Martedì 17 gennaio alla chiesa di San Francesco di Faenza si terrà un incontro per la XXXIV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. Ospiti saranno Miriam Camerini, esperta in ebraismo e in collegamento da Gerusalemme, Lidia Maggi e Angelo Reginato, pastori della Chiesa Battista. Purtroppo, diversamente da quanto annunciato, per motivi di salute non riuscirà invece a essere rabbino capo di Ferrara Luciano Caro.
L’incontro, promosso dall’Ufficio Ecumenismo delle Diocesi di Faenza e Imola, ha il patrocinio del Comune di Faenza.
La giornata del 17 gennaio, che prelude alla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, avrà quest’anno un respiro ecumenico, e sarà sempre il profeta Isaia ad accompagnare le riflessioni delle due iniziative passando dalla consolazione del capitolo 40 all’austerità del capitolo 1.
Scrive il consiglio dell’assemblea rabbinica nel sussidio promosso insieme alla CEI:
Nel calendario ebraico, si celebra d’estate un periodo speciale, particolarmente austero, di tre settimane, che inizia con un digiuno (il 17 di Tamuz) e finisce con un altro digiuno, ancora più rigoroso, quello del nove di Av. In questo giorno si ricordano le distruzioni del primo e del secondo Santuario di Gerusalemme e molte altri eventi luttuosi che hanno funestato la storia ebraica. Nel sabato che precede il 9 di Av si legge, con melodia struggente, il capitolo 1 di Isaia, quello della “Visione”, severa e minacciosa. Nel sabato successivo l’atmosfera cambia, è il momento della ripresa, della consolazione, il brano scelto per segnalarlo è proprio Isaia 40, che inizia con le parole Nachamù nachamù ‘amì, “Consolate, consolate il Mio popolo”. Questa volta la melodia è solenne e festiva. […]. Il popolo di Israele, pur colpito da sciagure, sa che dopo il lutto viene la consolazione, la vita riprende, il legame con il Signore torna ad esprimersi su toni più sereni, nell’attesa fiduciosa della completa redenzione, su questo percorso il messaggio è sempre valido. Tanto radicata è la consuetudine di quel brano, che si presta pure, nel linguaggio dialettale degli ebrei italiani, a un proverbio meteorologico: “Nachamù, nachamù e l’estate non c’è più”.
Nel sito si possono trovare i sussidi predisposti a livello nazionale per le iniziative. Per l’approfondimento e lo sviluppo dei dialogo con gli ebrei ci sono vari materiali qui