Si è tenuto martedì 12 settembre presso il Seminario di Faenza il primo incontro della Tre Giorni del Clero con Mons Erio Castellucci, Arcivescovo della Diocesi di Modena-Nonantola e Carpi.
L’intervento di Mons Castellucci
Nella lettera ai Romani, Paolo al capitolo 16 scrive: «Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è al servizio della Chiesa di Cencre: accoglietela nel Signore, come si addice ai santi, e assistetela in qualunque cosa possa avere bisogno di voi; anch’essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso. Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù… Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa…». Sorella, sì, ma anche donna al servizio della comunità; certamente amici, ma anche collaboratori “synergoi”. Quello che la Bibbia di Gerusalemme titola semplicemente “conclusioni”, in realtà è una testimonianza preziosa della ministerialità delle prime comunità dei discepoli del Risorto. L’intervento di Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e Carpi, “Ministero e ministeri” che è stato il primo incontro del Clero nel Seminario di Faenza aperto al clero delle Diocesi di Faenza, Forlì e Imola, prende spunto da questo dato del Nuovo Testamento: ogni ministero si innesta in una comunità di battezzati, di discepoli che hanno incontrato e hanno seguito il Signore Gesù. Molteplici sono gli aspetti affrontati da Mons. Erio e fra tutti l’apertura missionaria ed universale di ogni ministero, soprattutto quello ordinato ed istituito, il loro vicendevole rapporto complementare (e non supplettivo), la loro necessità nella prospettiva ecclesiale per risvegliare continuamente nel Popolo di Dio la consapevolezza di ricevere e non di guadagnare la grazia di Dio. Ogni ministro (ovvero “servitore”) ha come compito principale non solo il servizio liturgico (oggetto di vari interventi e domande dell’assemblea), ma la priorità evangelica di aiutare la comunità a confrontarsi sempre con l’eccedenza del mistero che viene annunciato, celebrato e vissuto nella carità: non siamo noi a creare la comunità, ma siamo tutti convocati dal Risorto che ci rende Chiesa.