Glorie, 7 febbraio 2021.
In questa domenica veneriamo la Madonna del fuoco, patrona di questa comunità parrocchiale. Il culto alla Madonna del Fuoco si sviluppò nel secolo scorso per opera di un proprietario di Villa Savoia e fu incrementato dai braccianti che, dalle colline forlivesi, specie dalla zona della Terra del Sole, vennero a lavorare in queste zone per bonificare la Bassa. Il quadro venerato qui a Glorie, che mostra alle spalle della Madonna e del Bambino il fuoco, allude all’incendio che a Forlì, nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 1428, devastò una scuola ove si trovava l’immagine originale della Madonna del Fuoco: una xilografia impressa su un semplice foglio di carta fissato su una tavoletta. Nonostante le fiamme abbiano distrutto la scuola, l’immagine cartacea rimase illesa. La domenica seguente fu trasportata solennemente nella cattedrale di Forlì ove è conservata e tuttora venerata.
Sempre guardando all’immagine venerata in questa chiesa, Maria porta in braccio Gesù Bambino, Via, Verità e Vita. In questa domenica celebriamo la 43.a Giornata nazionale per la vita. Come dalle mani della Madonna accogliamo Gesù Bambino, che è Vita, Figlio di Dio, accogliamo in Lui la vita umana divinizzata. Il Messaggio della Chiesa italiana per la Giornata nazionale sollecita a coltivare una libertà autentica. Senza una tale libertà è impossibile servire la vita umana, il creato. Quando possediamo una libertà autentica? Quando la nostra libertà non incondizionata, si lega alla verità della vita, la quale è un dono ricevuto da Dio. Perché proveniente da Dio non ne siamo padroni e non possiamo disporne come vogliamo. Allorché la vita umana sorge nel grembo materno incomincia ad esistere un altro «tu», non un mero oggetto, che può essere sottoposto al dominio arbitrario della libertà altrui. La vita umana è un bene così alto, che nemmeno lo Stato può disporne a suo piacimento. Se lo Stato si dichiarasse padrone assoluto della vita dei suoi cittadini finirebbe di esistere. Per noi credenti, la vita va accolta, onorata e servita, dal momento del suo concepimento sino alla fine naturale della sua esistenza. Tuteliamo e promoviamo, allora, la vita sin dal suo sorgere. Riconosciamo umilmente che non siamo noi i padroni del mondo e dell’umanità. La nostra vocazione è, piuttosto, quella di accoglierla, amarla e servirla, con un amore totale di dono.
In questa festa della Patrona ricordiamo non solo la vita umana, ma anche la vita della terra. I braccianti forlivesi, venuti in questa zona con l’immagine della Madre di Dio, Madre della Chiesa, sono arrivati per bonificare la terra, per renderla generatrice di vita. Maria, che reca in braccio Gesù Bambino, Via, Verità e Vita, era da loro considerata protettrice dello stesso lavoro di bonifica, della coltivazione della terra, per renderla fonte di vita per tutti. Oggi, non a caso, si procederà alla benedizione dei trattori. Essi sono strumenti importanti per il lavoro dei campi e per la produzione di molteplici frutti, che allietano le nostre mense. Grazie ai trattori, le famiglie rurali e le aziende cooperative si associano all’opera di Dio Creatore, nel custodire e nello sviluppare le virtualità del creato, nel produrre beni indispensabili per la vita. I trattori, come ben sappiamo, non operano da soli. Sono le famiglie rurali e le aziende cooperatrici che li utilizzano per il lavoro dei campi. Benedire i trattori significa, pertanto, benedire le aziende cooperative, le famiglie rurali, i lavoratori della terra. La benedizione dei trattori equivale, perciò, ad invocare l’aiuto del Signore per i coltivatori diretti, per le famiglie rurali spesso dimenticate, poco apprezzate ai fini del miglioramento della qualità della vita e della custodia e dello sviluppo del creato.
Proprio perché la questione ecologica sta mettendo in luce la decisività dell’ambiente rurale e del relativo lavoro agricolo non si può trascurare la missione della famiglia rurale in vista della salvaguardia del creato.
Sappiamo che per la sussistenza e la qualità della nostra esistenza è indispensabile un corretto e sufficiente apporto in cibo. È un dato di fatto che l’umanità ne ha oggi un bisogno crescente. Nello stesso tempo è prigioniera di un paradosso che stupisce. Per sé vi è cibo per tutti e, tuttavia, non tutti possono accedervi. Spesso il cibo viene sprecato o viene destinato ad altri scopi che non sono alimentari. Per uscire da questa tragica situazione, occorre promuovere istituzioni e programmi sociali rispetto ai quali la famiglia rurale, singola o associata, ha un’importante missione da svolgere. L’ethos morale della famiglia rurale, lo stile di vita sacrificato sono imprescindibili per imparare una felice sobrietà, il senso dell’attesa dei frutti, un’etica adeguata circa il rapporto etica e cibo, la passione per la terra in cui è contemplata l’impronta di Dio.
La Madonna del fuoco che oggi festeggiamo protegga la nostra comunità parrocchiale, il lavoro dei campi, l’impegno nella cura del creato. Accompagni le nostre famiglie nell’amore per la vita, bene primario, prova della tenerezza di Dio nei nostri confronti, oltre che dei nostri genitori.
+ Mario Toso