Un carisma diventato stile di vita. Le suore della Sacra Famiglia Istituto Lega celebrano quest’anno il 150esimo dalla fondazione e in questo momento sono 15 le suore delegate riunite nel XXIII capitolo nella casa madre di Modigliana dal 12 al 29 luglio. Sono trascorsi infatti 150 anni dal 16 luglio 1871, quando al monastero di Modigliana, nell’Appennino faentino, arrivarono tre giovani povere orfane. Ad accoglierle trovarono suor Teresa Lega che fondò questo istituto religioso “per le povere bambine che sono nella strada abbandonate a loro stesse”. Porte e cuori che hanno continuato ad aprirsi in 150 anni di carisma e dono. In tutto sono oggi 53 le suore francescane della Sacra Famiglia distribuite tra Italia, Colombia e Mozambico, inserite nelle varie pastorali.
Una celebrazione, quella del 150esimo, vissuta con tutta la comunità. Il 15 luglio scorso, accanto alla concattedrale di Modigliana, si è celebrata l’inaugurazione del monumento di suor Benedetta Pompignoli, suora dichiarata Giusta fra le Nazioni.
Il 16 luglio il vescovo emerito di Brescia monsignor Luciano Monari ha presieduto la messa nella concattedrale di Modigliana. Sabato 17 luglio il vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, ha presieduto la celebrazione eucaristica per l’inizio del capitolo. “Camminando sulle orme della vostra fondatrice Madre Maria Teresa Lega – ha affermato monsignor Mario Toso – confermerete il senso di un’esistenza caritativa dedita alla gioventù povera e abbandonata di oggi. Vi rafforzerete nella certezza che tutto proviene da Dio e ritorna a Lui attraverso quel potente e misterioso Segno, che è la Croce”.
“Le giovani a cui siete inviate – prosegue monsignor Toso – dovranno poter vedere sui vostri volti lo stupore, la limpidezza e l’amore di anime sempre giovani, ministre dei mirabili disegni di Dio nei confronti dell’umanità e delle nuove generazioni. Rimarrà sempre centrale, per la vostra missione e opera educativa, l’icona di Gesù bambino tra Maria e Giuseppe nella Sacra Famiglia. I giovani e le giovani, poveri e abbandonati, vanno amati vivendo nella relazione d’affetto e di cura di Maria e di Giuseppe nei confronti di Gesù, posto tra di loro, al centro della loro relazione famigliare”.