Tre importanti appuntamenti al Museo Diocesano di Faenza alla Chiesa di Santa Maria dell’Angelo – spazio espositivo del Diocesano (Via Santa Maria dell’Angelo 9) – legati al tema del viaggio, dell’errare. Un tema innanzitutto interiore, spirituale, che accomuna gli uomini di tutti i tempi e che lega insieme differenti tradizioni religiose e culturali. Dopo l’anteprima in occasione di Argillà Italia che in tre giorni visto 1200 visitatori, la mostra Altrove. viandanti, pellegrini, sognatori inaugura ufficialmente venerdì 9 settembre alle 18.30 alla presenza del vescovo monsignor Mario Toso, delle autorità e degli artisti.
Un viaggio che tocca le corde della ricerca interiore
La mostra Altrove. Viandanti, pellegrini, sognatori, che insieme al Museo Diocesano vede la collaborazione del Comune di Faenza e del Comune di Ravenna, presenta opere di CaCO3, Victor Fotso Nyie, Sara Guberti, Antonio Violetta, Sergio Zanni. La mostra rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2023 e durante i mesi di apertura saranno previsti diversi appuntamenti, tra cui presentazioni di libri, laboratori ed eventi poetici. “Sguardi differenti, per poetica e per gesto artistico, si confrontano nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo – spazio espositivo del Museo Diocesano di Faenza – e offrono preziosi spunti di riflessione su una delle grandi dimensioni dell’uomo, quella del viaggio”. Con queste parole Giovanni Gardini, vice direttore del Museo Diocesano di Faenza, presenta la mostra. “Un viaggio – prosegue Gardini – da intendersi non solo e non tanto nella sua accezione fisica quanto in quella più propriamente spirituale, l’esperienza del partire – del lasciare le proprie certezze per esplorare nuovi confini – tocca le corde della ricerca interiore ed è tempo prezioso anche quando espone l’uomo al rischio dell’errare o alla possibilità di smarrirsi, specialmente in un tempo come quello odierno, contrassegnato dalla violenza e dai conflitti”.
“Migrare, viaggiare, andare oltre il tuo orizzonte per cercare, scoprire qualcosa di diverso o migliore – aggiunge monsignor Mariano Faccani Pignatelli, direttore del Museo Diocesano -; nella necessità sperare di trovare condizioni favorevoli: il ventaglio potrebbe allargarsi davvero all’infinito. Questa probabilmente è l’esperienza di molta parte dell’umanità. Esiste tuttavia una modalità piuttosto diversa: andare verso l’ignoto perché Dio ti ha chiamato a farlo, mentre tu sostanzialmente stavi bene dove eri. Dunque per il credente pellegrino, il percorso è chiamata di Dio, vocazione. Per i molti che oggi percorrono le antiche vie dei pellegrini, questa coscienza è assai meno presente, mentre sicuramente affiora maggiormente la ricerca di sé stessi, del senso della propria vita.