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Suor Gianna Patuelli ritorna alla Casa del Padre: il 1° agosto i funerali

Tutta la comunità diocesana si stringe attorno alla morte di suor Gianna Patuelli, 56 anni, e al suo ritorno alla Casa del Padre. Si era consacrata nel 1996 nelle Francescane ancelle di Maria. Subito dopo il suo ingresso in convento ha scoperto di avere la sclerosi multipla, malattia degenerativa che progressivamente ha minato il suo fisico. «Posso muovere solo la testa. Ma questo non l’ha fermata, “posso ancora parlare, pregare e amare”, raccontava in un’intervista del 2016 sulla rivista Credere.

Il funerale di suor Gianna Patuelli si terrà lunedì 1 agosto, alle ore 15 al santuario Madonna della Neve di Quadalto di Palazzuolo sul Senio.

L’articolo su Il Piccolo. 


La Collegiata di San Michele resterà chiusa dal 1° agosto: la lettera dell’amministratore parrocchiale mons. Michele Morandi

collegiata san michele

Cari parrocchiani e cittadini di Brisighella,

 

dopo la morte di Mons. Elvio Chiari il Vescovo mi ha nominato Amministratore delle Parrocchie di S. Rufillo e di S. Michele Arcangelo.

Sin dai primi giorni la situazione degli immobili della parrocchia si è mostrata critica. All’inizio di gennaio, a causa di una frana, un’ordinanza del Comune per la tutela di tutti ha interdetto il passaggio e di conseguenza l’utilizzo del Santuario del Monticino e dell’attigua canonica. Personalmente ho poi vietato l’utilizzo delle sacrestie di S. Michele per l’evidente rischio che comportava anche il solo passaggio. Dopo aver chiesto parere al Consiglio per gli affari economici delle parrocchie, ho dato incarico ai tecnici di approfondire la situazione geologica e strutturale di entrambe le chiese e di ipotizzare interventi di messa in sicurezza e restauro di questi beni vincolati.

Contemporaneamente il vescovo, che ha sempre seguito con attenzione questa difficile situazione, ha deciso di far partecipare con priorità assoluta i progetti di ristrutturazione di queste due nostre chiese al bando che prevedeva i fondi del PNRR per la messa in sicurezza dei luoghi di culto.

Oggi, complice la straordinaria siccità, la navata destra della Collegiata di S. Michele presenta gravi lesioni. Per questo, da oggi, è vietato l’utilizzo di questa stessa navata.

Poiché questa situazione può ulteriormente compromettere anche il resto della Chiesa, per l’incolumità di tutti, la chiuderemo da lunedì 1° agosto. La Collegiata non potrà più essere utilizzata fino alla messa in sicurezza che richiederà importanti e radicali interventi di restauro strutturale per i quali oggi non abbiamo risorse a causa della grave situazione economica in cui da decenni versa la parrocchia. Ieri ho preso questa grave decisione, in comunione con il Vescovo, dopo un sopralluogo effettuato con i tecnici che hanno consigliato di muoverci in questa direzione.

Purtroppo, per quanto riguarda il bando PNRR, i progetti della nostra Diocesi, che riguardavano come detto il Monticino e la Collegiata, non sono stati accolti insieme a tutti gli altri progetti delle Diocesi romagnole. Si è trattato di un rifiuto immotivato che ha provocato anche un grave squilibrio della distribuzione delle risorse destinate alla sicurezza dei cittadini, specie in relazione alle province emiliane alle quali sono state destinate ingenti risorse anche per il recupero strutturale delle proprietà ecclesiastiche. Il nostro Vescovo si è adoperato per mettere in luce questa ingiustizia e per richiedere l’apertura di altri canali di finanziamento.

Stiamo poi istruendo le pratiche per richiedere alla Conferenza Episcopale Italiana i finanziamenti dell’8 per mille.

Resta il fatto che, anche qualora si riuscissero ad ottenere dei finanziamenti, non si riuscirà mai a coprire il 100% della spesa.

Sono, pertanto, a chiedere un aiuto straordinario a Enti pubblici, famiglie, imprese, cooperative del territorio dell’Unione della Romagna faentina e non solo, perché la nostra splendida Collegiata, chiesa di uno dei borghi più belli d’Italia, possa essere riaperta.

Il territorio del comune di Brisighella merita l’attenzione di tutti perché la chiusura dei luoghi di culto, oltre a danneggiare la comunità cattolica, priva Brisighella di importanti centri di attrazione turistica e paesaggistica anche grazie alle importanti opere d’arte che verranno messe presto in sicurezza con le autorizzazioni e secondo le modalità indicate dalla competente autorità.

Seppure seriamente addolorato invito tutti a non avvilirsi, a non cercare colpevoli, a non evocare glorie passate che non risolvono più i problemi, ma forniscono solo scuse per non assumere in prima persona un impegno concreto: ora tocca a noi!

Se i muri crollano non deve crollare la nostra fede e soprattutto il nostro slancio evangelizzatore per annunciare il Signore Crocifisso e Risorto alle nuove generazioni. È tempo di stare uniti, di essere Chiesa sempre più missionaria e incisiva comunità civile che favorisce in tutti i modi il lavoro, la famiglia, l’accoglienza dei poveri, la natalità nel nostro territorio. Noi possiamo anche restaurare i muri, ma se viene meno la fede e la Chiesa ci ridurremo come gli antichi egizi: verranno a vedere le nostre piramidi, ma del Vangelo che ne sarà? Che ne sarà della nostra cultura che libera l’uomo in Cristo?

Dalla provincia dei Frati minori, che ringrazio, ho ottenuto la possibilità di celebrare l’Eucarestia, mantenendo gli stessi orari, nella chiesa di S. Maria degli Angeli da sabato 6 agosto fino a data da destinarsi.

Sono grato a tutti i parrocchiani, al consiglio pastorale e per gli affari economici, a quanti con dedizione esemplare stanno mantenendo viva la comunità, alle suore della Sacra famiglia oggi gravemente colpite dal Covid, ai catechisti, alla Caritas, all’Azione Cattolica, all’AGESCI, al Circolo e alle associazioni di volontariato. A tutti chiedo la massima unità per il bene di questo territorio che va ben al di là dei muri. Come Amministratore ringrazio il Vescovo per la vicinanza e l’attenzione che ha mostrato a questa comunità anche fornendo l’aiuto del Diacono Stefano e del Seminarista Filippo.

Questa presenza deve spingerci a risvegliare risorse umane del territorio, soprattutto educatori, catechisti e persone che vadano nelle case dei nostri ammalati e anziani a portare la presenza del Signore e della Chiesa.

Preghiamo per le vocazioni presbiterali, diaconali, ministeriali e matrimoniali!

“Tutto concorre al bene di coloro che amano il Signore” (Rm 8, 28). Questa è l’occasione per rinascere, non per morire.

 

Faenza 30 luglio 2022

Il Vicario generale

Don Michele Morandi


Nuova denominazione delle Unità Pastorali

Non si tratta di un semplice cambio di denominazione, ma un nuovo modo di essere Chiesa sul territorio. Valorizzare i carismi delle singole realtà parrocchiali, mettere in rete centro e periferia, proseguire un cammino di formazione comune che abbia al centro l’Annuncio. Con il decreto firmato dal vescovo monsignor Mario Toso il 20 luglio scorso cambiano le denominazioni delle Unità pastorali con il quale si vogliono rendere più riconoscibili e protagoniste. Nelle nuove denominazioni prevale infatti l’aspetto territoriale, ed è partire da questo che le parrocchie, riunite nelle varie Unità pastorali, portano avanti un cammino comune con il quale si condividono percorsi, risorse, celebrazioni.

La cooperazione tra le comunità parrocchiali per l’Annuncio

«Non è un cambiamento puramente formale – specifica il vicario generale della Diocesi, don Michele Morandi -, ma riflette la modalità attraverso cui le varie comunità parrocchiali devono cooperare tra loro, mantenendo salda la propria identità. L’obiettivo è portare il Vangelo sempre più vicino al Popolo di Dio. Si tratta di una nuova sfida da cogliere per essere una comunità evangelizzatrice. Non riguarda infatti solo i parroci, ma tutta la comunità della parrocchia è protagonista». L’importanza delle Unità pastorali in questo contesto è stato sottolineato dal vescovo Mario già nel sussidio pastorale 2020-21 Nuova evangelizzazione luoghi pastorali: «Proprio per meglio portare il Vangelo vicino al Popolo, vivente nelle mutate circostanze – scrive monsignor Toso -, la parrocchia è chiamata a realizzare una nuova esperienza comunitaria, a ripensare il ministero e la missione dei sacerdoti, dei diaconi, dei fedeli laici, dei religiosi, delle associazioni e dei movimenti. Tale compito non costituisce un peso da subire, ma una sfida da accogliere con entusiasmo al fine di essere una comunità evangelizzatrice, che possiede come criterio guida per il rinnovamento la missione».

Le Unità pastorali da tempo vanno in questa direzione: diversi gli esempi virtuosi messi a frutto in questi anni, come la Caritas del Monticino a Brisighella, che mette in rete le parrocchie nel sostegno e animazione caritativa alla vallata. Oppure Pieve Ponte, dove è stato possibile avviare un percorso legato ai gruppi ministeriali. «Il fatto di unirsi e fare un cammino insieme è già di per sé testimonianza dell’Annuncio da valorizzare» conclude il vicario.

La nuova denominazione

L’Unità pastorale raccoglie un insieme di parrocchie vicine tra loro e affini per il tipo di territorio. Nella nostra Diocesi sono presenti 18 Unità pastorali. Con il decreto firmato dal vescovo Mario il 20 luglio scorso, le denominazioni delle Unità pastorali variano nel seguente modo:

Denominazione precedente – Nuova denominazione

Madonna del Monticino – Brisighella
Madonna delle Grazie – Modigliana
Nilde Guerra- Sant’Agata
Unità e speranza – Russi
Madonna della Salute – Solarolo
Beato Antonio Bonfadini – Cotignola
Reda, Bareda, Pì ad Curleda – Reda
Melograno – Granarolo
Santi Cristoforo e Macario – Errano
Santa Maria Maddalena e S. Antonino – Faenza Borgo
Santa Chiara e Sant’Umiltà – Faenza Centro
Mater Ecclesiae – Faenza Nord
San Giuseppe sposo – Faenza Est

Resta invariata la denominazione delle Unità pastorali di:
Marradi
Marzeno
Fusignano
Bagnacavallo
Delle Alfonsine

La parrocchia di Santa Maria in Prada passa dall’Unità pastorale di Russi all’Unità pastorale di Reda.


Situazione politica: la riflessione del Comitato scientifico delle Settimane sociali pubblicata su “Avvenire”

Di seguito riportiamo il testo pubblicato il 29 luglio 2022 sul giornale Avvenire a firma dei componenti del Comitato scientifico e organizzativo delle Settimane sociali dei cattolici italiani e relativo alla situazione politica nazionale in vista delle prossime elezioni del 25 settembre. 

Caro direttore,,

il Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali (di cui fa parte anche il nostro vescovo, monsignor Mario Toso, ndr) esprime la sua preoccupazione e propone alcune riflessioni in merito alla situazione venutasi a creare con le dimissioni del governo Draghi e l’avvio della campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre. In linea con i richiami del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, auspichiamo un forte senso di responsabilità da parte delle forze politiche in campo, affinché nei prossimi mesi non vi sia alcuna interruzione nell’affrontare con concretezza e determinazione le emergenze sociali, ambientali, economiche e internazionali che il nostro Paese sta vivendo. Il paradigma dell’ecologia integrale proposto dal Magistero della Chiesa offre criteri di analisi e di discernimento per leggere anche questo momento della nostra vita politica e agire in modo coerente per la costruzione e la cura del bene comune.

La strada indicata a Taranto: ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso

Nell’ottobre 2021 centinaia di rappresentanti delle Diocesi italiane, di movimenti, gruppi e organizzazioni non solo cattoliche, hanno dato vita alla Settimana Sociale di Taranto, disegnando intorno alle parole “ambiente, lavoro, futuro” l’agenda per il “pianeta che speriamo” nella consapevolezza che “#tuttoèconnesso” e che per affrontare le sfide del cambiamento climatico, della diseguaglianza, dello sviluppo, della legalità, occorre un approccio globale e integrato. Alleanze intergenerazionali di giovani, adulti, donne e uomini animano nei territori l’impegno per le buone pratiche di economia civile; parrocchie, cooperative e gruppi locali sono al lavoro per formare comunità energetiche; imprese, consumatori e terzo settore concorrono insieme a diffondere nuovi stili di consumo e di risparmio responsabile. Anche la politica è chiamata a fare la sua parte, disegnando regole giuste e certe, offrendo i supporti necessari e guidando il Paese sulla strada della transizione ecologica e della giustizia sociale.

La crisi politica nel contesto attuale

La crisi politica giunge in un’estate torrida come mai prima, devastata da incendi, siccità, perdite di raccolto e disastri ambientali, segni tangibili di un
cambiamento climatico che ha effetti diretti sulla vita delle persone, delle famiglie e delle imprese e impone scelte e azioni che non possono più essere rinviate. Nel frattempo il rialzo dei tassi d’interesse, correttamente disposto dalla Banca Centrale Europea per contrastare l’inflazione, aumenta il costo di finanziamento dei debiti pubblici e privati. Per l’Italia, gravata da un debito pubblico pari al 160% del Pil, l’aumento dei tassi d’interesse può avere effetti destabilizzanti se non sarà accompagnato da uno sforzo credibile e coerente di controllo delle spese e delle entrate pubbliche.

Una competizione elettorale che non si allontani dai cittadini

Nel mezzo di queste sfide si avverte il rischio che i partiti politici si allontanino ancora di più dalla concretezza della vita e dei problemi delle persone, delle comunità e del Paese. Una perdita di contatto che rischierebbe di far deragliare la comunicazione politica, strumentalizzando quegli stessi problemi per semplici fini di propaganda e di polemica elettorale, presentando visioni e soluzioni semplificate di problemi necessariamente complessi. Nutrire la campagna elettorale con promesse tanto altisonanti quanto impossibili da mantenere significherebbe alimentare la delusione degli elettori e, dunque, provocare una ulteriore disaffezione di molti cittadini dalla partecipazione alla vita pubblica e alla cura del bene comune.

Una crisi di rappresentanza che dura da tempo

La forte instabilità politica che da molti anni va avanti nel nostro Paese, la continua disgregazione e riaggregazione delle forze politiche, il rapido consumarsi
delle leadership e delle alleanze hanno creato disorientamento nei cittadini e indebolito la capacità delle nostre istituzioni politiche di attuare riforme necessarie e giuste; riforme complesse ma non più procrastinabili, nel campo del lavoro, della giustizia, della amministrazione pubblica, del fisco, della concorrenza; riforme la cui mancata attuazione grava come un macigno sulle opportunità di crescita inclusiva del Paese.

Le sfide che non possono essere abbandonate

Molte famiglie italiane soffrono di una crescente povertà che è frutto di un declino economico che dura da quasi vent’anni, di un deterioramento nelle condizioni di lavoro e di diseguaglianze sempre più ampie nella distribuzione del reddito, della ricchezza e delle opportunità: le diseguaglianze vecchie e nuove che sono state aggravate dalla pandemia e dalla crisi economica danno luogo ad ampi fenomeni di povertà educativa, sanitaria ed energetica che finisce per concentrarsi nelle stesse fasce di famiglie e di popolazione. Esse chiedono, adesso e nei prossimi anni, uno sforzo di solidarietà e di innovazione, a partire dai territori più svantaggiati e nei quali il peso delle mafie e della illegalità si fa sentire, subdolamente, più forte.
Gli equilibri internazionali ulteriormente alterati dalla guerra di aggressione contro l’Ucraina richiedono maturità, credibilità e condivisione di intenti delle democrazie europee, per costruire un clima di relazioni internazionali improntato alla pace, alla cooperazione, al rispetto dei diritti fondamentali dei popoli e alla lotta contro il cambiamento climatico. Per questo, occorre dire con chiarezza che la dimensione europea – pur da migliorare e avvicinare ai cittadini – rappresenta oggi l’unica prospettiva possibile di libertà, prosperità e autonomia per il nostro Paese in un contesto globale divenuto oggi più complesso e conflittuale.

I richiami alla responsabilità e le urgenze del presente

In piena sintonia con i recenti richiami del Presidente della Repubblica e del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, auspichiamo che, nonostante la campagna elettorale, il governo ancora in carica possa avere il pronto, fattivo e leale sostegno delle forze politiche e dei parlamentari, per portare avanti quegli impegni e affrontare quelle emergenze che i tempi richiedono, con particolare riguardo alle misure necessarie per la transizione energetica (ancora bisognosa di importanti decreti attuativi), per l’attuazione del Pnrr, per il sostegno alle famiglie (anche con l’approvazione delle norme attuative del Family act), alle imprese e ai ceti sociali più fragili.

Una nuova stagione di impegno per la formazione di una nuova classe politica e la partecipazione della società civile

Guardando al di là del momento elettorale, che ci auguriamo possa portare in tempi rapidi alla formazione di un governo dotato di una ampia e stabile maggioranza e capace di rafforzare i meccanismi di una forma democratica mai scontata, riteniamo che sia fondamentale, per il nostro Paese, un impegno educativo, culturale e formativo profondo e costante che punti a rigenerare il rapporto dei cittadini con la politica, restituendo a tutti e, in particolare, alle giovani generazioni il senso, il gusto e la passione per la costruzione e la cura del bene comune. Serve un colpo d’ala, un risveglio collettivo di quelle forze sane del Paese che, in questi anni, alla politica hanno preferito l’impegno civile e sociale, ma che rischiano di rimanere soffocate o abbandonate da una politica che non le riconosce e che, spesso, le strumentalizza. Ci sono tante persone (soprattutto giovani) e gruppi che, pur nella fatica, cercano di agire e pensare bene, trovare soluzioni adatte al nostro tempo, immaginare il mondo che non c’è. Persone capaci di far emergere il bello e il buono che c’è e che potrebbe essere costruito. È importante che escano allo scoperto, che prendano la parola, per indicare strade, proporre uno stile diverso, non aggressivo, collaborativo, e soprattutto per tornare a valorizzare le competenze, le esperienze, la capacità di ascolto dei territori e delle comunità. Per questo, auspichiamo e ci impegniamo per una partecipazione ampia e responsabile di tutti i cittadini al voto, una partecipazione che sia fondata sull’attenta valutazione della qualità e affidabilità delle persone e dei programmi.

Per una rifondazione etica della politica

C’è bisogno oggi, come non mai, di una rifondazione etica della politica. Essa deve essere vissuta e praticata come la forma più alta di carità e di servizio al bene comune e non come strumento di conquista ed esercizio di posizioni di potere e di benessere personali. Una politica alimentata da un costante ascolto delle istanze emergenti dalla vita delle comunità, dei corpi intermedi e della società civile; intessuta in un clima di dialogo e rispetto reciproco fra i diversi schieramenti, che niente toglie a una sana e vivace dialettica politica; animata da un sincero desiderio di ricercare le soluzioni più idonee per il Paese e di portarle avanti nel tempo con lealtà e coraggio, indipendentemente dalle convenienze del momento.

Una politica autenticamente popolare, e quindi non populista, come ha più volte indicato Papa Francesco. Una politica tesa a unire l’ascolto attento delle istanze – esplicite e non esplicite – delle persone e delle comunità con le necessarie abilità e competenze, tenendo insieme capacità di mediazione fra interessi diversi e determinazione nel perseguire il bene a lungo termine del Paese, cultura dell’alternanza (che impedisce il cristallizzarsi di posizioni di potere) e cultura della stabilità (che consente di portare a termine progetti e processi che richiedono tempo e di valutarne i frutti). Una politica capace di progettare e attuare, passo dopo passo, il futuro del Paese.

Le opportunità della crisi per una politica a servizio del bene comune

Le elezioni che ci aspettano il 25 settembre potranno essere un’opportunità di crescita civile, economica e sociale nella misura in cui consentiranno l’emergere di una classe politica rinnovata che abbia come insegna e guida i doveri e le responsabilità verso il bene comune e la ferma determinazione a rispondere, con coraggio e onestà, alle sfide del Paese e del pianeta. La qualità della vita e dell’ambiente nei prossimi anni e per le prossime generazioni si giocano già adesso. Non lasciamoci trovare distratti e impreparati a questo appuntamento, ma scegliamo con responsabilità e discernimento quanto più serve al bene comune del Paese e dell’umanità.

Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali


Il vescovo Mario è guarito dal Covid-19

Aggiornamento: in data lunedì 18 luglio il vescovo, S.E. monsignor Mario Toso, ha effettuato un tampone che ha dato esito negativo al Covid-19. 

Si comunica che il vescovo S.E. monsignor Mario Toso è risultato positivo al Covid-19 dopo l’esecuzione di un tampone di controllo nella giornata di oggi 11 luglio. Il vescovo presenta lievi sintomi ed è in isolamento; la presenza agli eventi pubblici in agenda è annullata, gli appuntamenti saranno rimandati a data da destinarsi o annullati secondo le comunicazioni della segreteria.

Al vescovo vanno gli auguri di una pronta e rapida guarigione e la vicinanza nella preghiera.

Monsignor Michele Morandi, vicario generale


Cei, una Nota sui ministeri istituiti del Lettore, dell’Accolito e del Catechista

lettore libro bibbia

Recependo gli interventi di Papa Francesco (il motu proprio “Spiritus Domini” e il motu proprio “Antiquum Ministerium”), la Conferenza episcopale italiana ha elaborato una Nota per orientare la prassi concreta delle Chiese di rito latino che sono in Italia sui ministeri istituiti del lettore, dell’accolito, del catechista.

Approvata ad experimentum per il prossimo triennio dalla 76esima Assemblea generale e integrata dal Consiglio permanente con le indicazioni emerse in sede assembleare, la Nota definisce identità e compiti dei “ministeri istituiti”, illustrando i criteri per l’ammissione e il percorso formativo necessario per essere istituito e ricevere il “mandato” da parte del vescovo. Il tutto nel quadro dei recenti documenti promulgati da papa Francesco. Con la Nota la Cei inserisce il tema dei “ministeri istituiti” all’interno del Cammino sinodale che costituirà così un luogo ideale di verifica sull’effettiva ricaduta nel tempo e nei territori.

Cosa è scritto nella nota

La nota stabilisce che il lettore, l’accolito e il catechista vengono istituiti in modo permanente e stabile: laici e laiche assumono così un ufficio qualificato all’interno della Chiesa.

  • Lettore: proclama la Parola di Dio nell’assemblea liturgica, in primis nella celebrazione eucaristica; potrà avere un ruolo anche nelle diverse forme liturgiche di celebrazione della Parola, della liturgia delle Ore e nelle iniziative di (primo) annuncio. Prepara l’assemblea ad ascoltare e i lettori a proclamare i brani biblici; anima momenti di preghiera e di meditazione (lectio divina) sui testi biblici; accompagna i fedeli e quanti sono in ricerca all’incontro vivo con la Parola.
  • Accolito: è colui che serve all’altare, coordina il servizio della distribuzione della Comunione nella e fuori della celebrazione dell’Eucaristia, in particolare alle persone impedite a partecipare fisicamente alla celebrazione. Anima inoltre l’adorazione e le diverse forme del culto eucaristico.
  • Catechista: cura l’iniziazione cristiana di bambini e adulti e accompagna quanti hanno già ricevuto i sacramenti nella crescita di fede. Può coordinare, animare e formare altre figure ministeriali laicali all’interno della parrocchia, in particolare quelle impegnate nella catechesi e nelle altre forme di evangelizzazione e cura pastorale.

La Cei ha scelto di conferire il “ministero istituito” del/la catechista a una o più figure di coordinamento dei catechisti dell’iniziazione cristiana dei ragazzi e a coloro che in modo più specifico svolgono il servizio dell’annuncio nel catecumenato degli adulti. Secondo la decisione prudente del vescovo e le scelte pastorali della diocesi, il/la catechista può anche essere, sotto la moderazione del parroco, un referente di piccole comunità (senza la presenza stabile del presbitero) e può guidare, in mancanza di diaconi e in collaborazione con lettori e accoliti istituiti, le celebrazioni domenicali in assenza del presbitero e in attesa dell’Eucaristia.

I candidati ai “ministeri istituiti” possono essere uomini e donne: devono avere almeno 25 anni ed essere persone di profonda fede, formati alla Parola di Dio, umanamente maturi, partecipi alla vita della comunità cristiana, capaci di instaurare relazioni fraterne e di comunicare la fede sia con l’esempio che con la parola.

Saranno istituiti dal vescovo dopo un tempo di formazione (almeno un anno) da parte di una équipe di esperti. I percorsi formativi, stabiliti dai vescovi, avranno l’obiettivo di aiutare nel discernimento sull’idoneità intellettuale, spirituale e relazionale; perfezionare la formazione in vista del servizio specifico; consentire un aggiornamento biblico, teologico e pastorale continuo. I percorsi formativi possono essere svolti con il supporto di istituzioni accademiche come gli Istituti di Teologia e di Scienze religiose.

Al termine della fase di discernimento vocazionale e di formazione, i candidati saranno istituiti con il rito liturgico previsto dal Pontificale romano. Il mandato verrà conferito per un primo periodo di cinque anni, rinnovabile previa verifica del vescovo che, insieme a un’équipe preposta a questo, valuterà il cambiamento delle condizioni di vita del ministro istituito e le esigenze ecclesiali in continuo mutamento.


Diocesi in lutto, è morto don Antonio Baldassari. Le esequie saranno celebrate l’11 luglio

E’ morto nella giornata di mercoledì 6 luglio don Antonio Baldassari.

Don Antonio Baldassari era nato a Pieve Cesato di Faenza il 10 settembre 1933 e venne ordinato presbitero il 14 luglio 1956. E’ stati vicerettore del Seminario e nel 1959 cerimoniere vescovile. Compì gli studi a Roma a Sant’Anselmo dove ottiene la licenza in Teologia liturgica come alunno dell’Istituto liturgico. Nel 1967 diviene parroco della parrocchia di San Biagio in Cosina. Ha insegnato anche liturgia nel Seminario diocesano. Fino ad oggi è stato parroco di San Biagio in Cosina e amministratore parrocchiale dei SS. Apollinare e Mamante in Oriolo. Il 2 febbraio 2014 viene nominato canonico della Cattedrale di Faenza. E’ deceduto il 6 luglio 2022.

La santa Messa esequiale per don Antonio Baldassari sarà celebrata lunedì 11 luglio alle 9 alla chiesa di San Biagio in Cosina. La salma sarà esposta domenica 10 dalle 7,30 alle 18,30 presso l’ospedale civile di Faenza e alle ore 20 presso la chiesa di San Biagio, dove si reciterà il Rosario.


Pubblicato il nuovo Direttorio per la formazione dei diaconi

È stato pubblicato da pochi giorni il nuovo Direttorio con le norme e gli orientamenti per il servizio e la formazione dei diaconi permanenti nella nostra Diocesi (Direttorio per il ministero e la formazione dei diaconi permanenti, edizioni Chiesa di Faenza-Modigliana, 2022, 78 pagine, costo 10 euro cartaceo – 3,99 euro digitale).

«I diaconi sono segni viventi e personali, sono ricordo costante che Gesù Cristo è in mezzo a noi come colui che serve».
Il diaconato come sacramento, presenza efficace del Risorto in mezzo a noi, è maturato da tempo nella nostra Chiesa diocesana.
Vi è un nutrito gruppo di uomini, la maggior parte sposati, che incarna nella propria vita e cerca di testimoniare che il Signore Gesù è in mezzo a noi «come colui che serve» (Lc 22, 27).
Il testo appena pubblicato – che da qualche giorno è disponibile all’acquisto in formato ebook sulle piattaforme digitali e cartaceo presso la Curia diocesana – è stato elaborato dai documenti di carattere universale e nazionale sul diaconato, documenti che non erano ancora stati recepiti nella nostra Diocesi.

La struttura del volume

copertinadirettorio

Il Direttorio è strutturato in tre parti: la prima parte introduttiva, la seconda centrata sul ministero specifico dei diaconi e la terza normativa della formazione.

La parte introduttiva parte da Cristo -il vero diacono – nel quale questo sacramento trova il suo centro e il suo senso, cerca di mostrare come il servizio non è un invito solo per i diaconi ma per tutti i battezzati. Tutti siamo chiamati a «risvegliare lo sguardo per seguire con rinnovate energie il Signore che passa nei sentieri della storia e ci chiama a seguirlo incontro ad ogni uomo, soprattutto nei più piccoli.
Che ogni battezzato possa udire la voce di Gesù che dice: Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

La parte centrale espone le tre dimensioni di servizio fondamentali per i diaconi: servizio della Parola, della Liturgia e della Carità.
In questa parte si cerca di dare qualche orientamento concreto perché i diaconi possano essere sempre più veri annunciatori e testimoni della Parola di salvezza del Vangelo, diventando sempre più discepoli missionari del Risorto nel nostro territorio.
Essi sono chiamati a celebrare i sacramenti e a servire il Risorto che è presente nella Liturgia, nei riti e nelle preghiere della Chiesa, perché la loro vita possa essere a servizio dei più bisognosi e dei poveri.
Esemplare per il loro ministero è il passo di Matteo: Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25,40).

La parte conclusiva si concentra sulla formazione, stabilendo i tempi e le modalità nei quali i candidati a questo ministero possono essere accompagnati più efficacemente per il discernimento. Significativo è l’accento posto alla possibilità di formare e discernere la chiamata a questo ministero ordinato per giovani non sposati. Come sottolinea il vescovo Mario nell’introduzione al documento, la nostra Chiesa diocesana è matura per poter «immaginare, nei tempi odierni, un diaconato di persone giovani quale nuova espressione della Caritas del vescovo».

Diocesi di Faenza-Modigliana, 21 anni di diaconato permanente

Le necessità pastorali della Chiesa hanno spinto il Papa e i Vescovi a chiamare laici e persone di vita consacrata ad adempiere la funzione di insegnare e santificare. Ma in questo interessante momento, e senza togliere nulla a questi ministeri laicali, il Concilio Vaticano II ha restaurato il diaconato come ministero permanente nella Chiesa.
Nella nostra diocesi le prime due ordinazioni per il diaconato permanente (Roberto e Franco) si sono celebrate a Granarolo Faentino, chiesa di San Giovanni Evangelista, il 10 marzo 2001. Le successive si sono celebrate in Duomo a Faenza. Diciassette sono quelli ordinati, due sono in cammino.

Nuova sede della redazione del settimanale Il Piccolo in Seminario (viale Stradone 30)

Da lunedì 27 giugno la sede del settimanale diocesano il Piccolo è in viale Stradone 30, in Seminario Vescovile, al II piano. La redazione è raggiungibile anche tramite ascensore.

I numeri di telefono (0546 22608) e la mail (info@ilpiccolo.org) sono rimasti gli stessi, così come gli orari (da lunedì al sabato, mattina 9.30-12-30; pomeriggio su appuntamento)

 

 


Pandemia e nuove misure di prevenzione: le indicazioni della Cei

Cari Confratelli, all’inizio del periodo estivo il Governo ha ancora allentato le misure di prevenzione della pandemia. Alla luce del nuovo quadro, riteniamo opportuno condividere i seguenti consigli e suggerimenti: 

sintomi influenzali: è importante ribadire che non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al SARSCoV-2;  utilizzo delle mascherine: in occasione delle celebrazioni non è obbligatorio ma è raccomandato; 

igienizzazione: si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto; 

acquasantiere: è possibile tornare nuovamente a usarle; 

processioni offertoriali: è possibile svolgerle; 

distribuzione della Comunione: si consiglia ai Ministri di indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione; 

unzioni: nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuarle senza l’ausilio di strumenti.

I singoli Vescovi, nella considerazione delle varie situazioni e dell’andamento dell’epidemia nel loro territorio, possono adottare provvedimenti e indicazioni particolari. Un fraterno saluto.

LA PRESIDENZA CEI

Roma, 15 giugno 2022