La Chiesa di Faenza-Modigliana ha partecipato con entusiasmo e impegno al cammino sinodale italiano e universale chiesto da Papa Francesco. La risposta del territorio è stata sorprendente sia per quantità e soprattutto per qualità. Sono state ascoltate più di 2.300 persone di ogni età, genere, condizione sociale e ambito di vita. Nei mesi da gennaio ad aprile si sono formati più di 100 gruppi sinodali. In tal modo sono state raccolte le narrazioni dei malati e degli operatori sanitari, dei credenti di altre religioni, degli artisti e dei musicisti, degli scrittori e dei giornalisti, delle persone che hanno affrontato la tossicodipendenza, dei non credenti, degli universitari e dei giovani, delle persone con disabilità, degli insegnanti, degli operai e dei disoccupati, degli imprenditori e dei cooperatori, dei politici e dei rionali, dei bambini e degli anziani, dei fidanzati e delle famiglie, degli adolescenti e dei loro genitori, dei presbiteri e dei diaconi, delle religiose, dei seminaristi, degli sportivi e dei migranti, dei poveri, dei movimenti, gruppi e associazioni, di tante parrocchie e zone del nostro territorio.
In totale le sintesi arrivate sono state 110, frutto del percorso realizzato dai 2.335 partecipanti (1.133 uomini, 1.202 donne, con una media d’età di 45 anni). Ogni gruppo ha organizzato in media 2,5 incontri. Complessivamente sono state coinvolte 36 parrocchie, 30 organismi diocesani (compresi di movimenti e le associazioni) e 44 diversi “ambienti” di vita. Le sintesi realizzate non sono semplici verbali, ma sono frutto di un cammino sul territorio, a contatto con le persone concrete, e della condivisione di esperienze a partire dalla domanda fondamentale.
I numeri sono chiari. Questa fase di ascolto ha permesso di risvegliare una viva coscienza di comunità. Sono state riallacciate relazioni e legami, rimettendo in dialogo le persone dando uno slancio nuovo ed energico all’evangelizzazione, alle azioni caritative e associative sul nostro territorio. Le persone hanno fatto l’esperienza di essere cercate e hanno sentito che questo è lo stile della Chiesa. Si è toccato con mano che questo cammino non serve per produrre l’ennesimo documento, ma per avviare processi concreti, per potenziare l’annuncio e per riscoprire la celebrazione, la Sua reale presenza in mezzo a noi. Questo stile sinodale della comunità cristiana ha una ricaduta immediata sul mondo sociale: le nostre comunità si rivelano centri creativi di cultura, di nuovo umanesimo propulsive di una progettualità politica con uno sguardo ampio, con uno sguardo sulla persona.
Nel prossimo anno il cammino diocesano si misurerà con il compito dell’approfondimento e la sfida dell’allargamento dell’ascolto. Innanzitutto, approfondire: vogliamo ascoltare con più attenzione la voce del Popolo di Dio che è emersa nel primo anno. Per questo l’équipe ha personalizzato i “cantieri di Betania” proposti dalla Cei, intrecciandoli con le parole più rappresentative della Sintesi diocesana del primo anno di ascolto. Frutto di questa sintesi sono il cantiere dell’annuncio, il cantiere delle relazioni, il cantiere dei ministeri e il cantiere (scelto dalla diocesi) sulla liturgia.
Poi, dovremo misurarci con l’allargamento dell’ascolto: verranno proposte diverse iniziative per essere presenti sul web, negli ospedali, nei mercati, nelle scuole per incontrare e ascoltare il maggior numero di persone possibili.
Tutti gli orientamenti e gli strumenti saranno pubblicati sul sito diocesano e presentati ai moderatori e segretari dei gruppi sinodali lunedì 28 novembre alle 20:30 in Seminario.