[dic 3] Omelia – Esequie mamma don Stefano

03-12-2020

Faenza, Cimitero dell’Osservanza, 3 dicembre 2020.

Cari fratelli e sorelle, la morte diviene misura e prova del nostro amore per Dio e per il prossimo, per i nostri genitori, per i nostri papà e per le nostre mamme. Lo diviene specie per noi, che abbiamo fondato la nostra esistenza e la nostra speranza su Gesù Cristo risorto.

Caro don Stefano Vecchi, care sorelle di don Stefano, Maria Umiltà e Lorenza, è consolante pensare come vostra mamma  Luisa abbia costruito la casa della sua vita poggiandola sulla roccia che è Cristo Signore. È dolce soprattutto pensare a questo, rendendosi conto che la sua vita di madre amorosa, di insegnante preparata e paziente, si è svolta, come dice san Paolo, vivendo Cristo: per generarlo, in certo modo,  con passione, nei suoi stessi figli, nella sua famiglia, negli allievi, tra i colleghi. Di questo ne siete testimoni credibili.

Da poco abbiamo iniziato la novena a Maria Immacolata, prima tra tutte le donne. È colei che contrassegna il periodo dell’Avvento con la sua altissima spiritualità: di intensa e forte attesa, di fecondità materna, perché dona al mondo intero Gesù Cristo. Molte delle nostre mamme hanno pregato e venerato l’Immacolata, quale segno di un amore totale, pieno di integrità e di dedizione a Dio. Anche noi, come Gesù, siamo cresciuti sotto il cuore della mamma. Come Maria Immacolata, che ha ospitato la vita del Figlio di Dio nel suo grembo, le nostre mamme sono state casa di noi figli nel Figlio, di un’umanità ad immagine di Cristo, che il battesimo ha sigillato.

Per un verso, con la morte dei nostri cari, perdiamo la loro presenza terrena, per noi indimenticabile, ricca di tenero affetto e di sollecitudine. Quanti ricordi, quanti gesti d’amore, di reciproca tenerezza. Quanta nostalgia ci assale, al pensiero di essere vissuti con loro! Per un altro verso, pensandoli morenti con Cristo, per Cristo, ma in speciale modo sapendoli co-risorti con Lui, riscopriamo la loro presenza in noi, accanto a noi. È una presenza invisibile sì, ma sempre colma d’amore e di trepidazione. Essi, viventi in Cristo, sono trasformati e stabilizzati in un più di essere materno o paterno. Uniti al Signore della vita, vivono ancora di più il loro essere per noi, per la loro famiglia, in particolare per i figli, ma anche per noi della comunità cristiana. Insieme condividiamo la dolce e insondabile comunione dei santi.

Il poeta Giuseppe Ungaretti, in una celebre poesia, dedicata alla madre, che gli era mancata, la descrive in ginocchio, decisa, quasi una statua davanti all’eterno Amore, tremante con le braccia alzate, tese nell’intercedere per il figlio e nel desiderare per lui il bene più grande: Dio.

La morte di una mamma, lo sappiamo, non avviene mai nella solitudine. Una mamma morente è sempre in compagnia dei suoi figli, perché essi sono scolpiti nel suo cuore, nelle fibre del suo essere, nel pensiero. Mentre supera i limiti della morte, il suo cuore di madre rimane sempre vivo per i figli. Le nostre mamme attendono i loro figli alle soglie dell’eternità, come anche ci attende il Pastore dagli occhi grandi, per accompagnarci nell’attraversamento del tunnel buio che sfocia nella luce della vita gloriosa. Cristo risorto non ci abbandona,  trasforma la nostra esistenza terrena. È questa la nostra certezza di credenti. È questa la nostra consolazione, che scandisce il pellegrinaggio di questa vita in cammino verso la Gerusalemme celeste. Arriveremo a toccare e a prendere la mano di Cristo risorto, ma anche la mano dei nostri cari, che ci attendono in una nuova esistenza d’amore e di gaudio. Come apparterremo per sempre a Cristo, così continueremo ad essere per sempre delle mostre mamme, in terra e in cielo.

In questa Eucaristia preghiamo per mamma Luisa, nonna e bisnonna, preghiamo anche per babbo Gastone Vecchi, suo diletto consorte e già dirigente scolastico dell’Istituto di ceramica Ballardini. Il Risorto li renda partecipi della sua esistenza gloriosa e colmi noi, che rimaniamo nel dolore, della sua consolazione. Preghiamo per tutti i defunti.

                                                + Mario Toso