“Accogliendo la comunicazione dell’Oms, segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria. Resta salva la possibilità per i vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi”. Lo scrive la presidenza Cei in una lettera ai vescovi dopo l’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla fine dell’emergenza sanitaria pubblica per Covid-19.
Richiamando il «tempo difficile in cui le comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica» ed esprimendo «sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che con dedizione e mettendo a rischio la propria vita si è preso cura dei numerosi ricoverati e per tutti coloro che hanno dato il loro contributo ad alleviare i disagi e affrontare la crisi», la Cei ricorda anche «le tante persone che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero». Infine, l’appello affinché «cessino, o siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming». Le attività in strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali seguiranno invece le norme proprie dei luoghi.
“Qualora si ritenesse sussistente la necessità di una trasmissione in streaming – precisa il vescovo Mario Toso – è necessario che tale richiesta, previo valutazione preliminare sull’opportunità pastorale dell’iniziativa effettuata dalla parrocchia stessa, sia sottoposta in forma scritta all’Ordinario diocesano per il definitivo nulla osta. Pertanto, prima di prendere impegni con l’emittente tv per la trasmissione, occorre ottenere l’espresso nulla osta da parte dell’Ordinario diocesano”