Le ferie sono un momento atteso da tante persone. Per altre, purtroppo, restano un desiderio non realizzabile per tanti motivi, non ultimo quello economico oppure di salute. Diverse sono le persone che durante l’estate sono impegnate nel raccolto dei campi, per le quali le ferie sono forse in altra stagione. Non ultimo, per diverse famiglie quest’estate è segnata dalla preoccupazione per il proprio futuro lavorativo.
Perché allora indirizzare un messaggio per le vacanze?
Ogni persona ha bisogno di un tempo in cui prendersi cura della propria integrità di corpo e anima. Visitare una città d’arte, fare una passeggiata nei sentieri di montagna, così come partecipare alle tante iniziative che le nostre parrocchie realizzano per i nostri ragazzi e le famiglie o recarsi in un luogo di forte spiritualità, sono strumenti per raggiungere il vero obiettivo della vacanza: liberare il tempo. Per fare questo i Padri del deserto davano tre consigli: “Fuge, tace, quiesce”, cioè fuggi, taci, rappacificati.
Fuggi: andare in vacanza significa ripetere l’esperienza di Abramo che lascia la casa di suo padre e la sua vita di tutti i giorni. Si tratta di prendere la distanza giusta dal lavoro e dalle preoccupazioni, per essere capaci di vedere con occhi nuovi la realtà e la vita sociale.
Taci: un consiglio controcorrente in un mondo tempestato di parole. Il silenzio, aiutato da un sano rapporto con il creato, ci insegna a parlare e a gestire meglio il fuoco che a volte si accende nel nostro cuore e nei nostri rapporti interpersonali.
Rappacificati: potremmo spiegarlo in “Fai pace con te stesso”. Ogni riposo che porta la calma, porta anche alla riconciliazione e alla cura della nostra vita interiore.
Seguendo questi tre consigli, le vacanze possono diventare per tutti una bella opportunità: per i credenti come esercizio di comunione con Dio, per tutti come percorso di nuova umanizzazione.
Non è quindi il luogo a fare la vacanza, ma lo spirito con cui viviamo le nostre giornate.
Di cuore, quindi, buone vacanze a tutti.