Si sono celebrate questa mattina, sabato 22 gennaio, alla chiesa di San Michele Arcangelo di Brisighella, le esequie di monsignor Elvio Chiari, morto nella mattinata di giovedì 20 all’ospedale di Faenza dove era ricoverato da diverse settimane per le complicanze al Covid-19. In tanti si sono ritrovati per l’ultimo saluto a un parroco che è stato molto amato nelle varie comunità nelle quali ha prestato servizio. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo, monsignor Mario Toso. “L’amore per Gesù Cristo e per la sua Chiesa era in don Elvio vivo, sempre acceso – ha detto il vescovo Mario nell’omelia – Non solo quando fu incaricato della Caritas diocesana o concorse a sostenere la Caritas dell’Unità pastorale Madonna del Monticino. L’amore di Cristo infondeva in lui energie di dono incessante. Si manifestava attraverso uno stile di vita intenso, che non aveva pause e non lasciava nulla al caso. Era infaticabile nei suoi molteplici impegni,sia di parroco sia di economo della Diocesi. Nonostante, in questi ultimi anni, la sua salute fosse divenuta più precaria, svolgeva una considerevole mole di attività, si inerpicava a fatica sulle vie in salita per portare la comunione e la benedizione del Signore”.
“Ha dato molto di sé non solo nel riparare muri – prosegue monsignor Toso – nel sanare ambienti, nell’amministrare un patrimonio che, per varie ragioni, andava assottigliandosi. La sua cura non è stata rivolta solo alle costruzioni fatte di pietre. Si è dispiegata soprattutto nell’edificazione delle comunità fatte di persone-pietre vive. Monsignor Elvio ha lavorato nelle parrocchie in cui è vissuto e di cui è stato responsabile, ma anche nelle associazioni e nelle aggregazioni laicali che ha accompagnato, promovendo lo sposalizio dell’umanità con il Signore Gesù, alluso nelle nozze di Cana”.
“Ha accompagnato generazioni di laici e di laiche nella crescita della fede”
“Sacerdote sensibile, preparato – ha sottolineato il vescovo – ha accompagnato generazioni di laici e di laiche nella crescita della fede, incoraggiando a partecipare a campi estivi, a corsi di formazione, organizzando lui stesso momenti di approfondimento, invitando ad aprirsi alla dimensione diocesana e universale della Chiesa. Facendo comprendere ai suoi che il nostro vero destino è scritto in Gesù, per far vivere la statura spirituale e morale di Cristo nei credenti non esitava a coltivare la dimensione culturale della loro fede. La fede senza la ragione, che l’accoglie e la approfondisce, rimane poca cosa nel contesto di una vita sempre più secolarizzata. La chiesa come comunione, partecipazione e missione, ossia la chiesa come vorremmo meglio vivere nel cammino sinodale, ha sempre entusiasmato don Elvio”.
Per quanto riguarda i suoi anni trascorsi come economo diocesano, “nonostante le difficoltà di alcune collaborazioni difficili e complesse – ha detto il vescovo – ci ha testimoniato la dimensione trascendente dell’economiae dell’amministrazione dei beni. Nella comunità ecclesiale la gestione dei beni e del denaro va finalizzata alla dimensione pastorale, alla costruzione del Regno di Dio”.
“Presentandoti davanti al Signore, caro don Elvio – ha concluso il vescovo – ti accolgano gli angeli e i santi, in particolare la Beata Vergine qui venerata come Madonna del Monticino, ed anche la tua diletta mamma con il suo abbraccio materno. Ricordaci al Signore. Prega per questa comunità che tanto hai amato e che ti ha stimato”.