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Pastorale sociale: incontri a Brisighella (1 luglio) e Bagnacavallo (9 luglio) su lavoro e comunità energetica

Quale settimana sociale dei cattolici per noi? È questo il titolo di una serie di incontri promossi nelle prossime settimane dalla Pastorale sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana. Tra i temi: la proposta di legge Cisl su lavoro e partecipazione e la buona pratica delle comunità energetiche. Il 31 maggio scorso, infatti, è stata costituita la comunità energetica rinnovabile “Ecologia integrale società cooperativa”. Una cooperativa di condivisione dell’energia elettrica rinnovabile, a scopo spiccatamente sociale. La Commissione costituita dal vescovo monsignor Mario Toso ha fatto la scelta di rendere agile la nascita della cooperativa coinvolgendo i primi tredici enti (tra cui diverse parrocchie), i cui rappresentanti legali si sono impegnati nell’approfondire e vagliare il lavoro svolto dalla Commissione e affidare la guida al primo Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo ha intrapreso i lavori proseguendo quelli della Commissione e in queste settimane sta riunendosi per le prime scelte significative. Il Consiglio ha pensato di coinvolgere fin da subito e in modo particolare tutti gli enti e le famiglie che hanno manifestato l’interesse per la comunità energetica, organizzando due appuntamenti.

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Quale Settimana sociale dei cattolici per noi?

Il primo incontro, a Brisighella, si terrà lunedì 1° luglio al cinema Giardino (via Fossa 16) alle 20.30. Il secondo incontro sarà martedì 9 luglio a Bagnacavallo, sempre alle 20.30, nei locali della pieve di San Pietro in Silvis. Saranno due serate i cui contenuti si ripeteranno, in luoghi agevolmente raggiungibili da tutto il territorio diocesano. Insieme ai volontari del settore di Pastorale sociale si approfondirà il tema della Settimana sociale dei cattolici (Trieste, 3-7 luglio), e si spiegherà come entrare nella comunità energetica, modo concreto di partecipazione a un progetto sociale. Saranno condivise anche le tempistiche e gli impegni che il Consiglio di Amministrazione sta ipotizzando.

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Sono invitati soprattutto i parroci, i membri dei consigli degli affari economici parrocchiali, i legali rappresentanti delle scuole paritarie cattoliche con i loro consigli degli affari economici, i presidenti dei circoli e i loro collaboratori, coloro che hanno compilato la manifestazione di interesse. Per estendere la partecipazione a tutti i soggetti (alle famiglie e aziende), il Consiglio vuole prendersi ancora qualche mese di tempo, soprattutto per la stesura del Regolamento e per avviare la gestione della cooperativa. Ciò non toglie che tutti possano partecipare a questi due incontri ed esprimere il loro interessamento.

Per info: pastoralesociale@diocesifaenza.it; com.energetiche@diocesifaenza.it


Ucid: riflessione del vescovo Mario sulla democrazia in vista della Settimana sociale dei cattolici

Il vescovo di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, in un convegno promosso a Ravenna dall’Ucid – Sezione di Ravenna-Faenza-Imola, assieme al prof. Ernesto Preziosi ha affrontato il tema “Libertà e potere. La questione della democrazia” con particolare riferimento alla crisi della democrazia, in vista della Settimana sociale dei cattolici in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio prossimo.

“In un contesto di terza guerra mondiale, in cui viene a prospettarsi una nuova configurazione dell’Occidente europeo rispetto alle grandi potenze mondiali emergenti – ha detto il presule -, sembra essere messa in crisi la «promessa» fondamentale che la modernità aveva immesso nel genoma della democrazia: l’emancipazione della soggettività e la liberazione dalle catene del dominio eteronomo per essere realmente autonomi e, per questo stesso, più liberiMa se alla fine del secolo scorso la democrazia sembrava poter affermarsi in tutto il mondo, all’inizio di questo secolo appare ovunque in crisi. La sua promessa di libertà per tutti i popoli viene indebolita sia sul piano del funzionamento delle istituzioni democratiche (istituzioni di governo ai diversi livelli – da quello locale a quello internazionale –, parlamenti, partiti), sia sul piano del coinvolgimento popolare nei processi decisionali ed elettorali (si pensi all’astensionismo e alla disaffezione), sia sul piano della sua anima etico-culturale. Nonostante l’accrescimento della comunicazione, prevalgono la frammentazione sociale, l’individualismo utilitarista, che lasciano poco spazio per pensarne il futuro”.

“Sempre più difficile realizzare una democrazia sostanziale”

“Con cittadini e rappresentanti intrappolati in forme populiste e illiberali di democrazia – prosegue monsignor Toso -, diventa sempre più difficile realizzare la democrazia sostanziale, partecipativa, solidale, deliberativa, inclusiva. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, non giova rispetto al suddetto ideale di democrazia il concetto di un’autorità politica intesa prevalentemente come potere, che è un concetto sociologico, ossia inteso come capacità di imporre e di farsi valere sui popoli. Appare, invece, più adeguato il concetto di autorità proposto dalla Dottrina sociale della Chiesa e inteso come capacità di comandare secondo ragione. Tale autorità mira a far crescere i cittadini secondo la loro dignità umana, in tutta la sua pienezza, nel contesto di una corresponsabilità posta al servizio del bene comune”.

Alluvione, un anno dopo. Il report della Caritas diocesana

Lunedì 27 maggio, in due incontri pubblici svoltisi nell’aula magna del Seminario di Faenza, la Caritas diocesana ha presentato i dati dell’indagine: “Alluvione – Come è entrata nella vita di ognuno di noi”, sullo stato del nostro territorio a un anno dall’alluvione. All’incontro hanno partecipato il vescovo, monsignor Mario Toso; il direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello; il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Casadio; l’assessore al Welfare del Comune di Faenza, Davide Agresti e Maria Chiara Lama, curatrice del report.

L’indagine è stata redatta a partire da un questionario online rivolto alla comunità diocesana nelle scorse settimane. Dalla situazione abitativa a quella sociale, dal contesto lavorativo a quello famigliare sono diversi i temi che vengono approfonditi dal questionario, al quale hanno risposto 586 persone (donne 72%, uomini 28%). Hanno partecipato all’indagine persone di tutte le fasce di età, in particolare il 55% appartiene alla fascia di età 46-65 anni.

Il report è scaricabile sul sito della Caritas di Faenza-Modigliana (caritasfaenza.it).

 

La questione abitativa e lavorativa

Al centro delle criticità ancora presenti, c’è l’emergenza abitativa. Tra coloro che vivono in quartieri alluvionati, il 44% ha avuto la casa totalmente coinvolta, il 32% parzialmente, il 17% ha avuto garage e cantina alluvionati. Nei giorni subito successivi all’alluvione, tre persone su cinque erano fuori casa. Il 34% è rientrato in un secondo momento, mentre il 24% (118 persone) non è ancora rientrato.

Diverse persone hanno vissuto l’emergenza dovendo cambiare più volte la sistemazione. Il 60% ha dichiarato di essere stati ospitati da parenti e il 30% da amici. Anche l’aiuto spontaneo da parte di persone sconosciute ha dato però un’iniezione di energia e positività.

Il 33% ha perso l’automobile: 33 persone dichiarano di non poterne comprare una nuova anche se ne hanno bisogno.

L’84% delle persone ha dovuto attingere ai propri rispari. Se si fa riferimento solo a chi abita in quartieri alluvionati, la percentuale arriva a 91%. Il 31% ha subito danni nell’attività lavorativa (sede alluvionata, persi i macchinari, persi i clienti) e 10 persone dichiarano di aver perso il lavoro a causa dell’alluvione.

La questione sociologica-relazionale

Alla domanda ‘Come stanno vivendo i tuoi familiari il periodo successivo all’alluvione?’ Le persone hanno dato più risposte, indicando che in tempi diversi le reazioni erano diverse. Spesso c’è stato un periodo di energia e positività e poi uno successivo di tristezza e ansia. Il 59% dichiarano che hanno reagito dandosi da fare, il 31% con tristezza e ansia, il 20% con energia e positività, il 14% rimanendo attoniti.

Per quanto riguarda i propri figli, il 37% ha dichiarato che sono resilienti, il 28% che sono spaventati dall’acqua, il 25% che sono più nervosi e il 15% che sono più legati alla famiglia. Al nervosismo aggiungiamo anche difficoltà a studiare e attacchi di panico. Viene anche segnalato che hanno imparato a donare senza dare nulla in cambio.

Il 48% ha dichiarato che i nonni invece sono più disorientati e confusi, il 27% che la situazione sanitaria è peggiorata. Se hanno perso la casa, la maggior parte (73%) risponde che sono andati a stare da parenti, purtroppo per 5 anziani è stato necessario il ricovero in struttura. Una scelta che, senza l’alluvione, o non sarebbe stata presa o sarebbe stata più avanti nel tempo.

Il pensiero delle persone va spesso all’alluvione con la pioggia e le allerte meteo. Il 66% dichiara di provare ansia e stress. Di questi il 41% ha sentito bisogno di uno psicoterapeuta e di questi 90 hanno iniziato un percorso. 110 persone hanno problemi a dormire.

Molto coinvolta e richiamata al suo dovere è l’amministrazione; si esigono personale competente e il coraggio di agire. È richiesta una progettualità di lungo respiro, non azioni per tamponare nell’immediato. La prevenzione viene evidenziata come il miglior investimento. Vengono sottolineati i momenti di unione e condivisione, ma si teme che, a distanza, si crei una spaccatura tra ‘alluvionati’ e ‘ non alluvionati’ e, ancora più nello specifico tra ‘alluvionati di serie A’ e ‘alluvionati di serie B’.

Le dichiarazioni

 

“A un anno dalle alluvioni in Emilia-Romagna, Caritas Italiana sceglie di restare accanto alle comunità provate dall’emergenza – sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana -. Il 29 maggio 2023, ci siamo recati a Faenza, una delle zone più colpite dagli effetti delle alluvioni. In quella occasione, pur considerando le esigenze contingenti, abbiamo scelto di individuare i bisogni a lungo termine e gli strumenti adatti per farvi fronte. Non si è scelto di costruire solo risposte o interventi immediati, ma soprattutto relazioni di prossimità intense e costanti. Anche grazie alla generosità di tanti, abbiamo contribuito ad avviare percorsi di rinascita, accompagnando le famiglie e le piccole imprese nel loro ritorno all’autonomia”.

“Da scenari drammatici – aggiunge il vescovo monsignor Mario Toso – è emersa la forza della vera fraternità, del dono di sé stessi per gli altri. Abbiamo sperimentato che Dio è sempre all’opera e con il suo Spirito d’amore suscita prodigi di bene che rendono il cammino della ripresa e della ricostruzione meno faticoso, più ricco di speranza. L’aiuto di tante persone generose, di tante Chiese sorelle, di tante istituzioni civili e pubbliche, di volontari, della Protezione civile, delle varie forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco, di giovani, di associazioni, di vari Ordini, compreso l’Ordine Teutonico Militare, hanno reso i nostri giorni meno amari, più colmi di prossimità rincuorante”.

“L’analisi dei dati forniti dai questionari – commenta don Emanuele Casadio, direttore della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana – permette alla Caritas di osservare i fenomeni in corso e programmare interventi futuri, ma sempre partendo dall’azione fondamentale di incontro e vicinanza alle persone coinvolte. Per la Caritas, osservare prima di agire è una metodologia ormai consolidata nel tempo, ma che rischia di venire meno durante l’emergenza, perché l’attenzione si focalizza sui bisogni primari a cui rispondere. A un anno dall’alluvione, invece, abbiamo voluto metterci in ascolto della comunità e comprendere meglio quale è il suo attuale stato di salute, grazie a questa indagine”.

“A dodici mesi dei tragici eventi di maggio scorso tante sono le cose fatte, e tante ancora le cose da fare – ricorda l’assessore al Welfare Davide Agresti -. Sicuramente abbiamo preso coscienza che ricostruire la nostra città non significhi soltanto ripulire le case dal fango, ma anche prenderci cura delle persone, accompagnare e alleviare le ferite meno visibili. Per farlo ci siamo accorti servire lo sforzo di tutti, come nelle concitate settimane subite successive all’alluvione, anche oggi non dobbiamo perdere lo spirito di collaborazione e sussidiarietà che ha contraddistinto l’operato di tutte le istituzioni: pubbliche, pastorali, associative. Il documento voluto e redatto dalla Caritas è segno concreto di questa volontà di approfondimento e dialogo, strumento così necessario per non sottovalutare ogni aspetto delle conseguenze di ciò che è successo, e stimolo per progettualità future”.


Giovedì 6 giugno, incontro promosso dall’Ucid “Libertà e potere, la questione della democrazia”. Tra i relatori il vescovo Toso

L’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (Sezione Ravenna-Faenza-Imola Gruppo Emiliano-Romagnolo), presentano giovedì 6 giugno dalle 18, a Ravenna nell’aula magna del Palazzo Arcivescovile, in Piazza Arcivescovado 1, l’incontro “Libertà e potere, la questione della democrazia. Il cammino dei cattolici”. Interverranno monsignor Mario Toso (Vescovo Diocesi di Faenza-Modigliana) e il professore Ernesto Preziosi (storico).

Alluvione, un anno dopo. La Caritas presenta l’indagine sullo stato di salute del territorio, oltre 500 intervistati

Lunedì 27 maggio, attraverso due incontri pubblici in programma alle 10 e alle 20.30 nell’aula magna del Seminario Pio XII di Faenza (via degli Insorti 2), la Caritas diocesana presenterà i dati dell’indagine: “Alluvione – Come è entrata nella vita di ognuno di noi”, sullo stato del nostro territorio a un anno dall’alluvione.

Per l’occasione sarà presente il vescovo, monsignor Mario Toso, che introdurrà l’evento e interverranno don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, e l’assessore al Welfare, Europa e Smart City Davide Agresti. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Faenza.

L’indagine è stata redatta a partire da un questionario online rivolto alla comunità diocesana nelle scorse settimane. Al questionario hanno risposto 421 donne (72%) e 164 uomini (28%), una persona ha scelto di non rispondere alla domanda sul genere, per un totale di 586 persone. Hanno partecipato all’indagine persone di tutte le fasce di età, in particolare il 55% appartiene alla fascia di età 46-65 anni.

Per info contattare: osservatoriocaritas@diocesifaenza.it oppure 328 5479440).

L’impegno della Caritas diocesana nell’affrontare l’emergenza alluvione

Quella della Caritas di Faenza-Modigliana è stata una grande esperienza di sinodalità e di Chiesa in uscita. In questi mesi, attraverso il Centro operativo allestito alla parrocchia di San Domenico, la Caritas ha coordinato gli aiuti dei volontari, oltre 600, arrivati a Faenza da tutta Italia a dare una mano con pale, badili e supporto logistico. Al centro operativo si è svolta la distribuzione di materiale per riqualificare abitazioni e uffici colpiti dall’alluvione, come deumidificatori (oltre 100 messi a disposizione) e idropulitrici, vestiti e biancheria e di kit di emergenza viveri e igiene casa e persona per coloro che ne avevano necessità.  Da maggio scorso la Caritas ha distribuito più di 7.300 kit (viveri, prodotti per la pulizia ed igiene personale) alle famiglie alluvionate, e ha effettuato più di 150 interventi di pulizia e ripristino delle abitazioni. 

In quest’ultima fase, sono stati distribuiti mobili e arredamenti, arrivati grazie alle donazioni.  Fondamentale il supporto di Caritas ambrosiana, sia in termini di mezzi donati sia di formazione per gli operatori. Il Centro operativo ha rappresentato una significativa testimonianza di Chiesa sinodale: vi hanno collaborato, oltre la Caritas, anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Agesci e l’Operazione Mato Grosso. Dopo un anno di intensa attività a supporto della popolazione alluvionata, il Centro operativo ha chiuso dal 30 aprile scorso.

“A seguito dei terribili eventi del maggio 2023 – sottolinea il direttore della Caritas diocesana, don Emanuele Casadio – la Caritas si è impegnata a favore delle famiglie alluvionate in maniera concreta fin dai primi giorni. Oggi continuiamo la nostra azione di prossimità dal sostegno psicologico al supporto alle Caritas parrocchiali, dai contributi economici alla distribuzione di mobili ed elettrodomestici, fino all’indagine che ha coinvolto circa 600 intervistati. Siamo felici che anche il direttore di Caritas Italiana sia con noi il 27 maggio, a leggere i dati sul benessere dell’intera comunità”.

Parte il microcredito sociale in collaborazione con La Bcc

Caritas Italiana ha stretto un accordo con la Banca di Credito Cooperativo per ampliare le categorie delle persone che già potevano accedere al Microcredito erogato dalla banca stessa. Questo, per aiutare un numero maggiore di famiglie, includendo in particolare le famiglie che hanno visto una sensibile riduzione della propria capacità economica a causa degli eventi alluvionali dello scorso maggio 2023.

La misura del Microcredito consiste in un prestito fino a 5.000 euro, da restituire in un massimo di 5 anni, con un tasso di interesse molto basso, attualmente al 3,75%. La misura è pensata per aiutare le famiglie che hanno una possibilità di restituzione del prestito e hanno difficoltà ad accedere ad altre forme di finanziamento.

L’accordo prevede che le persone interessate a questa forma di credito, residenti nel territorio della diocesi di Faenza-Modigliana, chiedano un colloquio di valutazione presso il Centro di Ascolto diocesano. Durante il colloquio, verrà esaminata la situazione socioeconomica della famiglia, insieme alle spese straordinarie sostenute, e verranno raccolti alcuni documenti, che aiutino ad argomentare le affermazioni. Successivamente, l’istruttoria verrà valutata dal coordinatore del progetto, presso Caritas Forlì, che valuterà l’adeguatezza della richiesta rispetto ai criteri di finanziamento.

Qualora si possa procedere, il coordinatore del progetto inoltrerà la richiesta di finanziamento alla Fondazione San Matteo Apostolo e in seguito alla Banca di Credito Cooperativo, per procedere con l’erogazione del credito. Qualora, invece, non ci siano i presupposti per procedere, la persona potrà comunque beneficiare di una consulenza specialistica gratuita rispetto a come potersi meglio organizzare con la propria situazione economica e creditizia. In occasione di parere positivo, i tempi per l’avvio della procedura sono di circa due mesi.

Una volta erogato il finanziamento, i beneficiari effettueranno un colloquio ogni tre mesi presso il Centro di Ascolto, di monitoraggio della situazione familiare e della puntuale restituzione del finanziamento.

L’accordo stipulato tra Caritas Italiana, le cinque diocesi colpite dall’alluvione e la Banca di Credito Cooperativo prevede la possibilità di sostenere circa una ventina di famiglie per Diocesi, fino all’esaurimento dei fondi.

Finora sono state incontrate otto persone e avviate cinque richieste di accesso al Microcredito.


Verso la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia: incontro il 16 maggio a Faenza

La nostra Diocesi sta proponendo diversi momenti di approfondimento in vista della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio e ha come titolo “Al cuore della democrazia”. Un “evento non evento” perché tutto il lavoro preparatorio e le giornate triestine non sono un traguardo bensì tappe di un cammino, di un percorso proposto alla comunità cattolica e non solo. Il cuore della riflessione è la partecipazione in tutte le sue declinazioni come proposta concreta di un vero atteggiamento resiliente, tanto invocato ma spesso vuoto di azione.

Pace, lavoro, migrazione, ecologia integrale, politica, economia hanno un denominatore comune? Sì! La centralità della persona e del creato come forza che può cambiare la storia. Questi aspetti della nostra realtà  quotidiana sono sempre più stringenti nel dibattito pubblico, spesso anche con toni violenti.

Il confronto su questi temi vogliamo sia occasione preziosa perché giovani ed adulti possano approfondire la propria Fede e contestualmente il percorso di presenza attiva nella società per la costruzione del bene comune fondato sull’amore a Cristo.

L’invito è a partecipare al dialogo, introdotto da S.E. Mons. Mario Toso e moderato da Louise Nicolini, con Silvano Bettini (UCID), Alessandra Scalini (insegnante ed educatrice), Luca Cavallari (insegnante), Giovanna Randi (imprenditrice), Manuela Rontini (consigliere regionale) giovedì 16 maggio alle ore 20.30 in Seminario a Faenza, Viale Stradone 30 .

Sarà l’occasione per conoscere meglio il programma degli incontri, delle tavole rotonde e delle proposte della settimana di Trieste (https://www.settimanesociali.it/) e le realtà della nostra Diocesi scelte come buone pratiche.

Per informazioni e approfondimenti, anche da organizzare in eventi aperti al pubblico, contattare il settore di Pastorale Sociale della Diocesi di Faenza – Modigliana pastoralesociale@diocesifaenza.it

Erika Ercolani

Settore di Pastorale Sociale della Diocesi di Faenza


“Verso la Settimana Sociale dei Cattolici”: il 30 aprile convegno a Faenza

In occasione della Settimana Sociale dei cattolici italiani, la Diocesi di Faenza-Modigliana ha organizzato un convegno per discutere della partecipazione della vita democratica del Paese. L’incontro si terrà al Seminario vescovile in viale Stradone 30, a Faenza, martedì 30 aprile alle ore 18. A porre i saluti iniziali sarà il vescovo monsignor Mario Toso, seguito poi dall’intervento in collegamento di don Bruno Bignami – direttore Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Cei – e di quello di Francesco Marinellisegretario generale Cisl Romagna.

Saranno poi illustrate varie testimonianze: Pierdomenico Laghi (Acli), Giampaolo Venturi (Movimento Cristiano Lavoratori), Roberto Savini (vicepresidente Confcooperative Romagna) e Assuero Zampini (direttore Coldiretti). L’incontro sarà moderato da Flavio Venturi responsabile Settore Pastorale Sociale Diocesi di Faenza-Modigliana.

 

 

Matteo Violani, giovane volontario Caritas, premiato come Alfiere della Repubblica

Tra le immagini che rimarranno ai posteri, ci sono loro. Coperti di fango, badili in mano e con un grande sorriso sul volto nonostante la fatica. Sono i burdel de paciug, che un anno fa iniziavano ad affollare le strade e le case della Romagna rispondendo alla chiamata dei tanti che, in quel momento avevano perso tutto.
In rappresentanza di tutti loro, nei giorni scorsi è arrivato un riconoscimento nazionale per non dimenticare quell’impegno civico e di solidarietà.
Il faentino Matteo Violani, classe 2006, ha ricevuto sabato scorso la notizia del riconoscimento tra i nuovi “Alfieri della Repubblica” indicati dal presidente Sergio Mattarella. La segnalazione è arrivata per il servizio di volontariato prestato in occasione dell’alluvione che ha colpito la sua città. «Il suo impegno – si legge nella nota – costituisce un esempio di cittadinanza attiva e simboleggia la resilienza di una intera comunità». Violani ha prestato servizio con la Comunità Papa Giovanni XXIII e la Caritas diocesana, sia dando una mano sul campo, in mezzo al fango, sia coordinando diverse attività del centro operativo di emergenza allestito a San Domenico.

La notizia dell’attestato è arrivata proprio nel giorno del suo 18esimo compleanno. «Ricevere questo premio – ha commentato – è un grande regalo, una grandissima emozione, un riconoscimento di gratitudine del presidente che rappresenta la comunità del popolo italiano, per i tantissimi giovani, molti anche minorenni come ero io, che si sono spesi con tante energie e gioia per aiutare tutte le persone alluvionate». Di quei giorni di maggio ricorda «la grande forza che ha raffigurato al meglio l’animo romagnolo. È stato per certi versi come vivere in un mondo parallelo».
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito in tutto 29 attestati d’onore di Alfiere della Repubblica. Solidarietà per l’ambiente e per la cultura è il tema prevalente che ha ispirato la scelta dei giovani alfieri. Le alluvioni che hanno colpito il nostro territorio, in particolare la Romagna e la Toscana, hanno portato alla luce ancora una volta l’altruismo, la generosità e il senso di comunità di tanti giovani. Gli attestati valorizzano le azioni di volontariato, gli esempi di cittadinanza attiva, così come le storie di ragazzi che hanno saputo trasformare la passione per la scrittura o per le scienze in un “ponte” per ridurre le disuguaglianze. I casi scelti non costituiscono esempi di azioni rare, ma sono rappresentativi di comportamenti diffusi, di solidarietà spontanea: azioni e sentimenti da incoraggiare per diffondere tra i giovani quei valori che possono consentire loro di farsi costruttori di un futuro sostenibile, adulti consapevoli dell’importanza della solidarietà in un mondo attraversato da conflitti, cambiamenti climatici, crisi ambientali.

Matteo è uno dei tanti giovani volontari romagnoli, che si è messo a disposizione della comunità dopo la violenta alluvione che ha devastato la sua città e la sua regione. L’impegno e la dedizione da lui dimostrata in quei giorni difficili sono stati un esempio di cittadinanza attiva. Costituiscono una testimonianza, per fortuna tra tante, di chi ha deciso di non lasciarsi abbattere dallo sconforto ma di reagire rimboccandosi le maniche per fare la propria parte nella fase emergenziale. Nonostante la giovane età, la grinta di Matteo è stata trascinante per altri giovani e con il suo lavoro è divenuto un punto fermo per i volontari di ogni età e provenienza.

«Sicuramente, quello che ci ha spinto a partire – ha detto durante l’incontro avuto con il vescovo monsignor Mario Toso – è il voler rivedere il prima possibile la nostra città risollevata e ripulita. In un certo senso è stato anche un sentirci importanti all’interno della nostra comunità. Tutto questo ci ha spinto a dire “Andiamo”, senza titubanze». Un riconoscimento che guarda a quello che è stato fatto, ma anche al futuro. «C’è ancora tanto da fare per la ripartenza post alluvione – ha detto Matteo -. A distanza di un anno diverse famiglie sono ancora fuori casa e alcune non potranno più tornare nelle proprie abitazioni perché inagibili. Bisogna continuare a dare aiuti e a sostenere queste persone».


Come stai? L’alluvione: come è entrata nella vita di ognuno di noi. Compila il questionario della Caritas diocesana

Ancora pochi giorni per dire la propria sulla situazione post-alluvione e far sentire la propria voce. Scadrà il 14 aprile la possibilità di partecipare al questionario online proposto dalla Caritas di Faenza-Modigliana. L’iniziativa vuole essere un modo per essere vicini a tutte le persone colpite dall’alluvione e per capire oggi “come stiamo”, singolarmente e come comunità. A quasi un anno distanza di un anno dai giorni dell’alluvione che ha colpito il territorio della Diocesi, la Caritas di Faenza-Modigliana e la Fondazione Pro Solidarietate propongono dunque “alcune domande per capire come stai tu e come sta la nostra comunità”.

L’invito a rispondere è rivolto a tutte le persone residenti nella Diocesi, da Marradi fino ad Alfonsine, passando per Faenza, Modigliana, Brisighella, Russi, Fusignano Bagnacavallo, Solarolo, Cotignola, Sant’Agata sul Santerno. Realtà che, con sfumature diverse, – dagli allagamenti in pianura alle frane in collina – hanno subito direttamente o indirettamente gli effetti dell’alluvione. Dalla situazione abitativa a quella sociale, dal contesto lavorativo a quello famigliare sono diversi i temi che vengono approfonditi dal questionario, anonimo e compilabile comunque in pochi minuti.

La Caritas invita tutti gli interessati nei prossimi giorni a diffondere il questionario tra parenti, amici e conoscenti.

 

Il link per accedere e compilare il questionario è questo: https://bit.ly/48hnd6N

 

La Caritas di Faenza-Modigliana raccoglierà le risposte ai questionari entro il 14 aprile: già oltre duecento quelle arrivate. Dopo questa data, le risposte arrivate saranno lette dagli operatori ed elaborate in una riflessione che sarà utile per offrire il quadro della situazione attuale. Da qui potrà partire anche una base per tracciare alcune linee guida per progettualità future.

A partire da questa iniziativa, verrà realizzato nei prossimi mesi anche un evento pubblico di restituzione, per passare dall’online al ritrovarsi faccia a faccia come comunità, nel quale verranno presentati i dati sulle risposte e approfonditi i temi principali sull’alluvione.

L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Faenza.


A Fognano torna dal 28 luglio al 4 agosto il corso biennale per gli operatori musicali della liturgia. Ecco come iscriversi

A Fognano torna dal 28 luglio al 4 agosto il corso biennale per gli operatori musicali della liturgia. Il corso è indirizzato a chi ha almeno 18 anni d’età e ricopre figure come l’animatore del cantodirettore di corocoristasalmistaorganistachitarristastrumentista… ed a chi svolga (o si prepari a farlo), un servizio liturgico-musicale in una comunità cristiana. Il corso avrà sede alla Casa di Accoglienza Istituto Emiliani – Suore Domenicane del SS. Sacramento, in via Emiliani 54 di Fognano, frazione di Brisighella. Si svolgerà un programma a più livelli che avrà varie attività comuni, specifiche e a scelta, partendo dal pomeriggio, con la cena compresa, di domenica 28 luglio al mattino, con colazione compresa, di domenica 4 agosto 2024. Inoltre, avverrà una presentazione critica di materiale di tipo editoriale e discografico liturgico-musicale, in commercio o inedito, animazione della Celebrazione Eucaristica prefestiva.

I nuovi iscritti al corso base dovranno presentare una breve presentazione da parte del parroco o del responsabile di comunità inviata via email. Per quanto riguarda l’ospitalità, l’alloggio prevede pensione completa in camere da 2 a 4 letti, con servizi e docce in camera. Occorre portare con sé lenzuola, federa e asciugamani. Se si desidera la stanza singola occorre richiederla per email (si cercherà di soddisfare le richieste in base alle iscrizioni). Gli iscritti sono tenuti alla frequenza di tutte le attività previste dal corso.

Quota e iscrizioni

La quota complessiva del soggiorno è di 100 euro di acconto e 250 euro di saldo per gli operatori studenti, di 100 euro di acconto e 350 euro di saldo invece per gli operatori adulti. Il versamento del saldo avverrà in contanti durante il corso. Comprendente oltre la quota, che la comunità almeno in parte ha contribuito alle spese del corso di formazione, verranno inoltre consegnati il fascicolo dei canti e le dispense dei corsi, le tracce audio mp3 dei canti appresi ed eseguiti e l’archivio del materiale digitale, sul sito internet.

Per trasferire l’acconto degli operatori è possibile versarlo tramite IBAN IT79V07601 01600 000051743474 con causale Corso estivo UL 2024, in altro modo su C.C.P. 51743474, intestato a Associazione Universa Laus – Area Italiana, con causale Corso estivo UL 2024.

Scadenza per iscrizioni il 30 giugno 2024

La disponibilità massima del corso è di 30 posti, il termine ultimo di iscrizione è il 30 giugno 2024, dopo tale data, prima di versare l’acconto, occorrerà verificare la disponibilità dei posti. E’ necessario allegare la copia della ricevuta del pagamento dell’acconto via email, all’indirizzo info@universalaus.it, così che la segreteria provvederà a comunicare l’avvenuta iscrizione insieme alle notizie pratiche e organizzative.