Nei primi giorni dell’anno il vescovo Mario Toso ha fatto visita alla comunità delle suore Agostiniane di Modigliana. Il Monastero delle Monache Agostiniane ha più di 400 anni di vita ed era una piccola enclave nel cuore del paese .Sino dalla fondazione era autosufficiente. Avena un acquedotto privato, un orto, una stalla, una spezieria, un’infermeria e il cimitero.
Per i modiglianesi era ed è “el sor sredi” (le suore chiuse), a significare al rigida regola di clausura a cui le monache si votavano. I contatti con l’esterno avvenivano salo attraverso al grata e la ruota e la loro vita era completamente dedicata a Dio. Le religiose abitano il monastero ininterrottamente dalla sua fondazione e non l’hanno mai dovuto abbandonare, anzi è capitato loro di dover ospitare Suore e Monache di Ordini e conventi diversi della zona, soppressi negli anni della dominazione napoleonica, del Granduca di Toscana e durante gli eventi bellici.
In occasione di calamità il monastero ha goduto, e continua a godere, della protezione dell’Altissimo, perché passa inviolato, immune da spoliazioni, e indenne tra le turbolente vicissitudini di oltre quattro secoli e mezzo di vita. Durante questo periodo il monastero è sempre stato un prezioso punto di riferimento per i poveri di Modigliana, che vi trovano sempre, oltre all’aiuto e sostentamento, una parola di comprensione e di conforto.
Con il dopoguerra, la missione delle Monache è completamente dedicata alla preghiera e alla organizzazione di incontri spirituali.