Il vescovo Mario presenta il libro ‘Chiesa e democrazia’ a Fiumicino

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«È una conquista dei secoli scorsi il convincimento che la promozione della persona umana è inscindibile dallo sviluppo della democrazia, intesa soprattutto come incessante costruzione di senso e di forma di vita sociale e politica mediante il concorso di tutti». Su questo concetto tratto dal libro «Chiesa e democrazia» del vescovo Mario Toso della Diocesi di Faenza-Modigliana, la giornalista Emma Evangelista ha introdotto la presentazione del volume che si è tenuta ieri pomeriggio nella Sala del consiglio del Comune di Fiumicino. L’autore ha dialogato con il vescovo Gianrico Ruzza, Mario Baccini, sindaco di Fiumicino, Roberto Severini, presidente del consiglio comunale, e Riccardo Graziano, capo di gabinetto.
Nel discorso sono emerse le sfide della politica nella prospettiva della 50ma edizione delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia. Disuguaglianze, dipendenze, intelligenza artificiale, difficoltà della partecipazione politica, giovani che con difficoltà accedono al percorso dell’impegno politico. In questa direzione il vescovo Toso ha sottolineato l’urgenza dell’educazione alla libertà, che sia però incentrata sul rispetto dell’altro. Ogni persona è singolarità ma è anche apertura al vero, al bene, a Dio, alla solidarietà: «la libertà è anche impegno da parte di ciascuno di liberare gli altri dalle catene». Per l’autore «È importante che lo stato sociale che deve consentire diritti individuali e sociali» progredisca nella crescita di una «democrazia deliberativa non solo partecipativa, nella quale i cittadini concorrano alla realizzazione di servizi».
Il vescovo Gianrico ha osservato l’opportunità per il lettore di cogliere con chiarezza gli snodi storici della dottrina sociale della Chiesa. Il secondo elemento evidenziato riguarda che «c’è un primato oggi dell’economia e della finanza sulla politica e questo non va bene». L’ultima idea si riferisce alla crisi della democrazia identificata nella «decostruzione della sua essenza etica». Una democrazia ad alta intensità deve avere un riferimento valoriale etico, ha concluso il vescovo Ruzza, «altrimenti diventa una serie di regole senza anima, e senza anima la vita non c’è».