[feb 13] Omelia – Ordinazione diaconale di Gino Covizzi e Danilo Toni

13-02-2021

Faenza, cattedrale 13 febbraio 2021.

Cari fratelli e sorelle, oggi nella nostra Chiesa di Faenza- Modigliana vengono ordinati altri due diaconi permanenti. Precisamente Gino Covizzi e Danilo Toni, come avete sentito. È un momento di festa per la nostra Diocesi che vede crescere il corpus dei diaconi permanenti, ossia di coloro che nella Chiesa diventano segno sacramentale specifico di Cristo servo. La Chiesa gioisce per la bellezza del dono di altre vite dedicate stabilmente alla fioritura del Regno e che si mettono a disposizione non solo della parrocchia da cui provengono, ma anche della Diocesi. La Regione ecclesiastica Emilia-Romagna conta ben seicentosessanta diaconi permanenti, che fanno parte dell’esperienza di comunione, di servizio e di missione della Chiesa, irrorando e fecondando le comunità civili del nostro territorio.

Recentemente i vescovi dell’Emilia Romagna hanno indirizzato una Lettera ai fedeli e alle nostre comunità ecclesiali circa il Ministero di un tale Diaconato. In essa si ricorda che il ministero del diaconato permanente rappresenta uno dei doni più preziosi che lo Spirito del Signore risorto ha fatto rifiorire e fruttificare negli ultimi decenni nelle nostre Chiese particolari. In diverse di esse è stato anche pubblicato un Direttorio diocesano. Nella nostra Diocesi ci si sta apprestando a vararlo, in particolare con l’impegno di don Massimo Goni, incaricato del settore formazione dei Diaconi permanenti. Il diaconato è sorto nei primi decenni dell’età apostolica. Fin dall’inizio fu tenuto in notevole considerazione e vide il fiorire di splendide figure di santi, come san Lorenzo, sant’Opilio di Piacenza, san Marino dell’omonima diocesi di san Marino-Montefeltro: figure che ancora oggi costituiscono una gloriosa testimonianza di vita nuova. Il Concilio Vaticano II – in continuità con l’antica Tradizione della Chiesa – dopo secoli di declino ha ripristinato il diaconato, come grado «proprio e permanente» dell’ordine sacro. I diaconi, sostenuti dalla grazia sacramentale, nella diaconia della liturgia, della parola e della carità, sono al servizio del popolo di Dio, in comunione con il vescovo e con il suo presbiterio (LG 29). Essi vengono ordinati con l’imposizione delle mani «non per il sacerdozio» – ossia per offrire a nome di Cristo il sacrificio eucaristico – «ma per servire»: non ad sacerdotium sed ad ministerium, non per la celebrazione eucaristica, ma per il servizio! Questa indicazione delinea l’identità teologica propria del diacono permanente: egli, partecipando dell’unico ministero ecclesiastico, è nella Chiesa, come già detto, segno sacramentale specifico di Cristo servo. Come affermava sant’Ignazio di Antiochia, i diaconi sono gli «incaricati della diaconia di Gesù Cristo». Essi sono anche i custodi e gli animatori del servizio, ossia della diakonia nella Chiesa. La loro missione e il loro contributo consistono nel ricordare a tutti noi che la fede possiede un’essenziale dimensione di servizio a Dio e ai fratelli. In quanto tali sono un dono prezioso per la Chiesa. Promuovono la vocazione comune a tutto il popolo di Dio, che è quella di servire: servire come Cristo, che si è fatto «diacono», cioè il servo di tutti. In particolare, ricordano anche agli altri due gradi dell’ordine sacro – episcopato e presbiterato – che la loro missione è un servizio d’amore nella verità. È significativo che, per diventare presbiteri e vescovi, secondo la disciplina della Chiesa, si debba ricevere prima il diaconato. Risulta, inoltre, indicativo che, per l’ordinazione diaconale, soltanto il vescovo impone le mani, mostrando così che la diaconia più grande è del vescovo e il diacono è a lui legato in modo speciale nei compiti e negli ambiti del suo ministero, all’interno della Diocesi. Il diacono è legato al vescovo, come questi lo è a Cristo. Il Signore Gesù non gli affida una professione bensì una missione, al servizio della comunione ecclesiale, dell’evangelizzazione, della carità, nella sinodalità.

Sono svariati i servizi che i diaconi permanenti possono concretamente svolgere: proclamare il Vangelo nelle celebrazioni liturgiche, dedicarsi all’evangelizzazione, alla catechesi e al servizio della carità, rendere visibile ed effettivamente credibile il legame che sussiste tra la mensa del Corpo di Cristo e la mensa dei poveri, rendere evidente la tenerezza materna della Chiesa nelle varie periferie dell’esistenza umana, coltivare la fraternità ecclesiale, leggere e guidare la lettura della Sacra Scrittura, celebrare il battesimo, distribuire la santa comunione, assistere e benedire il matrimonio, presiedere il rito delle esequie, guidare assemblee e gruppi di preghiera, animare settori di pastorale o piccole comunità ecclesiali, amministrare i beni economici della Chiesa, coordinare, sotto l’autorità del parroco, i gruppi ministeriali. I servizi accessibili sono, dunque, molteplici e in crescita. Talora vengono enfatizzati i servizi assistenziali. Perché non sia persa una scala valoriale dei servizi è bene ricordare qui quanto avviene nel rito dell’ordinazione. In esso viene consegnato al neo-diacono il libro dei santi vangeli, ad esprimere che la prima diaconia che gli viene affidata, il compito primario e qualificante che gli viene assegnato è la missione di annunciare il Vangelo. Una missione che non può rimanere circoscritta alla sola sfera liturgica. Ma prosegue e si dilata in tutte le attività di servizio sopra ricordate, non escluso l’ambito del proprio lavoro in campo famigliare, economico, sociale e culturale.

Cari candidati al diaconato, in questo periodo storico, mi preme sottolineare che il vostro ministero è si certamente per la parrocchia da cui provenite, ma ha anche, su mandato del vescovo, un ampio raggio di servizio nella Diocesi. A significare proprio questa responsabilità, nell’occasione della vostra ordinazione, indico per Gino Covizzi, oltre al servizio nella parrocchia da cui proviene, un ulteriore campo di esercizio della carità di Cristo nella pastorale diocesana della salute; per Danilo Toni, invece, indico anche un servizio in aiuto all’Ufficio tecnico ed economico della Diocesi. Sia vostra cura, con l’aiuto della Beata Vergine delle Grazie, patrona della Diocesi, coltivare la bontà delle relazioni nella dimensione quotidiana dell’esistenza, innescare processi di audace speranza, impegnarvi nella pastorale vocazionale.  Dio vi benedica e vi accompagni con il suo Spirito d’amore.

                                             + Mario Toso