Domenica 23 novembre è la Giornata per la sensibilizzazione alle offerte per i sacerdoti. Delle due giornate annuali per il Sovvenire è quella più delicata, perché si tratta di fare un sacrificio personale e perché si deve ricordare che con un nostro contributo al mantenimento del Clero possiamo liberare risorse per la carità e per le attività pastorali. Ormai come funziona questo sistema dovrebbe essere chiarito: si tratta di ricordarlo al momento opportuno.
La Giornata del 23 novembre è rivolta alle nostre comunità e impegna i referenti parrocchiali. Si tratta di preparare la diffusione del materiale cartaceo, organizzando qualcuno che sia presente ad ogni celebrazione in modo che tutti coloro che arrivano in chiesa quella domenica siano informati. Sarebbe auspicabile anche un rapido richiamo al termine della Messa, fatto con criterio e vivacità. Ma se questo non fosse possibile, almeno si curi la diffusione dei volantini inviati dal Servizio nazionale.
A pensarci bene, l’obiettivo di questa giornata “delle offerte” è quello più completo, perché consente di capire che il Sistema del sovvenire è un “tutt’uno”. Le offerte vengono inviate all’Istituto centrale per il sostentamento del Clero, che ha il compito di assicurare una integrazione economica a tutti i sacerdoti in servizio alle diocesi italiane. A questo scopo l’Istituto provvede con cespiti di varia origine e ove questi non bastassero, attinge al fondo dell’Otto per mille. Ma l’Otto per mille ha anche altre finalità, che vengono servite con la disponibilità che rimane. È bene far presente che finora non è mai stato diminuiti l’intervento della carità, perché si preferisce ridurre eventualmente il fondo per le attività pastorali delle diocesi o per l’edilizia di culto.
Del resto l’opera della Chiesa non può essere valutata a settori, perché se vengono meno i sacerdoti, viene meno tanta attività di culto, di carità e dei beni culturali. E se viene meno l’attività di culto o l’impegno della catechesi, viene meno anche l’impegno della carità. Sarebbe bello approfondire l’immagine di Chiesa che è legata anche al Sovvenire, perché si comprenderebbe che c’è bisogno anche delle strutture per la vita della comunità; chi insegue una Chiesa tutta spirituale rischia di essere astratto. La Chiesa povera per i poveri che Papa Francesco desidera non è una Chiesa disincarnata, ma libera e vicina alla gente nella concretezza delle esigenze della vita.
+ Claudio Stagni, vescovo delegato per il Sovvenire
dell’Emilia Romagna