Dalla consapevolezza della missione della custodia del creato alla ricerca di buone pratiche che vanno nella direzione dell’ecologia integrale. È stata una mattinata ricca di spunti quella promossa dalla Diocesi di Faenza-Modiglianasabato 26 giugno attraverso l’incontro pubblico “Verso la Settimana Sociale”, nel corso della quale sono stati presentati i principali temi dell’Instrumentum Laboris. Una tappa per progettare, a livello diocesano e non solo, il cammino verso la 49esima Settimana Sociale di Taranto “Il pianeta che speriamo” (21-24 ottobre 2021).
Relatori dell’incontro sono stati don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, suor Alessandra Smerilli, sottosegretaria del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale per il settore fede e sviluppo, l’Ing. Pierluigi Zanotti, presidente diocesano di Azione Cattolica e S.E. Mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana e delegato della conferenza episcopale Emilia-Romagna. Nel pomeriggio il vescovo Mario ha poi illustrato i temi emersi dall’incontro ai Seminaristi della Comunità Propedeutica della Romagna.
Video dell’incontro
I video delle relazioni sono disponibili sulla pagina Youtube della Diocesi di Faenza-Modigliana a questo link:
Don Bruno Bignami: “Solo con la prospettiva dell’ecologia integrale possiamo superare questa crisi”
“Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”: riprendendo le parole di papa Francesco, don Bruno Bignami nella sua relazione ha sottolineato gli aspetti principali del documento preparatorio della Settimana Sociale. “L’enciclica Laudato Si’ ha messo al centro del dibattito il concetto di ecologia integrale – ha spiegato don Bruno Bignami – capace di superare le logiche ecologistiche che presentano l’ambiente come realtà fine a se stessa. L’ecologia integrale invece tiene insieme i due aspetti, uomo e natura, e fornisce una reale risposta alle diverse crisi interconnesse che stiamo vivendo. Solo attraverso la prospettiva antropologica dell’uomo a cui Dio ha affidato la custodia del Creato si possono mettere in campo azioni e progetti con un orizzonte spirituale più ampio”.
Cinque le tappe indicate dall’Instrumentum Laboris per arrivare alla formazione di questo nuovo modello di sviluppo: l’incontro concreto con i volti feriti dalla crisi; lo sguardo contemplativo della Creazione; la cultura della cura; una visione di futuro condivisa e il censimento di buone pratiche già in atto.
Suor Alessandra Smerilli: “Tutto è connesso e noi tutti siamo connessi”
Interiorizzare il messaggio delle encicliche sociali – e delle riflessioni che arriveranno da Taranto – e portarlo a germogliare concretamente nelle nostre realtà locali: questo uno dei punti sottolineati da suor Alessandra Smerilli nel suo intervento. “La Laudato Si’ e la Fratelli Tutti sono due encicliche che vanno lette in modo unitario – ha commentato nel suo intervento – Nella prima veniva indicato come ‘tutto è connesso’, mentre la seconda ha evidenziato come ‘siamo tutti connessi’. Ed è a partire di questi principi che vogliamo prepararci alla 49esima Settimana Sociale, che non vuole essere solo un convegno di riflessione, ma una tappa intermedia di un percorso che proseguirà poi nelle nostre diocesi, nelle associazioni, nelle parrocchie e nelle imprese”. Attraverso le riflessioni che giungeranno da Taranto, si vuole arrivare, come si legge nell’Instrumentum Laboris, a “sostenere e orientare la formazione di un nuovo modello di sviluppo capace di ridefinire il rapporto tra economia e ecosistema, ambiente e lavoro, vita personale e organizzazione sociale”. “Tutti possiamo fare ogni giorno scelte consapevoli – aggiunge Smerilli – per arrivare alla definizione di un sistema più giusto che metta al centro ambiente e persone”.
Pierluigi Zanotti: “Coltivare e custodire il Creato fa parte della nostra missione”
Dagli spunti offerti dalla prof.ssa Smerilli parte la riflessione di Pierluigi Zanotti, presidente dell’Azione Cattolica di Faenza-Modigliana. “Sono le nostre scelte determinano i nostri rapporti con l’ambiente e la Parola di Dio ci illumina per orientare queste. La nostra missione è infatti quella di coltivare e custodire il creato, fa parte del nostro Dna”. Una missione che ha avuto, tra le massime espressioni della storia, le esperienze dei monasteri di Camaldoli e Fonte Avellana, citate da Zanotti come realtà nelle quali i monaci hanno saputo dar vita a una profonda e virtuosa interconnessione tra uomo e ambiente. Venendo al presente: “Nei nostri percorsi di catechesi spesso però il tema ambientale è stato tralasciato – dice Zanotti – e su questo oggi bisogna lavorare molto”.
Mario Toso: “Si deve attuare una reale conversione ecologica”
A concludere le riflessioni dell’incontro è stato il vescovo monsignor Mario Toso, che ha indicato come per trovare le risposte in grado di farci superare le tante crisi interconnesse di fronte alle quali siamo “non basta un discernimento individuale, ma un confronto che coinvolga sempre tutta la comunità e che abbia come riferimento i principi della Dottrina sociale della Chiesa”. E alla luce di questo discernimento, si deve poi “attuare una reale conversione ecologica, anche con forti prese di posizioni”. Il vescovo ha poi evidenziato la necessità di utilizzare maggiormente, e in maniera sempre più consapevole, “la rete e il digitale, come strumento di connessione delle nostre comunità locali”. Inoltre, è fondamentale coinvolgere in questo percorso “i giovani, attraverso una formazione che susciti in loro motivazioni profonde e non un semplice ecologismo che porti ad azioni magari virtuose, ma fini a se stesse”. Infine, in vista della Settimana Sociale e dopo di essa, serve avviare un “dialogo costruttivo con le istituzioni e censire le buone pratiche già in atto nelle nostre realtà”.