Carissimi tutti, sia questo un Natale di rinascita. Gesù viene tra noi perché viviamo con Lui. Lo accogliamo per vivere il suo Amore in tutti i nostri impegni e le nostre responsabilità. Un tale amore ci è donato per continuare con ardore ed intelligenza creativa il cammino sinodale, la Visita pastorale già iniziata, l’opera di ricostruzione delle infrastrutture, delle case danneggiate sia da una duplice alluvione sia dal terremoto, sia da una tromba d’aria che ha devastato colture, ha scoperchiato abitazioni e fabbriche. L’amore che ci porta Gesù Bambino mobilita la generosità, la solidarietà di tutti noi affinché insieme riusciamo a far fronte ad un’opera grande, comunitaria. Non è finito il tempo del mutuo aiuto. Tutt’altro. Deve continuare, con la consapevolezza che ci possiamo rialzare se siamo tutti uniti e convergenti. Nessuno può esimersi dal dare il proprio contributo. In questo momento storico è importante non perdersi d’animo e non fermarsi. Non possiamo non vivere i sentimenti e gli atteggiamenti di Gesù Cristo che si fa povero e nostro servo perché cresca in noi un’umanità nuova, degna dei figli di Dio, tutti fratelli e sorelle. Gesù Bambino si rende samaritano perché lo siamo anche noi, prendendoci cura gli uni degli altri, senza interruzioni. Cresciamo come comunità cristiane attive, inserite nel territorio, vivendo con verità ed ardore l’annuncio di Cristo, riconoscendolo nell’Eucaristia come hanno fatto i discepoli di Emmaus, operando con il suo Amore sia nella edificazione del suo Corpo sia nella umanizzazione di tutte le attività umane. Togliamo da noi il sale insipido, le asprezze, le avidità che, purtroppo, nel momento della ricostruzione non diminuiscono. Talvolta è vero il contrario. Accresciamo l’integrazione degli immigrati offrendo loro possibilità di qualificazione professionale e di inserimento nel mondo del lavoro, come già sta avvenendo in maniera esemplare in diverse cooperative ed imprese lungimiranti. Non c’è solo da offrire lavoro a chi è senza, ma occorre continuare a lavorare intensamente per migliorare le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici, la loro remunerazione, la loro formazione morale e civile. Non dimentichiamo che la vera integrazione richiede la crescita del dialogo culturale e interreligioso, senza l’annientamento delle identità e della libertà. Risulta necessario, inoltre, un più stretto rapporto tra imprese e istituzioni scolastiche, perché si verifica che diverse aziende non trovano persone qualificate. Il cantiere in cui ci troviamo a lavorare è ampio. Il nostro contesto socioculturale è segnato da gravi questioni proprie di una terza guerra mondiale a pezzi, di un’ecologia integrale, di epidemie sempre in agguato, di umanizzazione dell’intelligenza artificiale. Siamo, allora, architetti ed artigiani di pace a tutto campo, facendo sì che la nostra preghiera si traduca in opere concrete, come la costruzione di istituzioni atte a mantenerla e a consolidarla, riformando quelle insufficienti o inventandone di nuove, più efficaci. La pace viene dalle persone, dai cuori liberi dalla violenza, purificati dalle fede, immedesimati con la Persona del Signore Gesù. Vivendo in Lui, tutte le nostre famiglie, in rete con altre istituzioni, sono sollecitate all’educazione alla pace. Un grande tesoro da valorizzare sono i nostri nonni, che conservano un cuore ricco di empatia nei confronti delle nuove generazioni. Tutte le volte che ho la fortuna di incontrarli me ne convinco sempre di più. Sono loro per primi a insegnarci la pace vera. Le urgenze che premono esigono che non perdiamo troppo tempo in parole. I poveri attendono. Mettiamoli al centro delle nostre sollecitudini. La Caritas diocesana sta facendo di tutto per aiutare il maggior numero possibile di alluvionati e di sfollati.
Accogliamo senza esitazioni il Figlio di Dio. AmiamoLo con tutto noi stessi, offriamo a Lui tutta la nostra vita. Con Lui vivremo attivi, creativi, gioiosi, ricchi di speranza, operosi nella carità dell’annuncio della testimonianza e del dono di noi stessi. Prepariamo in noi la sua via. Convertiamoci! Il Bambino Gesù vi benedica e vi colmi di ogni dono! Vi abbraccio tutti. Pace e ogni bene. Gloria a Dio!
+ Mario Toso