Nuova denominazione delle Unità Pastorali

Non si tratta di un semplice cambio di denominazione, ma un nuovo modo di essere Chiesa sul territorio. Valorizzare i carismi delle singole realtà parrocchiali, mettere in rete centro e periferia, proseguire un cammino di formazione comune che abbia al centro l’Annuncio. Con il decreto firmato dal vescovo monsignor Mario Toso il 20 luglio scorso cambiano le denominazioni delle Unità pastorali con il quale si vogliono rendere più riconoscibili e protagoniste. Nelle nuove denominazioni prevale infatti l’aspetto territoriale, ed è partire da questo che le parrocchie, riunite nelle varie Unità pastorali, portano avanti un cammino comune con il quale si condividono percorsi, risorse, celebrazioni.

La cooperazione tra le comunità parrocchiali per l’Annuncio

«Non è un cambiamento puramente formale – specifica il vicario generale della Diocesi, don Michele Morandi -, ma riflette la modalità attraverso cui le varie comunità parrocchiali devono cooperare tra loro, mantenendo salda la propria identità. L’obiettivo è portare il Vangelo sempre più vicino al Popolo di Dio. Si tratta di una nuova sfida da cogliere per essere una comunità evangelizzatrice. Non riguarda infatti solo i parroci, ma tutta la comunità della parrocchia è protagonista». L’importanza delle Unità pastorali in questo contesto è stato sottolineato dal vescovo Mario già nel sussidio pastorale 2020-21 Nuova evangelizzazione luoghi pastorali: «Proprio per meglio portare il Vangelo vicino al Popolo, vivente nelle mutate circostanze – scrive monsignor Toso -, la parrocchia è chiamata a realizzare una nuova esperienza comunitaria, a ripensare il ministero e la missione dei sacerdoti, dei diaconi, dei fedeli laici, dei religiosi, delle associazioni e dei movimenti. Tale compito non costituisce un peso da subire, ma una sfida da accogliere con entusiasmo al fine di essere una comunità evangelizzatrice, che possiede come criterio guida per il rinnovamento la missione».

Le Unità pastorali da tempo vanno in questa direzione: diversi gli esempi virtuosi messi a frutto in questi anni, come la Caritas del Monticino a Brisighella, che mette in rete le parrocchie nel sostegno e animazione caritativa alla vallata. Oppure Pieve Ponte, dove è stato possibile avviare un percorso legato ai gruppi ministeriali. «Il fatto di unirsi e fare un cammino insieme è già di per sé testimonianza dell’Annuncio da valorizzare» conclude il vicario.

La nuova denominazione

L’Unità pastorale raccoglie un insieme di parrocchie vicine tra loro e affini per il tipo di territorio. Nella nostra Diocesi sono presenti 18 Unità pastorali. Con il decreto firmato dal vescovo Mario il 20 luglio scorso, le denominazioni delle Unità pastorali variano nel seguente modo:

Denominazione precedente – Nuova denominazione

Madonna del Monticino – Brisighella
Madonna delle Grazie – Modigliana
Nilde Guerra- Sant’Agata
Unità e speranza – Russi
Madonna della Salute – Solarolo
Beato Antonio Bonfadini – Cotignola
Reda, Bareda, Pì ad Curleda – Reda
Melograno – Granarolo
Santi Cristoforo e Macario – Errano
Santa Maria Maddalena e S. Antonino – Faenza Borgo
Santa Chiara e Sant’Umiltà – Faenza Centro
Mater Ecclesiae – Faenza Nord
San Giuseppe sposo – Faenza Est

Resta invariata la denominazione delle Unità pastorali di:
Marradi
Marzeno
Fusignano
Bagnacavallo
Delle Alfonsine

La parrocchia di Santa Maria in Prada passa dall’Unità pastorale di Russi all’Unità pastorale di Reda.