Per la prima volta non solo tutti i vescovi, ma tutto il Popolo di Dio è coinvolto nel processo sinodale: si tratta di una decisione di portata enorme, di cui non siamo ancora in grado di misurare gli esiti e le conseguenze. Una cosa è certa: alla base di tale trasformazione del Sinodo da evento a processo sta il principio che l’una e unica Chiesa Cattolica esiste nelle e a partire dalle Chiese particolari.
La prima parte di questo processo sinodale si ha quindi attraverso l’ascolto del Popolo di Dio che vive nella nostra Chiesa di Faenza-Modigliana.
Come si vede nel Documento Preparatorio, si è scelto di concentrare tutto in un solo interrogativo fondamentale. Come équipe diocesana, abbiamo riformulato tale domanda semplificandola, secondo il testo seguente:
Oggi, come stiamo camminando con Gesù e con i fratelli per annunciarlo? Per il domani, che cosa lo Spirito sta chiedendo alla nostra Chiesa per crescere nel cammino con Gesù e con i fratelli per annunciarlo?
Appare evidente nella formulazione stessa di questa domanda la peculiarità del presente cammino sinodale, che è anche per noi una straordinaria risorsa: il suo oggetto – la sinodalità – è anche il suo metodo. In altre parole: mentre mettiamo a tema la sinodalità ne facciamo esperienza insieme e cresciamo dentro tale esperienza, assaporando (a Dio piacendo) quei frutti della conversione che il cammino sinodale stesso immette da subito nella comunità cristiana.
Tutta l’esperienza di questa prima fase dell’ascolto deve ruotare attorno a questi interrogativi, discostarsi da questi significherebbe non centrare l’obiettivo.
«Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”», ci ha detto il Papa. I vescovi italiani ci hanno poi detto che questo ascolto non è questione puramente funzionale, ma è questione di fede: crediamo o no che il Signore Gesù è risorto e vivo e che il suo Spirito continua ad operare nella storia? Ci sentiamo detentori della grazia e vogliamo misurarla con i nostri parametri fatti di risultati, conteggi, successi e riscontri, o ci sentiamo visitati dalla grazia e vogliamo accoglierla con i criteri di Dio, che sceglie l’umiliazione della carne e la logica pasquale? Questo è il punto decisivo, che non favorisce affatto la rinuncia a pensare e operare, ma colloca le iniziative e i progetti là dove devono stare, al livello della risposta.
Troppe volte dimentichiamo nelle nostre comunità che il cuore del servizio è l’ascolto e ci sentiamo i protagonisti della pastorale, chiamando poi il Signore a collaborare con noi, quasi dovessimo semplicemente escogitare dei metodi e delle tecniche per evangelizzare gli altri e non, prima di tutto, lasciarci plasmare dal Vangelo e convertire noi stessi.
Alessandra Scalini
I 10 nuclei tematici per favorire l’ascolto nei gruppi sinodali
Pierluigi Zanotti ha illustrato i dieci nuclei tematici su cui potranno confrontarsi i gruppi sinodali.
«Si tratta di piste attraverso cui moderatori e segretari possono fare breccia nei partecipanti e favorire l’ascolto reciproco nello sviscerare la domanda fondamentale, che rimane la meta principale. Queste dieci piste non devono essere utilizzate tutte: valuterete quali potranno essere più utili alle persone che avrete di fronte».
I dieci nuclei tematici sono:
1. Compagni di viaggio. Nella nostra Chiesa, chi sono quelli che camminano insieme? Chi sono quelli che sembrano più lontani e ai margini?
2. Ascolto. Ci sentiamo ascoltati? Se non ci sentiamo ascoltati, compresi, cosa secondo noi non va nell’ascoltatore? Se sì, cosa funziona? Ci sono voci che a volte ignoriamo? Perché?
3. Parlare chiaro. Ci siamo mai fermati a guardare il nostro cuore senza farci un esame di coscienza spietato, ma ringraziando per essere proprio così come siamo? I media possono essere luoghi di dialogo?
4. Celebrazione. Cosa sono per noi le preghiere e le celebrazioni liturgiche? Cosa c’entrano con la nostra vita quotidiana?
5. Condividere la responsabilità della nostra missione comune. Possiamo dire di essere membri della chiesa “in uscita”?
6. Il Dialogo nella Chiesa e nella società. Io e la mia comunità cristiana siamo capaci di dialogo? Come affrontiamo le divergenze?
7. Ecumenismo. Quali relazioni ha la nostra comunità ecclesiali con membri di altre tradizioni e denominazioni cristiane?
8. Autorità e partecipazione. Con il battesimo diventiamo re, sacerdoti e profeti. Davvero? Siamo coinvolti negli obiettivi della nostra comunità?
9. Discernere e decidere. Quali metodi utilizziamo nel processo decisionale?
10. Formarci alla sinodalità. Come può la nostra comunità formare persone capaci di camminare insieme? Quale formazione viene offerta oggi?