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Pasqua, il motivo di speranza
Messaggio alla diocesi in occasione della Pasqua 2008
Messaggi
20-03-2008

Mentre siamo angustiati da alcune situazioni che ci stanno pesando, vediamo di non dimenticarci della Pasqua, anche perché trascureremmo proprio la risposta ai nostri problemi; non certo ai problemi materiali, ma all’angustia che questi ci procurano.

A volte infatti è più grave il modo con cui si reagisce a certe difficoltà, che la cosa in se stessa. E oggi si ha l’impressione che ci lasciamo molto demoralizzare, non trovando più la forza per reagire, qualora si può ancora fare qualcosa.

Un modo sbagliato di rispondere ai guai di questo mondo è quello di ubriacarsi (non solo di vino o di birra, ma anche di parole e di promesse), credendo di evitare i problemi non pensandoci. Un modo invece responsabile è quello di fare ciò che è nelle nostre possibilità, secondo il noto aforisma che quando è buio serve più accendere un cerino che lamentarsi.

Ecco: di fronte ai mali di questo mondo, Gesù non si è lamentato, non ha cercato la colpa nell’uno o nell’altro schieramento umano, ma ci ha indicato una via da percorrere, e ci ha anche ottenuto la forza per camminarci sopra. Il mistero pasquale di morte e di risurrezione, vissuto personalmente dal Signore Gesù, può diventare una prerogativa anche nostra, mettendoci in comunione con il Risorto mediante la fede e la grazia dei sacramenti.

Non si tratta di esorcizzare i mali del mondo con gesti magici, anche perché non funzionano; si tratta di non rinunciare alla nostra dignità di uomini nell’affrontare le difficoltà, fosse anche la morte, con il punto di vista che ci ha trasmesso Gesù. E se sanno fare così i cristiani, anche chi crede di non credere troverà motivo di speranza, perché vede che in qualche modo è possibile uscire del tunnel.

Gesù che risorge da morte è un fatto che ha saputo cambiare il mondo nel senso più profondo del termine; saprà anche alimentare la speranza di noi cristiani fragili, perché non si spenga il lucignolo fumigante.

Buona Pasqua: Cristo è risorto, alleluia!

In morte di Chiara Lubich
Messaggio in occasione della morte della fondatrice del Movimento dei Focolari
Messaggi
14-03-2008

Sono certo di interpretare i sentimenti del nostro popolo nell’esprimere dolore e rimpianto per la morte di Chiara Lubich, che lascia un vuoto non solo nel Movimento dei focolari da lei fondato, ma in tutti coloro che in qualche modo ne hanno condiviso l’ideale.

Dalle rovine dell’ultima guerra nacque nel suo spirito la forza di reagire con un progetto di ricostruzione morale, che voleva concorrere all’attuazione delle parole del testamento di Gesù: ‘Che tutti siano uno’. Che la sua intuizione fosse una ispirazione del Cielo lo si vide dalla diffusione che il movimento ebbe molto rapidamente, e dall’accoglienza avuta in tutti i popoli e tra tutte le religioni.

La morte di Chiara è avvenuta in un momento in cui il mondo si presenta ancora frantumato e percorso da conflitti gravi e diffusi. Una ragione in più per non abbandonare l’ideale di comporre in unità tutta la famiglia umana, che corrisponde al progetto originario di Dio, che richiede anche il nostro contributo, sapendo che questo si realizzerà con la venuta del Regno. La prossima celebrazione della Pasqua ce ne conferma la certezza.

Un sabato sera vero
Invito ai giovani in occasione della Giornata diocesana dei Giovani
Messaggi
14-03-2008

Carissimi giovani,

                          la sera di sabato 15 marzo è una occasione bella per una forte esperienza spirituale, all inizio ormai della settimana santa, per accogliere la professione di fede dei diciottenni e vivere un momento di preparazione alla Giornata mondiale di Sydney.

Il Papa nel consegnarvi il messaggio per la Giornata Mondiale, che, come sapete, avrà come tema: Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni , ha aggiunto: Il filo conduttore della preparazione spirituale all appuntamento di Sydney è lo Spirito Santo e la missione .

Afferma S. Paolo: Nessuno può dire: Gesù è Signore, se non nello Spirito Santo . La nostra fede è quindi un dono dello Spirito; professare la fede, prima ancora che un gesto coraggioso, è una grazia che riceviamo, di cui essere riconoscenti. E la fede è un dono che ci è dato anche per gli altri, perché lo testimoniamo, cioè lo viviamo in modo da favorire la sua crescita in coloro che incontriamo nei vari ambiti della nostra vita.

Vi invito pertanto a dare un segno di attenzione missionaria, partecipando sabato sera con i vostri amici al raduno di Bagnacavallo; camminare in processione, meditare la Via della croce, professare la nostra fede, fare festa insieme sarà una bella testimonianza. Abbiamo bisogno tutti di momenti di verità, facendo delle cose di cui essere contenti, non tanto perché hanno fatto rumore, ma perché erano giuste.

Vi aspetto sabato e vi saluto di cuore.

Praticanti a Faenza-Modigliana
Messaggio alla diocesi
Messaggi
22-02-2008

Domenica 2 marzo in tutte le chiese della Diocesi, faremo la conta di quanti sono quelli che vanno a Messa alla domenica. I parroci sono già stati avvisati, ma ritengo che sia bene dare ragione di questo gesto, che a Faenza non è stato mai compiuto.

Siamo in vista della Visita pastorale alla Diocesi (si comincerà domenica 19 ottobre 2008 con l’Unità S. Chiara e S. Umiltà di Faenza), e si ritiene che sia importante avere qualche dato oggettivo almeno circa i fattori più importanti della vita cristiana; la Messa domenicale è uno di questi.

Non vogliamo caricare di significati eccessivi questo dato, ma non vogliamo nemmeno auto-consolarci con facili illusioni, che possono derivare dal vedere le chiese abbastanza piene, senza renderci conto di quanti sono rimasti fuori. C’è poi da dire che qualche volta questi dati ci vengono richiesti, e finora abbiamo cercato di indovinare.

La conta di quelli che vengono a Messa comincerà con le messe prefestive del sabato 1° marzo, e verrà fatta in tutte le Messe della domenica 2, comprese le vespertine; si farà in tutte le chiese che hanno Messe con partecipazione di popolo, anche se fuori orario o in luoghi non sacri. Si terrà nota dei dati distinti per ogni Messa, annotando la chiesa e l’orario. Per non complicare le cose, non si chiedono altri dati (giovani, vecchi, bambini, uomini, donne, ecc).

Una riflessione che potrà seguire a questa rilevazione, potrà essere proprio sulla opportunità di mantenere tutte le Messe che oggi vengono celebrate, o pensare ad una diversa distribuzione che tenga conto del servizio religioso da assicurare ai fedeli, e della fisica possibilità dei sacerdoti. E’ chiaro che i luoghi in cui anzitutto si dovrà fare tesoro di questi dati saranno le parrocchie stesse e le relative Unità pastorali. Fin da ora sappiamo bene che non dovremo né disperarci e nemmeno restare contenti; sappiamo che Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che nessun numero sarà mai sufficiente finché c’è qualcuno che non conosce il Signore

Decreto di costituzione dei nuovi vicariati
Orientamenti pastorali
21-02-2008

In seguito alla costituzione delle Unità pastorali che hanno disegnato nuove forme di collaborazione e nuovi raggruppamenti di parrocchie in precedenza appartenenti a vicariati diversi, si ritiene opportuno provvedere ad una nuova composizione dei Vicariati foranei, che tenga conto della nuova realtà pastorale; si ritiene inoltre necessario precisare le competenze dei Vicari foranei nel diritto particolare.

 

Pertanto, dopo aver consultato il Consiglio Presbiterale diocesano nella riunione del 7 novembre 2007,

DECRETIAMO

 

1) nella Diocesi di Faenza-Modigliana vengono costituiti i cinque seguenti Vicariati foranei, formati dalle rispettive parrocchie appartenenti alle Unità pastorali come sotto indicate:

 

Vicariato del forese Nord, formato dalle parrocchie delle Unità pastorali:

        Delle Alfonsine (parrocchie di S. Maria in Alfonsine, SS. Cuore di Gesù, S. Giuseppe in Fiumazzo, S. Lorenzo al Taglio Corelli, Madonna del Bosco, S. Maria in Rossetta),

        Fusignano (parrocchie di S. Giovanni Battista in Fusignano, S. Maria del Pilaro in Maiano, S. Savino in Fusignano, S. Antonio Abate in Masiera),

        Bagnacavallo (parrocchie di S. Michele Arcangelo e di S. Pietro Apostolo in Bagnacavallo, S. Maria in Boncellino, S. Maria Assunta in Traversara),

        Le Tre Ville (parrocchie di S. Apollinare in Villanova di Bagnacavallo, S. Francesco d Assisi alle Glorie, S. Giuseppe in Villa Prati),

        Nilde Guerra (parrocchie di S. Agata sul Santerno, S. Martino in Villa San Martino, S. Maria Assunta in Bizzuno, S. Potito).

 

Vicariato del forese est, formato dalle parrocchie delle Unità pastorali:

        Unità e speranza (parrocchie di S. Apollinare in Russi, S. Pietro in Vinculis di Fossolo),

        Melograno (parrocchie di S. Giovanni Evangelista in Granarolo, S. Giovanni Battista in Pieve Cesato, S. Maria di Mezzeno-Merlaschio, S. Andrea in Panigale, S. Maria in Cassanigo),

        Reda, Abareda, La Pì ad Curleda (parrocchie di S. Martino in Reda, S. Maria in Prada, SS. Salvatore in Albereto, S. Barnaba, S. Giovannino, S. Maria in Basiago, S. Stefano in Pieve Corleto, S. Margherita in Ronco), 

        Beato Bonfadini (parrocchie di  S. Stefano in Cotignola, S. Severo in Serraglio),

        Madonna della Salute (parrocchie di S. Maria Assunta in Solarolo, S. Maria in Casanola, S. Michele in Gaiano, S. Maria in Felisio).

 

Vicariato del forese sud, formato dalle parrocchie delle Unità pastorali:

        Madonna delle Grazie (parrocchie di S. Domenico in Modigliana, S. Stefano Papa nella Concattedrale di Modigliana, S. Michele Arcangelo in Tredozio, S. Pietro in Lutirano),

        Marzeno (parrocchie di S. Lucia, S. Maria Assunta in Marzeno, S. Pietro in Scavignano, S. Margherita in Rivalta, S. Biagio in Cosina, SS. Apollinare e Mamante in Oriolo, S. Maria degli Angeli in Sarna);

 

Vicariato del forese ovest, formato dalle parrocchie delle Unità pastorali:

        Marradi (parrocchie di S. Lorenzo in Marradi, S. Maria Nascente in Crespino, S. Jacopo a Cardeto, S. Adriano, S. Maria in Popolano, S. Martino in Gattara),

        Madonna del Monticino (parrocchie di S. Michele Arcangelo in Brisighella, S. Cassiano, S. Stefano in Casale Pistrino, S. Maria in Poggiale, S. Pietro in Fognano, S. Giovanni Battista in Ottavo, SS. Cuore di Gesù in Zattaglia, S. Giorgio in Villa Vezzano),

        Ss. Cristoforo e Macario (parrocchie di  S. Maria del Rosario in Errano, S. Apollinare in Castel Raniero, S. Rufillo, S. Giovanni Decollato della Celle);

 

Vicariato di Faenza, formato dalle parrocchie delle Unità pastorali:

        S. Chiara e S.Umiltà (parrocchie di  S. Terenzio in Cattedrale, S. Francesco d Assisi, SS. Ippolito e Lorenzo, S. Domenico, S. Pier Damiani in S. Maria ad nives, SS. Agostino e Margherita),

        S. Giuseppe sposo della B.V.M. (parrocchie di S. Marco, S. Giuseppe Artigiano, S. Martino in Formellino, S. Silvestro, S. Pier Laguna),

        Mater Ecclesiae (parrocchie di  S. Savino, SS. Crocifisso in S. Cristina, S. Procolo alla Pieve Ponte, S. Maria della Pace, S. Pietro Apostolo in Biancanigo),

        S. Maria Maddalena e S. Antonino in Faenza  (parrocchie di S. Maria Maddalena, S. Antonino).

 

2) La comunità cristiana, che rende presente la Chiesa in mezzo alla gente, si costruisce attorno all Eucaristia, la quale ha come suo luogo naturale di celebrazione  la parrocchia. Il Vicariato foraneo è una circoscrizione regolata canonicamente che ha lo scopo di rendere organica la pastorale delle parrocchie, secondo il principio della sussidiarietà.

3) Visto il Can. 555 § 1 n. 1, e tenuto conto della istituzione delle Unità pastorali, nella nostra Diocesi il Vicario foraneo ha il compito di favorire il coordinamento pastorale del proprio vicariato sostenendo l azione delle Unità pastorali stesse e ponendo particolare attenzione alla comunione fra i chierici del proprio distretto, secondo le indicazioni di cui ai numeri seguenti.

4) Il Vicario foraneo è il sacerdote che è preposto al vicariato foraneo, nominato per cinque anni dal Vescovo diocesano secondo il suo prudente giudizio, dopo aver consultato i sacerdoti del vicariato interessato (cfr. Can. 553), a norma del n. 11 del presente decreto.

5) Il Vicario foraneo dovrà in particolare aver cura:

a)      della vita dei chierici del Vicariato per quanto attiene il carico del loro ministero, le condizioni della vita domestica e della salute;

b)      della corretta celebrazione delle azioni liturgiche, della custodia del luoghi sacri e delle suppellettili, della custodia dell Eucaristia, della tenuta dei libri parrocchiali, della cura della Casa canonica, della corretta amministrazione e manutenzione dei beni parrocchiali (cfr. Can. 555).

6) Il Vicario foraneo avrà la cura di riunire alcune volte all anno i chierici del Vicariato, per favorire la fraternità nel clero, per trattare insieme argomenti di interesse comune sulla vita e il ministero, per informarli di tutto ciò che interessa le parrocchie e gli stessi chierici, specie nel comune rapporto con i Centri e gli Uffici diocesani.

7) Il Vicario foraneo sarà vicino ai presbiteri infermi del suo Vicariato e ne informerà il  Vicario Generale e il Vescovo. In caso di impedimento, assenza o malattia di un parroco, se non sarà stato provvisto diversamente dal Vescovo, avrà cura di garantire le celebrazioni essenziali nella parrocchia, chiedendo il fraterno ausilio dei presbiteri facenti parte dell Unità pastorale a cui appartiene la parrocchia interessata o di altri presbiteri disponibili.

8) In caso di morte di un parroco, il Vicario foraneo dovrà recarsi al più presto sul posto per assistere i parenti nei primi adempimenti del caso. Sarà  sua cura chiudere lo studio parrocchiale e fare in modo che nessuna cosa appartenente alla parrocchia venga asportata (cfr. Can. 555 § 3). Dovrà poi avvisare il Vescovo e predisporre le Esequie, d accordo con i parenti.

9) Quando una parrocchia diviene vacante, è compito del Vicario foraneo raccogliere gli elementi conoscitivi che egli ritiene opportuno da  trasmettere al Vescovo, perché questi possa provvedere alla cura pastorale della medesima parrocchia con la migliore conoscenza della situazione.

10) Il Vicario foraneo terrà informato il Vescovo sull andamento del suo Vicariato.

11) La consultazione dei chierici dei singoli vicariati in vista della nomina del Vicario foraneo, verrà fatta attraverso un modulo apposito inviato a domicilio, da restituire al Vescovo entro dieci giorni dal ricevimento del medesimo.

12) Il presente decreto entrerà in vigore dal 21 febbraio 2008, memoria di S. Pier Damiani. Da quella data i Vicari foranei precedentemente costituiti cesseranno dal loro ufficio.

13) I sacerdoti costituiti Vicari foranei a norma del presente decreto, fanno parte del Consiglio presbiterale diocesano, secondo quanto prescritto dal n. 5.I.7 del vigente statuto

Notificazione per l’indizione della visita pastorale
Orientamenti pastorali
21-02-2008

Visita pastorale diocesana

Notificazione

 

Una delle forme privilegiate che il Vescovo ha a disposizione per mantenere i contatti personali con il clero e con tutto il popolo di Dio è la Visita pastorale.

Si legge nell Esortazione apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II, Pastores gregis: Nella sua Visita pastorale alla parrocchia, lasciato ad altri delegati l esame delle questioni di carattere amministrativo, il Vescovo privilegi l incontro con le persone, a cominciare dal parroco e dagli altri sacerdoti. E questo il momento in cui egli esercita più da vicino per il suo popolo il ministero della parola, della santificazione e della guida pastorale, entrando a più diretto contatto con le ansie e le preoccupazioni, le gioie e le attese della gente e potendo rivolgere a tutti un invito alla speranza. Qui, soprattutto, il Vescovo ha il diretto contatto con le persone più povere, con gli anziani e con gli ammalati. Realizzata così, la Visita pastorale si mostra qual è, un segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace (n. 46).

Nella lettera per l anno pastorale 2006/2007  avevo già manifestato il mio desiderio di dare inizio a questo prezioso atto di ministero, dopo l avvio della proposta delle Unità pastorali, che sono state istituite in tutta la Diocesi nella Pentecoste del 2007.

In questo modo la Visita pastorale sarà anche un incoraggiamento all avvio dell esperienza delle Unità pastorali. Pertanto, pur avendo come oggetto l incontro e la verifica della vita delle comunità parrocchiali, si avvierà la Visita con un incontro con l Unità pastorale, e successivamente con le singole parrocchie.

Intanto si è ritenuto opportuno concludere le celebrazioni dell anno millenario della nascita di S. Pier Damiani, e di avviare la Visita all inizio dell anno pastorale 2008/2009.

 

Ciò premesso stabiliamo quanto segue:

1 E indetta la Visita pastorale alle parrocchie della diocesi di Faenza-Modigliana ai sensi dei Can. 396-398 del CJC. Tale Visita inizia dalla Unità pastorale di Faenza, dal 19 ottobre 2008.

2 Sono soggetti a tale Visita le persone, le istituzione cattoliche, gli oggetti e i luoghi sacri che si trovano nella Diocesi, ossia i presbiteri, gli appartenenti a Istituti di Vita consacrata in cura d anime, i laici, le associazioni di fedeli (cfr. Can. 305), le scuole cattoliche di qualsiasi grado (Can. 806), le reliquie, le immagini sacre, i beni ecclesiastici, le sacre suppellettili, le opere d arte, i luoghi sacri, le chiese, gli oratori, i cimiteri (cfr. Can. 1205).

3 Sono soggetti alla Visita anche i monasteri sui iuris e le case degli istituti di diritto diocesano sul territorio (Can. 628 §1, 1 e 2).

4 Sono soggetti alla Visita pastorale anche gli Istituti di diritto pontificio:

a)      nelle opere di culto e di apostolato pubblico che si indirizzano al bene delle anime, nel giusto equilibrio fra dono del loro carisma e responsabilità pastorale del Vescovo (cfr Can. 678 §1);

b)      le opere affidate dal Vescovo ai Religiosi (Can. 681 §1);

c)      chiese e oratori di detti Istituti a cui i fedeli abitualmente accedono, scuole e altre opere di religione o carità spirituale o temporale affidate ai religiosi (Can. 683 §1).

5 Per rendere più agevole il servizio che si attua nella Visita pastorale, mi riservo di nominare dei Convisitatori per i singoli settori.

6 Gli Uffici competenti della Curia diocesana aiuteranno i Parroci e i Legali rappresentanti di enti, istituti e associazioni ricordati sopra, a svolgere una serena verifica di quanto richiesto dalla Chiesa. Le persone interessate risponderanno perciò a questo impegno come al Vescovo stesso.

Faenza, 21 febbraio 2008, festa di S. Pier Damiani

La famiglia e la malattia
Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato
Messaggi
09-02-2008

‘La famiglia nella realtà della malattia’ è il tema che i Vescovi italiano hanno dato per la giornata del malato di quest’anno, che viene celebrata solo nelle diocesi. Il messaggio dei Vescovi aiuta a riflettere sulla famiglia nell’emergenza della malattia di qualcuno dei suoi membri.

Si capisce subito come una famiglia oggi possa essere in seria difficoltà quando ha in casa un malato di tumore, un malato psichico, un anziano non autosufficiente’ Il progresso ha fatto in modo che le famiglie fossero ridotte ai minimi termini, mentre gli ospedali trattengono i malati solo per la fase acuta della malattia, rimandandoli in famiglia appena possibile. E le famiglie non sempre sono in grado di assisterli.

Il problema è serio. Cosa può fare la Chiesa? Anzitutto deve mantenere viva l’attenzione sulla famiglia, che non si può continuare a penalizzare, e poi caricarla di pesi che la società non è in grado di sopportare. Può essere giusto che i malati e gli anziani rimangano in famiglia il più possibile, però la famiglia deve essere messa in condizione di poterlo fare.

Intanto i cristiani sono interpellati a condividere le necessità delle famiglie in situazioni di emergenza, dando un po’ del proprio tempo; capisco che non è facile, perché nessuno ha del tempo da perdere, però c’è già qualcuno che lo fa, e riesce ad aiutare chi ha bisogno.

Il Papa ha ricordato che la Giornata del malato cade nella festa della Madonna di Lourdes. Quest’anno si celebrano 150 anni dalla prima apparizione. La nostra Diocesi andrà in pellegrinaggio a Lourdes dal 3 all’8 giugno, e speriamo che tanti, sani e malati, vogliano partecipare. Inoltre nei giorni 29-31 luglio avremo in Diocesi l’immagine della Madonna di Lourdes che sta facendo la Peregrinatio in tutta Italia, prima di essere collocata stabilmente a Lourdes nell’Hotel Salus dell’Unitalsi. Ci prepareremo ad accoglierla.

Nella Lettera per questo anno pastorale mi chiedevo: ‘Come può la nostra Chiesa essere sempre più attenta alle varie manifestazioni della sofferenza umana, che in tanti modi colpiscono persone e famiglie?’ La prossima Giornata del malato può essere una occasione per trovare una risposta con un gesto, con una riflessione e una preghiera.

Messaggio per la Giornata della Vita
Messaggi
03-02-2008

Celebrare una ‘giornata’ significa salvare il livello minimo dell’attenzione ad un problema che si ritiene importante. Inutile dire che il tema della vita non può essere oggetto solo di una ‘giornata’, ma merita una attenzione continua. La giornata serve per sottolineare ogni anno argomenti nuovi, mettere in evidenza aspetti emergenti; il tema di quest’anno è: ‘Servire la vita’.

La vita si serve dall’inizio alla fine; ‘la civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita’, hanno scritto i Vescovi italiani. E pensare che il nostro tempo passerà alla storia come quello ‘quando gli uomini ammazzavano i propri figli’. Ma non può andare avanti così; sono ormai evidenti le troppe controindicazioni dell’aborto, oltre alla grave valutazione morale.

Servire la vita dal suo concepimento, e servirla fino al suo termine naturale, ‘evitando di arrogarsi il diritto di decidere quando una vita non merita più di essere vissuta’. Anche qui, ormai è chiaro che quando un ‘malato terminale’ è ben assistito, anche con le cure palliative, non cerca più di morire. Ma siccome tutto questo costa dei soldi, si trovano le ragioni ‘compassionevoli’ per far cessare una sofferenza ‘inutile’.

Ho apprezzato, nel documento dei Vescovi, la parte finale dove dicono ‘grazie a tutti coloro che scelgono liberamente di servire la vita’. Il lungo elenco di persone, dice che sono ancora tanti coloro che rispettano e servono la vita degli altri, nonostante il frastuono fatto ad arte da alcuni arrabbiati, che sono una infima minoranza, ma posseggono il potere della comunicazione, ed hanno certamente un influsso sull’opinione pubblica.

Tutti, insieme ai Vescovi, diciamo grazie ai genitori, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, agli educatori e agli insegnanti, ai tanti adulti, nonni compresi, ai responsabili delle istituzioni che aiutano le famiglie; ai medici, ai ginecologi, alle ostetriche, alle infermiere; ai volontari dei centri di aiuto alla vita; alle famiglie che tengono in casa i loro vecchi e alle persone di ogni nazionalità che li assistono’ Grazie a chi serve la vita in tante diverse situazioni, perché serve il bene di tutto il paese, e insegna il rispetto della vita sempre.

La Pace nasce dalla famiglia
Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2008)
Messaggi
27-12-2007

Il messaggio del Papa per la prossima Giornata della pace mette a fondamento dei rapporti tra i popoli la realtà della famiglia naturale, quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, tanto per intenderci. La famiglia diventa riferimento per tutta l’umanità sia perché i principi che regolano i rapporti in famiglia sono anche quelli che regolano i rapporti tra i popoli (giustizia, amore tra fratelli e sorelle, funzione dell’autorità, servizio ai deboli, aiuto vicendevole, accoglienza dell’altro, perdono) sia perché l’umanità (in modo analogico, cioè con una somiglianza reale, anche se non identica) è una famiglia di popoli che abitano una casa comune che è la terra.

Tenendo presente questo parallelismo si capisce l’importanza che il Papa dà all’educazione alla pace in famiglia, la necessità di avere Dio come riferimento che ci fa essere tutti fratelli, figli di un unico Padre: ‘senza questo Fondamento trascendente la società è solo un’aggregazione di vicini, non una comunità di fratelli e sorelle, chiamati a formare una grande famiglia’ (n.6).

Come conseguenza viene il dovere di rispettare l’ambiente, che non può essere preda degli interessi di nessuno, e la necessità di gestire le risorse energetiche nel rispetto dei più poveri e delle successive generazioni.

Come il rapporto tra i componenti di ogni famiglia è regolato naturalmente da una regola uguale per tutti, così nel rapporto tra i popoli ‘bisogna risalire alla norma morale naturale come base della norma giuridica’; è possibile scoprire, ‘almeno nelle sue linee essenziali, questa legge morale comune che, al di là delle differenze culturali, permette agli esseri umani di capirsi tra loro circa gli aspetti più importanti del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto’ (n.13).

Il messaggio si chiude con un appello preoccupato a superare la corsa agli armamenti, e a smantellare gli arsenali nucleari, come ormai da 40 anni i Papi vanno chiedendo. E la durezza del cuore degli uomini non è motivo per cessare di indicare le vie della pace, con riflessioni e argomenti, che proprio dall’unità che l’uomo vive a livello personale, familiare e sociale trovano la loro intima forza convincente.

Buon Natale
Gli auguri del vescovo per le festività 2007
Messaggi
21-12-2007

Il desiderio più forte che sento ogni anno in questi giorni è quello di aiutare quanta più gente possibile a vivere il Natale nella verità. Riuscire cioè a superare i falsi atteggiamenti che prendiamo per l occasione, e metterci semplicemente di fronte alla realtà di Gesù che, nato a Betlemme da oltre 2.000 anni, non ha ancora cessato di far parlare di sé.

Di fronte al Natale ci sono i distratti, ci sono i contrari, e ci sono quelli che cercano di andare come i pastori nella notte, per vedere questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere . Non credo ci siano tante altre cose da fare, che guardare a questa realtà, cercando di cogliere che cosa questo Bambino ci ha portato; lo facciamo tutti gli anni, perché tutti gli anni ne abbiamo bisogno.

Quest anno in modo particolare, perché ci sembra che ci sia qualcuno che con particolare impegno sta cercando di portarci via Gesù bambino dal presepio, che cioè vuole dimostrare che nessun Dio si è fatto uomo, perché non ce n era bisogno.

Ogni epoca ha cercato di fare senza Dio, e di risolvere i problemi con le sole forze dell uomo, arrivando, dopo successivi fallimenti, a decretare l impossibilità di trovare un rimedio, e affermando che la vita dell uomo dunque non ha nessun senso. Ma noi sentiamo che non può essere così, perché ci rimane nel cuore un desiderio di infinito (di vita, di amore, di giustizia, di pace ) che deve pur nascere da qualche cosa.

E l esperienza delle piccole gioie, delle piccole speranze realizzate, se anche ci lasciano un senso di insoddisfazione, però ci fanno capire che siamo fatti per qualcosa di più grande.

Grazie, Signore Gesù, perché con la tua presenza ci lasci intravedere che non c è solo quello che vediamo con i nostri occhi, ma c è anche quello che tu ci hai portato come un dono grande dell amore del Padre. Hai fatto in modo che anche noi potessimo vivere da figli di Dio, non solo insegnandoci la nuova legge dell amore, ma donandoci un cuore nuovo per mezzo del tuo Santo Spirito; e hai voluto che questa possibilità fosse data a tutte le genti.

La nostra speranza è tutta qui, nel sapere che ciò che desideriamo di più bello e di più buono è possibile, perché tu lo hai portato con te venendo nel mondo, e ci concedi di raggiungerlo per noi e per tutti, anche se in modo imperfetto fin che siamo nel tempo, e in modo pieno quando saremo con te nella vita vera.

Questo sì, che è Natale!