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Cosa sono le Settimane sociali dei cattolici

Nel mese del giugno scorso nella nostra Diocesi è stato organizzato un incontro sulla prossima settimana sociale dei cattolici che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021. Il tema della prossima settimana sociale è: Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro#tuttoèconnesso. Dal titolo si evince che la prossima Settimana sociale si incentra specialmente sulle tematiche della Laudato sì’, ma anche della Fratelli tutti. Per capire cosa si è fatto e cosa si farà nelle Diocesi italiane è bene dire alcune parole sulla natura delle Settimane sociali dei cattolici.

Come sono sorte e a cosa servono?

Le Settimane sociali cattoliche sono sorte dopo l’enciclica sociale di Leone XIII del 1891 in vari Paesi del mondo, allo scopo di far conoscere, approfondire, mediante varie competenze e vari soggetti ecclesiali, specie il laicato, il magistero pontificio. Ciò doveva avvenire in modo che tale magistero fosse assunto e divenisse anima della costruzione della società contemporanea. La prima Settimana sociale fu ideata dall’«Unione popolare cattolica italiana» (organismo prefigurato da Pio X nell’enciclica Il fermo proposito), guidata dall’economista Giuseppe Toniolo, oggi beato. Toniolo, assieme al cardinale Pietro Maffi, nel 1907 varò l’iniziativa con il motto: “Ispirare cristianamente la società”. Nel 1905 in Francia si era già tenuta un’esperienza simile, sulla scia dell’enciclica di papa Leone XIII Rerum Novarum (“Delle cose nuove”).

La storia delle Settimane sociali dei cattolici

La prima Settimana sociale si tenne dal 23 al 28 settembre 1907 a Pistoia, con alcune sessioni anche a Pisa (dove insegnava Toniolo). Erano gli anni del non expedit, il divieto papale rivolto ai fedeli di partecipare alla politica: l’Opera dei congressi era stata sciolta da poco (1904), limitando di fatto il peso del mondo cattolico nella vita pubblica. La nuova iniziativa fu una reazione a queste difficoltà. Nelle Settimane sociali si cercava di mettere in pratica ciò che noi oggi chiamiamo discernimento sociale con riferimento a vari temi sociali (ad es.: contratti di lavoro e la condizione delle popolazioni rurali, la famiglia, il sindacato, la politica, l’economia, ecc.) con l’ausilio delle encicliche sociali, promulgate dai pontefici.

Alla fine degli anni Sessanta il mondo cattolico italiano era attraversato da dissensi, segnato dagli abbandoni da parte di sacerdoti e religiosi, dal conflitto tra associazioni e movimenti cattolici o di ispirazione cristiana. Mancarono le condizioni affinché si verificasse una reazione analoga a quella d’inizio secolo. Le Settimane sociali furono lasciate cadere nel 1970. La ripresa venne decisa nel 1988 con una Nota pastorale della Cei dal titolo: Ripristino e rinnovamento delle Settimane Sociali dei cattolici italiani.

La presentazione dell’Instrumentum laboris in Diocesi

Ad aiutarci nel presentare l’Instrumentum laboris, predisposto per la preparazione della prossima Settimana sociale, affinché essa non sia un evento principalmente a livello nazionale, ossia un fatto isolato che si conclude a Taranto, ma implichi invece un coinvolgimento corale delle Chiese particolari, nel mese del giugno scorso ci siamo collegati con don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della Cei. Al suo intervento ha fatto seguito quello della sottosegretaria del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ossia della professoressa suor Alessandra Smerilli, già consultrice del Pontificio Consiglio della Giustizia e della pace, economista e incaricata del settore fede e sviluppo. Da ultimo è intervenuto l’ing. PierLuigi Zanotti, presidente diocesano dell’Ac di questa Diocesi. Ci ha aiutato ad illustrare la Laudato si’ e la Fratelli Tutti affinché, come chiede l’Instrumentum laboris, siano assunte in profondità nella pastorale ordinaria, facendo tesoro delle molteplici indicazioni emerse in questi anni.

I quattro passi da compiere indicati dal vescovo Mario

Ha concluso l’iniziativa sua Ecc. Mons. Mario Toso con alcune riflessioni. Ha evidenziato alcuni passi da compiere. Il primo passo da mettere in atto nella nostra Diocesi, tramite specialmente l’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro, è quello di seminare le idee, i valori e le proposte emerse nel cammino dal tempo della Laudato sì’ ad oggi. Va, in particolare, messo in pratica il discernimento sociale anche nel suo quarto momento, quello del celebrare.

Il secondo passo sarà quello di imparare sempre più ad usare la rete come strumento per la connessione e lo sviluppo delle nostre comunità locali dal punto di vista della Pastorale sociale, ma anche delle altre Pastorali.

Terzo passo: coinvolgere e responsabilizzare di più i giovani, insistendo sull’educazione ecologica e sulla spiritualità connessa all’ecologia integrale. Nell’Instrumentum a pagina 57 si legge: «È necessario utilizzare anche i linguaggi della musica, dell’arte e della poesia per veicolare l’ecologia integrale nell’attuale contesto culturale. Chi meglio dei giovani può aiutarci in questo modo diverso di vedere, di sentire e di comunicare?».

Quarto passo: dialogo costruttivo con le istituzioni per muovere insieme passi decisivi verso una nuova cultura per favorire la rinascita del nostro Paese.


Sabato 26 giugno incontro “Verso la Settimana Sociale”

Sabato 26 giugno alle ore 10 si terrà un incontro pubblico per la presentazione dell’Instrumentum Laboris nella Sala San Carlo in piazza XI Febbraio n.4 a Faenza. Sarà inoltre possibile partecipare alla diretta streaming sulla pagina Youtube: “Diocesi di Faenza-Modigliana”

I relatori dell’incontro saranno: Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, Suor Alessandra Smerilli, sottosegretaria del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale per il settore fede e sviluppo, Ing. Pierluigi Zanotti, presidente diocesano AC e S.E. Mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana e delegato della conferenza episcopale Emilia-Romagna.