Faenza, cattedrale 6 aprile 2021.
Cari fratelli e sorelle, nel secondo giorno dell’ottava di Pasqua Pietro esorta i Giudei a cambiare vita ponendosi alla sequela di Gesù Cristo risorto. Cristo si è rivelato Signore della vita e della morte. Il tempo delle lacrime e dei lamenti è passato. Colmi dello Spirito d’amore e di verità di Cristo è tempo di cambiare modo di pensare, di vedere le cose, di comportarsi. È tempo di staccarsi dalla generazione che ha rinnegato Cristo, per divenirne annunciatori e testimoni. Maria di Magdala è il nostro modello. Cercava disperatamente il corpo di Gesù. Piangeva. Non vedendolo nel sepolcro temeva che l’avessero portato via. Finché, voltandosi, vide Gesù in piedi, senza però riconoscerlo. Lo riconobbe allorché la chiamò: «Maria!». Subito dopo fu inviata ad annunciarne la risurrezione ai discepoli, ai quali disse: «Ho visto il Signore!». Erano cambiati il suo vedere, il suo triste ripiegamento nel dolore, la sua disperazione. Provò la gioia della sua presenza reale: una presenza diversa, trasfigurata. Dalle parole di Gesù capì che la sua vita doveva trasformarsi in quello di missionariadel Risorto, che sale al Padre e che pure rimane presente in mezzo ai suoi, in quanto «và e viene».
In questo contesto pasquale di rivoluzione delle prospettive umane e della storia, ricordiamo oggi il Voto che Faenza fece alla Madonna dopo il tremendo terremoto, che ebbe il suo epicentro nella zona compresa fra Faenza e Brisighella, e che colpì la città manfreda il 4 aprile 1781, causando il crollo di molti edifici, ma una sola vittima. Il fatto venne immediatamente interpretato come miracoloso ed in Cattedrale si scoprì l’immagine della Beata Vergine delle Grazie (si tenga presente che in passato era abitualmente coperta e veniva resa visibile solamente il giorno della festa ed in circostanze calamitose od eccezionali).
Ma le scosse non terminarono. Tanto che l’11 luglio se ne avvertì una così forte che indusse il vescovo del tempo a trasferire l’immagine della Madonna delle Grazie fuori dalla Cattedrale, nell’attuale piazza XI febbraio, ove si officiò per circa due settimane in un altare provvisorio, nel punto ancora oggi ricordato da una icona che campeggia sul muro esterno del palazzo più alto. La decisione si rivelò saggia, poiché nella mattinata del 17 luglio, durante la celebrazione eucaristica, la terra ritornò a tremare con un’altra violenta scossa e, a pericolo scampato, vennero per la seconda volta offerte alla B.V. delle Grazie le chiavi della città in atto simbolico di affidamento.
Tutte le repliche non raggiunsero mai l’intensità della scossa del 4 aprile, ragion per cui il 20 maggio 1781 l’Amministrazione Civica decretò che, in segno di gratitudine alla Madonna, il 4 aprile di ogni anno, e per i cinquanta successivi, si celebrasse a pubbliche spese una cerimonia solenne per la grazia concessa alla città di Faenza. Fu così introdotta la “Festa del voto”, che si iniziò ad officiare il 4 aprile 1782 e che oggi ci troviamo a proseguire.
Già l’anno scorso si è pensato di rinnovare il voto chiedendo alla Madonna, con la protezione sulla città e sulla diocesi e su tutti i suoi abitanti, la guarigione dei malati, la cessazione della pandemia causata dal Covid-19. In questa Cattedrale abbiamo pregato il rosario senza o con la presenza fisica del popolo cristiano, rivolgendoci con cuore accorato alla Beata Vergine delle Grazie.
Rispetto all’anno scorso l’attuale momento non è meno preoccupante e cruciale per le nostre famiglie, per le nostre comunità, per le varie istituzioni. In questo periodo, infatti, la pandemia, specie nella sua variante inglese, colpisce anche i ragazzi e i giovani. I reparti di terapia intensiva risultano al limite della loro capacità ricettiva. L’immunizzazione appare lenta, con disparità fra le nazioni. Medici, infermieri, operatori sanitari, volontari, ai quali va tutta la nostra viva riconoscenza, stanno lavorando sempre con generosità, continuando a mettere a rischio la loro stessa esistenza. Diversi nostri fratelli sono venuti meno senza il conforto dei familiari e dei sacramenti. La nostra Diocesi ha perso tre sacerdoti: don Antonio Savorani (appartenente al Clero di Imola, però amministratore parrocchiale di Biancanigo), mons. Vittorio Santandrea, don Giacomo Minelli.
Ai piedi della Beata Vergine delle Grazie affidiamo, oltre all’intera popolazione della città: gli ammalati, le famiglie, le nostre parrocchie, i monasteri, i medici, gli infermieri, i volontari, le famiglie, le scuole, coloro che inizieranno l’insegnamento in presenza o lo continueranno a remoto. Non dimentichiamo anche coloro che lavorano, in situazioni più complesse, con dedizione e sacrificio nella Caritasdiocesana, in collaborazione con i servizi sociali comunali.
Mentre celebriamo l’Eucaristia ai piedi della Madre di tutti noi, teniamo presenti le conseguenze psicologiche, relazionali, economiche, sociali, gli ultimi e i più fragili. Lei ci aiuti a crescere nella fede, a lavorare anche sulle dinamiche di senso, ad essere attivi in una fraternità solidale, nella condivisione, a sostegno delle famiglie, soprattutto di quelle monoparentali con figli, ma anche di coloro che hanno bisogno di riprendere il lavoro.
In Gesù Cristo risorto, Dio ci mostra il suo dominio sul male e sulla morte. Con ciò sollecita coloro che piangono ad avere fede, anche se la morte e diversi mali sembrano vincere. Come i discepoli, che erano nella stessa barca di Gesù, non naufragarono sotto i venti della tempesta, così anche noi, a motivo della Pasqua non naufraghiamo, ma viviamo una vita nuova, pur tra le inevitabili difficoltà. Con Gesù Cristo anche le tragedie più cupe, acquisiscono un senso nuovo. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste. A Maria, che è stata vicina al Figlio crocifisso e che intercede per tutti i figli nel Figlio, verrà offerto dal Signor Sindaco, Massimo Isola, un cero come gesto di affidamento a Lei da parte di tutta la città e la Diocesi. Ciò avverrà al termine della santa Messa, dopo aver rinnovato il voto con la preghiera solenne.
In questa Eucaristia preghiamo, in particolare, per i sindaci defunti della città.
+ Mario Toso