Nel messaggio per la 57esima Giornata Mondiale della Pace, papa Francesco pone alcune domande: «quali saranno le conseguenze, a medio e lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace? In questi giorni, guardando il mondo che ci circonda, non si può sfuggire alle gravi questioni etiche legate al settore degli armamenti. La possibilità di condurre operazioni militari attraverso sistemi di controllo remoto ha portato a una minore percezione della devastazione da essi causata e della responsabilità del loro utilizzo, contribuendo a un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra. Non possiamo nemmeno ignorare la possibilità che armi sofisticate finiscano nelle mani sbagliate, facilitando, ad esempio, attacchi terroristici o interventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime. Il mondo, insomma, non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all’iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra. In un’ottica più positiva, se l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale».
Basta guerre, è l’ora della pace: i 3 punti indicati dal vescovo Mario
I conflitti sparsi nel mondo hanno indotto il Pontefice a parlare di una terza guerra mondiale a pezzi che impone a noi credenti una riflessione sulla drammaticità del momento ed un’assunzione di responsabilità per promuovere la pace. Nel suo libro Basta guerre: è l’ora della pace, il nostro vescovo monsignor Mario Toso individua almeno tre piani sui quali muoversi. In primo luogo l’eliminazione del diritto di guerra degli Stati, con l’affermazione del diritto alla pace. In secondo luogo perseguire senza indugio la precondizione di un disarmo nucleare generale, nel quadro di un disarmo generale. Infine andrebbe perseguito «un grado superiore di ordinamento internazionale» per realizzare il bene comune dell’umanità.
Gli eventi della Diocesi di Faenza-Modigliana
In coerenza con il messaggio del Santo Padre e le indicazioni del nostro vescovo sono state attivate diverse iniziative nella nostra Diocesi al fine anche di dare concretezza ed attuazione alle sollecitazioni trasmesse: la Santa Messa per la pace in Cattedrale il 1° gennaio, seguita dall’incontro sul Ministero della pace, promosso dall’associazione Papa Giovanni XXIII il 14 gennaio. Sono seguite la Veglia di pace il prossimo 25 gennaio alla Chiesa Evangelica Apostolica a Faenza, in via Piero Della Francesca 49 e la Marcia della pace che avrà luogo domenica 4 febbraio con ritrovo al Seminario diocesano (via degli Insorti 56, Faenza) dalle 15. La marcia terminerà alle 17 in piazza del Popolo.
Abbiamo la consapevolezza che queste iniziative costituiscono l’inizio di un lavoro, che non può limitarsi all’organizzazione di alcuni eventi di sensibilizzazione, ma deve proseguire per tutto l’arco dell’anno affinché, come scriveva Carlo Maria Martini, la pace diventi davvero «frutto di alleanze durature e sincere, a partire dall’alleanza che Dio fa in Cristo perdonando l’uomo, riabilitandolo e dandogli sé stesso come partner di amicizia e di dialogo, in vista dell’unità di tutti coloro che Egli ama».
Flavio Venturi