È un momento di emergenza anche per l’impegno economico della comunità cristiana, tra la recente raccolta per il terremoto dell’Abruzzo e la prossima raccolta per il fondo di solidarietà per le famiglie colpite dalla crisi economica. La proposta della firma per l’otto per mille alla Chiesa cattolica è un gesto coerente con questi altri, per aiutare la presenza della Chiesa sul territorio.
Le firme sono necessarie per mostrare la partecipazione a questo metodo che lo Stato italiano ha concordato con la Chiesa cattolica in Italia, anche se si tratta di una rilevazione indicativa per stabilire la quota da assegnare ad ogni comunità religiosa. È chiaro che quanto più sono numerosi coloro che partecipano, tanto più si dà forza al sistema stesso.
Senza il contributo dell’otto per mille la Chiesa italiana non avrebbe potuto intervenire subito nel terremoto dell’Abruzzo con la somma di cinque milioni di euro per i primi aiuti, ai quali si dovranno poi aggiungere quelli che la carità degli italiani avrà affidato alla Chiesa a questo scopo.
Così anche per l’altra emergenza dovuta alla crisi economica mondiale è stato possibile fare progetti di aiuto da parte della Cei e delle Diocesi italiane potendo partire con una qualche disponibilità dall’otto per mille per la carità, alla quale si potranno aggiungere altri contributi di enti, di privati e di raccolte programmate da parte delle Chiese locali.
Anche in questi giorni si è sentita la proposta di investire negli aiuti ai terremotati i soldi che lo Stato deve dare alla Chiesa per l’otto per mille. Anche dal solo punto di vista economico i luminari che partoriscono queste genialate non sanno fare un po’ di conti, e non riescono a calcolare quanto rende l’otto per mille attraverso i parroci, le opere educative e caritative, gli interventi al patrimonio artistico con un effetto moltiplicatore che non ha confronti.
Domenica 10 maggio 2009, giornata per la sensibilizzazione alla firma per l’otto per mille alla Chiesa cattolica facciamo capire l’utilità che viene a tutta la comunità italiana da questa solidarietà, che ritorna a vantaggio di tutte le comunità cristiane. Avremo bisogno anche domani di parrocchie vive e attive, di sacerdoti disponibili al loro ministero, che mediante l’annuncio del Vangelo mantengano vivi i valori della fede e della carità, necessari sempre, ma soprattutto nell’emergenza.