. Settimane fa trovandomi a far vista a Suor Immacolata, durante una pausa in cui la morfina le concedeva un po’ di sollievo e di tregua, ho udito Suor Luisa che le dava conforto ricordando l’insegnamento delle loro antiche guide spirituali: quando saliamo sulla croce non siamo sole. Siamo con il Signore Gesù. Lui sta da una parte del crocifisso e noi dall’altra. Insieme con Lui è meno difficile rimanere sulla croce. Il Figlio di Dio sulla croce non ci impedisce di rivolgerci al Padre così: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato»? per dire, poi, alla fine «Padre nelle tue mani affido il mio spirito».
Cari fratelli e sorelle, la «crocifissione» di Suor Immacolata non è durata solo un giorno. È continuata per più tempo, per settimane, per qualche mese, fino alla consumazione. Sono convinto che le lunghe sofferenze l’hanno purificata e resa degna dell’abbraccio del Padre, del regno dei cieli, della vita eterna. Riflettendo sul lungo tratto di «vita crocifissa» di suor Immacolata mi sono chiesto che cosa potesse significare per le sue consorelle e per la nostra chiesa diocesana, impegnata nel cammino sinodale. Sono cresciute in me queste convinzioni che desidero condividere: per le Suore Lauretane e per le Francescane Ancelle di Maria l’avere avuto Suor Immacolata da accudire e da accompagnare all’incontro col Risorto è stata sicuramente l’occasione di sperimentare sia la grandezza e la bellezza della loro consacrazione al Signore sia il realismo del loro mistico sposalizio con Gesù Cristo: in Lui si vive, si muore, in Lui si risorge.
Care sorelle, l’essere vissute in questi ultimi tempi con Suor Immacolata, chiamata a partecipare intensamente alle sofferenze di Cristo, vi ha condotte indubbiamente a riscoprire la vostra vocazione di missionarie del Servo Sofferente, nella Chiesa e nel mondo. L’offerta al Signore delle sofferenze di suor Immacolata potrà essere caparra di nuove vocazioni, perché ora siete nella condizione di possedere una convinzione più viva e uno slancio missionario più intenso.
Per tutti noi, Chiesa di Faenza-Modigliana, impegnati nell’ultima fase del cammino sinodale, fase profetica, non potrà che derivare la grazia di una vita pienamente ed autenticamente unita a quella di Gesù Cristo che si incarna, muore e risorge. È questa la strada della conversione pastorale che concorre a redimere e a trasfigurare il mondo, la stessa morte. Siamo chiamati a non tenerci separati da Cristo che vive in noi, grazie al suo Spirito. Come Chiesa, che pare divenire sempre più piccolo gregge, siamo invitati ad assumere decisioni chiare e a porre segni anticipatori del Regno, nei diversi ambiti di vita. Solo così porteremo l’umanità alla pienezza del compimento nel Signore Gesù. La Chiesa è chiamata ad abitare il mondo e la storia nel segno della prossimità di Cristo. Condotta dallo Spirito d’amore serve il Regno di Dio in parole e pratiche, nonostante le opposizioni di chi la contrasta adorando l’io e il proprio utile. Alla base della Chiesa sta un dinamismo contrario, quello dell’amore di Cristo che redime e trasfigura tutti mediante il dono gratuito di sé, la cura reciproca, una comunione più grande. Solo così nasce e si propaga la civiltà dell’amore, si testimonia il primato di Dio Amore, Comunità di Persone.
Suor Immacolata, testimone coraggiosa della passione d’amore di Cristo, prega per le tue sorelle religiose e per tutti noi. Nella nostra «ora» insegnaci a rimanere con Colui che si incarna, muore e risorge per far nuove tutte le cose, i nostri cuori.
+ Mario Toso