Fare gli auguri di buona Pasqua nel contesto di una guerra atroce e di uno scombussolamento emotivo in cui ci troviamo oggi non è facile. Quante distruzioni, quanti scenari orrendi, quante codardie da parte degli Stati, quante omissioni. Pesano sulle coscienze dei responsabili politici massacri, morti di bimbi innocenti, puri come angeli. Non è, forse, l’inizio di un suicidio umanitario? Non si stanno solo abbattendo case, scuole, ospedali, università, centri di ricerca: un patrimonio incalcolabile. Ma ciò che si sta compiendo in maniera insensata, contro ogni ragione, è soprattutto lo sterminio di uomini, di madri, di nonni indifesi, di un popolo fratello nella fede. Che cosa sacrilega, terribile. Chi può giustificare questo scempio? Potremo essere perdonati? Potremo rinascere come popoli che si abbracciano e lavorano insieme a costruire un mondo più giusto e pacifico per tutti? C’è davvero un mistero di iniquità, che ha avvolto molti. Sinora è apparso evidente che con le semplici forze umane non si riesce ad uscirne. Ci siamo affidati, allora, a Dio, al Cuore Immacolato di Maria. Ad essi abbiamo consacrato l’umanità tutta, la Chiesa, l’Ucraina e la Russia stessa, che ha invaso un popolo libero, calpestandone dignità e sovranità.
Ma ciò che maggiormente inquieta sono le minacce fatte, non troppo velatamente, dell’uso di bombe atomiche e che ci porterebbe dritti verso una catastrofe nucleare, verso un gorgo di morte, con scenari apocalittici per grande parte del nostro pianeta.
Ciò che, in tutto questo buio, ci fa sperare con fondamento è la bontà che Dio ha seminato nei cuori degli uomini e delle donne e che si manifesta in tanti atti di accoglienza, di solidarietà. Ciò che ci consola è quanto avviene nella Pasqua della morte e risurrezione di Gesù Cristo. Il Figlio di Dio è venuto tra noi a celebrare e a piantare il seme di una nuova umanità, capace di perdono, di dono, di fraternità e di pace. Ascoltiamo, allora, il Signore Gesù che ci dice «farò la Pasqua da te». Facendo la sua Pasqua da noi, tra noi, con noi, Egli pone in noi, nella storia, il principio della rinascita, di una nuova creazione, del riscatto. Cristo si innesta nell’umanità come germoglio nuovo, promessa di frutti abbondanti. Per noi credenti, che col Battesimo moriamo e risorgiamo in Cristo, è possibile un mondo nuovo, può ritornare la primavera, la possibilità di essere con verità in comunione tra noi e con Dio.
Cari fratelli e sorelle, cari giovani, mamme e papà, cari anziani, gli auguri pasquali che il vescovo vi invia con affetto, sono da intendersi come un invito ad accogliere Gesù che desidera fare la Pasqua da noi, a casa nostra. Egli ci invita a compiere un passaggio da morte a vita, dalle tenebre alla luce. La Pasqua ci porti un cuore nuovo, uno spirito nuovo, come quelli del Figlio di Dio. Sarà possibile, allora, costruire una nuova famiglia umana, essere costruttori di pace, ovunque siamo ed operiamo.
+ Mario Toso