Sono stato al Convegno di Verona, e mi è dispiaciuto vedere che tanti delegati compravano La Repubblica (Avvenire veniva distribuito gratis!), e rimanevano male perché del convegno si parlava solo in una colonna, mentre si sprecava spazio per altri discorsi sciocchi sulla Chiesa. Mi pareva di vedere in piccolo lo spettacolo che avviene ogni giorno: si va a bere il brodo d’oca sui giornali laici (cioè laicisti), e non ci si interessa del giornale dei cattolici.
Proprio sul convegno di Verona si è vista la differenza di Avvenire nel trattare le cose della Chiesa, con ampi resoconti, con i testi più importanti riportati integralmente, dando importanza alle cose che la meritavano (anche episodi particolari, piccole interviste per riprodurre il contesto di quelle giornate). La lettura della stampa laicista finisce per trasmettere non tanto il pensiero ‘della gente’, come si vuol dare ad intendere, ma la visione distorta di chi ha interesse a mettere in cattiva luce l’operato dei cattolici.
Anche la mancata diffusione di Avvenire nella nostra Diocesi, è segno di una inerzia dei cattolici, che sono più portati a lamentarsi, che a fare qualcosa per cambiare il mondo. Tutti si lamentano che la Televisione fa schifo, ma non danno il minimo appoggio al giornale dei cattolici che puntualmente stigmatizza le cose che non vanno; se invece di avere 100.000 copie ne avesse il doppio, certamente avrebbe un altro peso di fronte ai responsabili dei programmi televisivi.
Senza dire delle belle firme di cui è fatto il nostro quotidiano, che sanno dare una visione dei fatti e della politica tenendo conto della dottrina sociale cristiana, pur nella libertà di espressione che va riconosciuta anche ai giornalisti cattolici.
La lettura di un giornale come Avvenire diventa una occasione anche di formazione personale, non solo per la visione degli eventi alla luce della dottrina sociale della Chiesa, ma anche per altri aspetti culturali. La formazione dei laici ha certamente bisogno anche di altri strumenti per impostare i fondamenti spirituali, teologici, biblici, morali, ecc. della vita di un cristiano, ma non può fare a meno di un aiuto così utile per una visione corretta del rapporto tra fede e vita.
La giornata del 12 novembre per la stampa cattolica è il livello minimo di interessamento che viene promosso, per mantenere viva una sensibilità che merita molto di più. E’ importante che il piccolo fuoco non si spenga, ma è anche necessario che si propaghi ancora.
Avvenire, un’occasione da non perdere
Messaggio alla diocesi in occasione della giornata diocesana di Avvenire
12-11-2006