La comunità di Brisighella ha fatto bene ad onorare il Cardinale Achille Silvestrini con una nuova pubblicazione Ricordando don Achille. Brisighella al Cardinale Achille Silvestrini (1923-2019), dopo quella che l’anno scorso gli ha dedicato la Diocesi di Faenza-Modigliana, avente come titoloCardinale Achille Silvestrini (Tipografia Faentina Editrice, Faenza 2020).[1]Non si tratta di un vano campanilismo, bensì dell’omaggio dovuto ad una grande personalità della Chiesa, una delle figure più rappresentative della diplomazia e della Segreteria di Stato vaticana della seconda metà del Novecento. Gradualmente, a fianco del cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato, il suo ruolo di artefice nelle defatiganti trattative con le delegazioni degli Stati del Patto di Varsavia crebbe e portò frutti insperati dal punto di vista religioso e politico. Ciò ha consentito alla Chiesa del suo tempo di collocarsi sulla scena internazionale in modo nuovo rispetto all’epoca del «grande schiacciamento» nei Paesi a regime marxista e stalinista. Il cardinale Silvestrini sviluppò la sua attività quale sapiente interprete della Ostpolitik vaticana, le cui basi erano già state poste dalla lungimiranza di Giovanni XXIII e di Paolo VI (cf Ecclesiam suam, n. 109). Questi papi, oggi entrambi santi, nonostante la grande cortina di ghiaccio che attanagliava i Paesi dell’Est, osarono sperare varchi di un possibile colloquio, tramite la pratica di una «politica di piccoli passi». Rispetto a ciò l’arcivescovo Silvestrini apprese ed esercitò la sapienza della Spes contra Spem. È così che la strategia diplomatica dell’Ostpolitik contribuì a fondere la grande barriera di ghiaccio che esisteva nei rapporti tra Stati del comunismo e la Chiesa. Ciò consentì alla Santa Sede di partecipare come full member alla Conferenza di Helsinki nel 1975. Come ebbe a scrivere lo stesso Silvestrini, la presenza della Santa Sede ad Helsinki rappresentò un segno della concezione della pace tra le nazioni come valore morale prima ancora che come questione politica. Fu un’occasione per rivendicare la libertà religiosa come una delle libertà fondamentali di ogni persona e come valore di correlazione nei rapporti tra i popoli.[2]Non tutti, nella stessa Chiesa cattolica, furono consenzienti con una simile linea «politica», ritenuta un’illusione, un’azione non lungimirante. Indurre gli avversari, in particolare il grande blocco sovietico, a riconoscere diritti che, al lato pratico erano palesemente negati, poteva assumere l’aspetto di un fallimento clamoroso. In realtà, la strategia dell’Ostpolitik acquisì una vittoria diplomatica e giuridica non solo per la Chiesa ma per tutti i popoli. Come aveva affermato anni prima papa Paolo VI, quando il diritto viene riconosciuto, anche se poi non è osservato, possiede una forza intrinseca, capace di far progredire la civiltà giuridica della comunità internazionale.
Il ruolo che ebbe il cardinale Silvestrini nella stesura dell’Atto finale di Helsinki è stato rilevante. Con esso ha contribuito ad aprire le porte ad una nuova storia nei rapporti tra le nazioni, tra popoli e religioni, in vista della pace nel mondo. Basta anche solo questo episodio per renderci coscienti della statura diplomatica e della rilevanza storica del cardinale Achille per il nostro tempo, per la nostra società. Chi è di Brisighella non può tacere i meriti di un così illustre cittadino. È bene essere fieri di chi ha contribuito a preparare il nostro oggi, imprimendo nelle istituzioni internazionali la forza trasfiguratrice di Colui che risorge e crea cieli nuovi e terra nuova, un nuovo umanesimo aperto al trascendente. Ciò sia di sprone per tutti noi. Dobbiamo essere grati all’Associazione e alla Fondazione La Memoria Storica di Brisighella “I Naldi-Gli Spada” per l’edizione del prezioso volume Ricordando Don Achille. Brisighella al Cardinale Achille Silvestrini (1923-2019), Carta Bianca Editore, Faenza 2021. Un ringraziamento particolare va al Curatore Leardo Mascanzoni e agli Autori.
+ Mario Toso
[1]CfM. Toso, (Ed.), Cardinale Achille Silvestrini, Tipografia Faentina Editrice, Faenza 2020, pp. 210.
[2]Cf A. Silvestrini,La Santa Sede nella ostpolitik e nella C.S.C.E., in AA. VV., La politica internazionale della Santa Sede 1965-1990, Napoli 1992, pp. 38-40.