Nel 2022, per tutti i cristiani, l’Epifania si prolungherà fino alla seconda metà di gennaio. Non si tratta di una globale rivincita del calendario giuliano. Il motivo è un altro: la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (17-25 gennaio) avrà come tema Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo (Mt 2,2), scelto dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente. Nella presentazione della Settimana di preghiera si legge che la stella è sorta in Oriente così come fa il sole: essa è un segno di salvezza storicamente apparso nella regione che definiamo Medio Oriente. Tuttavia la storia di quell’area è fino a oggi «marcata da conflitti e lotte, macchiata di sangue e oscurata da ingiustizia e oppressione. In tempi recenti, dalla Nabka palestinese (cioè l’esodo della popolazione araba palestinese durante la guerra del 1948) la regione è stata teatro di guerre e terra di estremismo religioso» fino alla tremenda esplosione del porto della capitale libanese (4 agosto 2020), con i suoi 200 morti, le sue migliaia di feriti e le sue decine di migliaia di senza tetto. Anche la storia dei Magi «contiene molti elementi tenebrosi come, ad esempio, l’ordine dispotico di Erode di massacrare tutti i bambini». La fuga intesa come via per sottrarsi a un pericolo o per cercare condizioni di vita meno precarie è presente, come realtà e non già come simbolo, pure oggi. Di frequente, a differenza di quanto avvenne per Gesù, Giuseppe e Maria, non è tutto il nucleo familiare, grande o piccolo che sia, a riuscire a spostarsi verso luoghi sicuri. Abbiamo ancora davanti agli occhi bimbi afghani affidati a mani ignote all’aeroporto di Kabul.
Nella presentazione della Settimana di preghiera si legge che, mentre in Occidente prevale il Natale, «per molti cristiani d’Oriente, la più antica, e ancora principale festa, è invece l’Epifania, ossia quando la salvezza di Dio (…) fu rivelata alle nazioni». Si propone poi nella Veglia ecumenica un bellissimo testo di sant’Efrem siro (+373), diacono e cantore della Parola. Tutte le chiese e le comunità cristiane di Faenza si sono rese disponibili a ospitare momenti di preghiera, ma abbiamo ridotto gli appuntamenti a causa della situazione sanitaria. La settimana si arricchirà per noi cattolici per la celebrazione episcopale della Domenica della Parola di Dio che istituita dal Papa nel 2019 viene «così a collocarsi in un momento opportuno di quel periodo dell’anno, quando siamo invitati a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani. Non si tratta di una mera coincidenza temporale: celebrare la Domenica della Parola esprime una valenza ecumenica, perché la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida» (Motu proprio Aperuit illis, n. 3).don Mirko Santandrea