Author: samuelemarchi

Pastorale giovanile: vespri del tempo di Pasqua in Seminario

Nelle domeniche del tempo di Pasqua (il 7, 14 e 28 aprile e il 5, 12 maggio) alla chiesa del Seminario (via Degli Insorti, 56) saranno celebrati i vespri del tempo pasquale.
Il ritrovo, per ogni domenica, è alle 19 con l’Adorazione e, a seguire, alle 19.30, i vespri.
Domenica 21 aprile non ci saranno i vespri in Seminario, perché si terrà la veglia diocesana di preghiera per le vocazioni. Il ritrovo è alle 18.30, con partenza dalla chiesa di Granarolo. I vespri sono a cura dell’area Giovani e Vocazioni della Diocesi.


Schede bibliche per il tempo di Pasqua 2024

Sono disponibili le schede del tempo di Pasqua a cura dell’Apostolato biblico della Diocesi. Le schede offrono riflessioni sui salmi responsoriali della domenica dal 7 aprile al 19 maggio. Le schede sono disponibili in formato cartaceo anche alla libreria Cultura Nuova.

Info: don Pier Paolo Nava 328 4760185; don Luca Ravaglia 347 9645466.

Anche noi arriviamo spesso alla Messa domenicale con le nostre preoccupazioni, le nostre difficoltà e delusioni… La vita a volte ci ferisce e noi ce ne andiamo tristi, verso la nostra “Emmaus”, voltando le spalle al disegno di Dio. Ci allontaniamo da Dio. Ma ci accoglie la Liturgia della Parola: Gesù ci spiega le Scritture e riaccende nei nostri cuori il calore della fede e della speranza, e nella Comunione ci dà forza. Parola di Dio, Eucaristia. Leggere ogni giorno un brano del Vangelo. Ricordatelo bene: leggere ogni giorno un brano del Vangelo, e le domeniche andare a fare la Comunione, a ricevere Gesù. Così è accaduto con i discepoli di Emmaus: hanno accolto la Parola; hanno condiviso la frazione del pane e da tristi e sconfitti che si sentivano, sono diventati gioiosi. Sempre, cari fratelli e sorelle, la Parola di Dio e l’Eucaristia ci riempiono di gioia. Ricordatelo bene! Quando tu sei triste, prendi la Parola di Dio. Quando tu sei giù, prendi la Parola di Dio e va’ alla Messa della domenica a fare la Comunione, a partecipare del mistero di Gesù. Parola di Dio, Eucaristia: ci riempiono di gioia. (papa Francesco)

Le schede da scaricare

copertina schede tempo di pasqua 2024

00 – Testi dei Vangeli Pasqua B PDF

01 – Schede SL 2TPB PDF

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06 – Schede SL 7TPB PDF

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Il vescovo Mario: “La Risurrezione di Dio libera l’umanità dalla schiavitù”

La Settimana Santa ci esorta a vivere Cristo, possedere la sua capacità di contrastare e di battere il male col bene, la sua forza di perdonare, di sconfiggere l’egoismo, la tirannide degli idoli, la sete di potere e di dominio sull’altro. La croce su cui sale Gesù non è segno di sottomissione al male, non è resa al peccato, bensì dimostrazione di una volontà tenace di combatterli, sino alla fine. Alla croce del Figlio, momentanea vittoria del male, risponde la potenza del Padre che lo libera dalla corruzione del sepolcro.  “Sia per ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, in particolare per gli ammalati e per i poveri, per gli anziani e per chi sta attraversando momenti di prova e di fatica, un passaggio dalla tribolazione alla consolazione. Non siamo soli: Gesù, il Vivente, è con noi per sempre”, augura papa Francesco.

Ecco la via della nonviolenza, che non è passività bensì netta opposizione al male col bene, costruzione di una umanità alternativa, non con mezzi «carnali», bensì spirituali, come soleva definirli Jacques Maritain. La Pasqua come segno di misericordia e speranza, a cominciare dagli esclusi e dagli scartati della nostra società dell’effimero. Oggi, in particolare, occorre riconoscere che il capitalismo finanziario, assolutizzando il profitto a breve termine e favorendo una speculazione senza limiti, e che è soggetto a crisi ricorrenti, sta avendo influssi devastanti sulla democrazia. Pertanto, volendo analizzare la crisi politica odierna, occorre portare l’attenzione sul rapporto tra capitalismo e democrazia, che assume configurazioni diverse nel corso del tempo. Se, nella prima parte della seconda metà del Novecento, si è attuato un compromesso tra capitalismo e democrazia, da allora ad oggi – la finanza, con la complicità della stessa politica, ha preso il sopravvento sull’economia reale, il capitalismo si è finanziarizzato –, quel compromesso è stato spazzato via e, con l’avvento del nuovo capitalismo, si è modificata pure la democrazia. Pur riconoscendo che, con i suoi aspetti positivi, il capitalismo ha arrecato indubbi vantaggi a quei popoli più poveri, che hanno saputo cogliere le opportunità offerte dal mercato internazionale, con i suoi aspetti negativi ha danneggiato gravemente la vita sociale e la stessa economia produttiva, e sta portando i sistemi democratici a mostrare la corda, stressandoli con un progressivo ridimensionamento dei diritti sociali ed economici dei cittadini.

La Risurrezione di Dio libera l’umanità dalla schiavitù, apre le porte ad una storia di libertà e di conquista del bene, di immortalità. Con la risurrezione del Figlio stabilisce per ciascuno di noi un futuro di vittorie sul male, di piena comunione con Lui. La luce che sfolgora il mattino di Pasqua non è semplicemente la luce del sole o di una stella luminosissima. È Cristo, risorto dai morti, l’Uomo Nuovo. Chi, mediante la fede, partecipa alla sua lotta contro il male e alla sua vittoria sulle tenebre, costituisce, con Lui, un popolo nuovo: il «popolo di Dio», che cammina nel tempo e combatte le potenze nemiche della Luce vera. In questo giorno che annuncia, con la risurrezione di Cristo, la nascita di una nuova umanità, trasformata dallo stato di non-popolo in popolo santo, fatto di sacerdoti, acquistato e radunato da Dio Padre, pensiamo ad accelerare il passo sulla costruzione di un mondo più pacifico. La comunità che nasce da Cristo e dal dono del suo Spirito porta i connotati di un popolo in marcia, determinato a combattere ogni forma di male, di disumanizzazione, di ingiustizia, di sfruttamento, di schiavitù fisica, morale e spirituale. Cristo, a differenza di quanto ritengono i benpensanti di oggi, non corrompe e non indebolisce l’uomo, bensì lo corrobora, perché gli dona Dio e, quindi, la Sua capacità di volere e di attuare il vero e il bene, di lottare contro l’iniquità. Occorre ripartire dalla Pasqua. Essa ci testimonia che l’uomo nuovo è possibile.

La Pasqua fa della vita una festa continua ed è condizione per ogni persona di sentirsi veramente libera e responsabile, protesa verso un futuro di speranza. Dopo l’incarnazione, la nostra umanità non può più considerarsi estranea al Verbo che si è fatto carne e che sottopone l’umano e tutto il creato ad un impulso di rinnovamento. Per meglio pensare e lavorare al mondo che verrà non stacchiamoci da Cristo risorto, sempre all’opera nella storia. In essa, Egli ha sparso semi di bene, ha già fatto germogliare un’umanità nuova, più capace di vero, di bene e di Dio.

da Interris.it

Messa Crismale. Il vescovo Mario: “Ognuno di noi è mandato ad annunciare il Vangelo”

Nella mattinata di giovedì 28 marzo, in Cattedrale, si è celebrata la Messa Crismale presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. Di seguito riportiamo la sua omelia.

L’omelia del vescovo Mario Toso: la benedizione degli olii santi

Eccellenza Reverendissima Mons. Claudio Stagni, cari confratelli nel presbiterato e nel diaconato, cari ministranti, giunti alla soglia del Triduo pasquale, della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, la Chiesa ci riunisce per celebrare «Colui che ci ama e che ci ha liberati con il suo sangue». Radunati nel suo nome, in questi giorni santi ci viene donato di vivere in maniera particolare e – potremmo dire – più intensa, tutta la ricchezza del mistero pasquale, che si espande e viene celebrata in ogni altro giorno dell’anno. Ogni celebrazione, ogni Messa, la Liturgia delle Ore, l’Anno liturgico, i ministri ordinati, la Chiesa stessa, hanno la missione di compiere la misteriosa contemporaneità fra la Pasqua di Cristo, Sommo sacerdote e lo scorrere del tempo, il nostro «oggi».

Cristo è sempre presente e vivo, è Alfa e Omega, è il vero Sacerdote che continua ad agire mediante i sacramenti e la vita di fede di ogni suo discepolo.

«Per questo» lo Spirito Santo discende sugli uomini, «per questo» ognuno di noi, unto dallo Spirito del Signore, è mandato ad annunciare la buona notizia: come l’acqua viva trabocca dal bicchiere colmo che incessantemente viene riempito, così l’amore di Dio irrompe nella nostra quotidianità, con vivacità e semplicità, per renderci cristallini e limpidi come Lui. Tutti siamo chiamati a rinnovare la nostra vita ad immagine del suo amore vivo, capace di vincere ogni morte e sofferenza. Ogni battezzato, morto in Cristo, è chiamato a risorgere a vita nuova, pulsante amore infinito, gioia che nessuno può togliere.

Oggi, in modo particolare, mi rivolgo a voi cari presbiteri, che fra poco la liturgia mi farà chiamare «figli». Cari presbiteri, proprio nella notte in cui veniva tradito, il Signore ha scelto degli uomini, e fra di essi anche noi, per annunciarlo, per renderlo presente nello spezzare il pane, per amarlo in maniera totale e del tutto unica. Vi invito a far risuonare nella vostra preghiera la frase di Isaia, ricercandone sempre più il senso profondo: «per questo mi ha mandato». Lui ci ha scelti e inviati. Ci ha desiderati e amati al di là dei nostri successi o insuccessi pastorali. Prima di “fare i sacerdoti”, siamo stati ordinati per unirci e conformarci «intimamente» a Lui, il grande Sacerdote. Solo dall’unione reale, intima, ardente con il Signore Gesù deriva il nostro servizio gioioso verso il Popolo a noi affidato.  Questo è il contenuto delle promesse che rinnoveremo fra poco scegliendo di «rinunciare a noi stessi», «lasciandoci guidare», «per condurre tutti a Gesù Cristo, unica fonte di salvezza», perché «il Signore ci custodisca nel suo amore e conduca tutti noi, pastori e gregge, alla vita eterna», nel suo Regno di amore e di pace.

Gli olii che benedirò e consacrerò saranno un segno di quella comunione che ci dovrà sempre compenetrare e animare. Da questa Cattedrale, verso tutte le parrocchie e le famiglie della Diocesi, saranno come un profumo soave che diffonderà la presenza dello Spirito Santo: in coloro che chiederanno il Battesimo, nella sofferenza di chi è piegato dalla malattia, nella gioia di chi verrà confermato nella fede.

Signore Gesù, confermarci nel tuo servizio perché tutti possano riconoscere che nella tua croce e nella tua risurrezione l’amore e la vita sono davvero «per sempre». Amen.

                                          + Mario Toso


Consegna della croce diocesana 2024 – Pastorale Giovanile Faenza

Fossolo– Organizzata dall’ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, è tornata puntuale anche quest’anno la Festa dei Giovanissimi per tutti i ragazzi di prima e seconda superiore della nostra Diocesi, con all’interno la Veglia per la consegna della Croce.

Sabato scorso, a Fossolo (frazione di Faenza) sono stati circa 80 i partecipanti all’evento che ha visto come primo momento una testimonianza di Antonio Verna sulla figura di Padre Daniele Badiali: Verna, da oltre 40 anni volontario del movimento “Organizzazione Mato Grosso”, più volte partito come missionario in Perù, ha tracciato un personale e sentito ritratto del sacerdote faentino che, nell’estate del 1991, fu inviato come missionario fidei donum dalla nostra diocesi a svolgere il ruolo di parroco di San Luís, sulle Ande peruviane. Molte le canzoni di Padre Daniele che sono state accennate e hanno punteggiato – come una sorta di bussola spirituale – il racconto, molto apprezzato dai giovani presenti che, in buona parte, non conoscevano la figura di Badiali. Sono stati diversi gli spunti di riflessione che si sono potuti cogliere: la gioia nel procurare la felicità degli altri, gli imprevedibili effetti dell’amore fraterno, la vuota vanità di chi guarda solo se stesso e la fondamentale chiamata ad aprirsi all’opera dello Spirito Santo anche nelle difficoltà che la vita ci presenta.

A seguire, il Direttore della PG Don Massimo Geminiani ha guidato la Veglia di preghiera nel corso della quale i ragazzi di seconda superiore hanno ricevuto la Consegna del segno della Croce, una delle tappe del percorso diocesano verso la Professione di Fede. Proprio a partire dalla figura di Padre Daniele e in vista delle imminenti festività pasquali, Don Massimo ha ricordato ai giovani che «prendere la croce significa fare nostro l’Amore di Cristo e vivere la nostra esistenza come un dono incessante, (…) che sfocia nella vittoria sul peccato, nella pienezza di vita del Risorto

Infine, la Festa si è conclusa con un’ottima cena preparata dai volontari degli “Amici del Perù” e con un momento di gioco a squadre sul tema delle prossime Olimpiadi 2024 di Parigi.


Chiusura Uffici Curia dal 28 marzo al 6 aprile. Riapertura lunedì 8

Gli uffici della Curia diocesana che hanno sede in Viale Stradone 30 nei locali del Seminario, resteranno chiusi per le festività pasquali da giovedì 28 marzo a sabato 6 aprile. Riapriranno lunedì 8 aprile.
Gli uffici della Curia sono aperti al pubblico il martedì e il giovedì dalle 9.00 alle 12.30. La Curia diocesana è l’insieme degli organismi e delle persone che aiutano il vescovo nel governo della Diocesi, soprattutto nel dirigere l’attività pastorale, nel curare l’amministrazione della diocesi come pure nell’esercitare la potestà giudiziaria.

Tel: 0546 21642
E-mail: curia@diocesifaenza.it

Corso Pastorale della salute: esplorando il significato del malato nella comunità

La scuola di teologia San Pier Damiani presenta il Corso Pastorale della Salute 2024, basato sul passo evangelico “…ero…,malato e mi avete visitato…” (Mt 25, 36). Il corso si terrà tutti i mercoledì di aprile e i primi due di maggio (mercoledì 1 maggio escluso) dalle 20:30 alle 22 e offre un’ampia panoramica sulla presenza del malato nella Bibbia, nel magistero, nell’aspetto psicologico e relazionale. Rivolto ai ministri straordinari della comunione eucaristica e a chiunque desideri approfondire questo argomento. Le lezioni si svolgeranno a Faenza presso viale Stradone 30. La quota di partecipazione è di 30 euro, per iscriversi e ulteriori informazioni, contattare scuolateologiafaenza@gmail.com entro il 2 aprile.


Mercoledì 27 marzo la Via crucis cittadina “una povertà che arricchisce”

Una via Crucis che unirà povertà e sofferenze legate all’alluvione quella che si terrà mercoledì sera in città. Punto di partenza sarà infatti alle 20.30 alla chiesa di San Francesco, uno dei luoghi simbolo della storia faentina, ma anche dell’alluvione nel centro città. Qui trovano infatti spazio la Caritas parrocchiale, le sedi del gruppo scout Faenza 1, le aule del catechismo, il circolo Anspi: tanti luoghi di incontro sommersi un anno fa da una vera e propria fiumana. Acqua e fango hanno inondato la chiesa, il convento, il refettorio, le aule per i giovani, le stanze di catechismo, scout e Caritas, senza contare il chiostro che si era trasformato in una palude di fango e detriti. I danni non hanno riguardato la struttura, ma sono andati persi paramenti liturgici, libri, tutti gli armadi della sagrestia che ancora oggi porta i segni del disastro.

Molto è stato fatto in questo anno, ma restano i danni al coro ligneo della chiesa, difficilmente recuperabile e a una pala.
La Via Crucis cittadina che quest’anno sarà particolarmente densa di significati, si snoderà lungo le quattordici stazioni concludendosi, come di consueto, in Cattedrale. L’organizzazione è stata curata dai parroci e dal vicariato urbano di cui monsignor Mariano Faccani Pignatelli è il priore. «Abbiamo scelto come simbolo della via Crucis cittadina – spiega monsignor Pignatelli – un busto di Cristo del ceramista castellano Angelo Biancini. La scultura è particolarmente significativa per la sua espressività: al solo guardarla si desume il carico di sofferenza umana del Cristo, traslata però in termini contemporanei».

Tema della Via Crucis di quest’anno “Una povertà che arricchisce” con tanti messaggi di Papa Francesco. «La povertà di Cristo che ci arricchisce – ha ribadito più volte il pontefice– è il suo farsi carne e prendere su di sé le nostre debolezze e i peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. La povertà di Cristo è la sua più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. È ricco come lo è un bambino che si sente amato , ama i suoi genitori e non dubita del loro amore e della loro tenerezza. Lo scopo del farsi povero di Gesù – si legge ancora nei messaggi del papa – non è la povertà in sè stessa, ma come dice san Paolo “perchè voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. È una sintesi della logica di Dio, dell’amore, dell’Incarnazione e della croce. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio pietismo filantropico»». Papa Francesco ha sempre cercato di mettere al centro del suo pontificato i poveri, gli ultimi e le situazioni di estrema indigenza di tanti paesi del mondo. «Nel contesto mondiale dove ci sono decine di conflitti e situazioni di crisi che rischiano di trasformarsi in guerre – spiega monsignor Pignatelli – ci è sembrato importante porre l’attenzione su questo argomento, in contrasto con la logica del mondo e la corsa alla ricchezza a danno dei più poveri”.

Alcuni testi della Via Crucis parlano infatti della miseria declinata in tre forme: la miseria materiale, quella morale e la miseria spirituale e di come sopruso e potere distorto siano all’origine della povertà che attanaglia il pianeta. «Il nostro impegno – si legge in uno dei messaggi di Papa Francesco – si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi. Quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze». Riguardo alla miseria morale definita dallo stesso pontefice «suicidio incipiente» essa consiste nel «diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie – si legge nel testo della Via Crucis – sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri è soggiogato da alcol, droga o pornografia. Quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste o dalla mancanza di lavoro». Il cammino di preghiera della Via Crucis toccherà poi il tema della miseria spirituale «che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore – si legge nel testo – Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera».
Il rimedio per questo male è il Vangelo, secondo il messaggio del Papa «il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente. Siamo fatti per la comunione eterna e il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e speranza».

Chiave dell’intera Via Crucis sarà un messaggio di speranza: «essere uniti nell’amore e nella solidarietà, continuando a prendersi per mano, perché le ferite dell’alluvione sono ancora aperte – ha sottolineato Monsignor Pignatelli – molti non sono ancora potuti rientrare nelle loro case. Ci vorrà ancora tempo prima di poter tornare alla normalità. Tanti edifici attendono un iter ancora lungo prima di poter tornare al loro originario splendore». La solidarietà da sola, però, non basta. Secondo monsignor Pignatelli «solo rinnovando il nostro cuore con Cristo possiamo pensare di fare del bene agli altri e al mondo. Se restiamo uniti a Lui possiamo aprire con coraggio strade nuove di evangelizzazione. Si tratta infatti – ha aggiunto – di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori e ci è andato pieno d’amore»..


Calvari: apre la mostra al Museo Diocesano

Opere salvate e riemerse dal fango, che ritrovano una nuova luce con l’avvicinarsi della Pasqua. L’unione di tre istituti museali di Faenza – il Museo Diocesano, il Museo Guerrino Tramonti e il Museo Carlo Zauli – ha portato alla realizzazione di un percorso legato alla Via crucis dal titolo “Calvari”, che ha luogo in due sale, riaperte solo ora al pubblico, al Museo Diocesano (piazza XI febbraio, 10, Faenza).

Via Crucis d’autore in sinergia con il Museo Zauli e il Museo Guerrino Tramonti

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“La collaborazione tra Museo Diocesano, Museo Guerrino Tramonti e Museo Carlo Zauli – ha detto don Mariano Pignatelli, direttore del Museo Diocesano di Faenza – mette in evidenza come questi poli possono mandare non solo messaggi di arte e cultura, ma anche di fede”.

Le formelle di Guerrino Tramonti

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L’esposizione metterà in scena alcune prove di formelle che l’artista Guerrino Tramonti realizzò per il Crocifisso della Chiesa del Paradiso e che sono state recuperate dagli scantinati del museo nei giorni successivi all’alluvione. “Abbiamo salvato dal fango una copia dell’originale crocifisso che Guerrino Tramonti donò alla Chiesa del Paradiso nel 1984 – spiega Milena Camposano Tramonti – un’opera particolarmente complessa perché composta da nove parti e passata in forno per ben tre volte; l’ultimo passaggio prevede la polvere di vetro che dà questo effetto cristallino”. Niccolò Bosi, presidente del Consiglio Comunale, ricorda che “dagli scantinati uscivano opere d’arte che sembravano provenire da un sito archeologico, è nata così l’idea di organizzare questa Mostra. Un segno forte sia della sofferenza vissuta, sia di rinascita”.

La Via Crucis di Carlo Zauli

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Anche dal Museo Carlo Zauli sono ‘riemerse’ dalle cantine circa 1500 stampi e gessi, oltre alle formelle della Via Crucis esposte nella mostra. “La plasticità di queste forme è diversa da tutte le altre – ha sottolineato Monica Zauli, che per l’omonimo Museo cura l’archivio oltre agli allestimenti e la didattica – e sono le copie dell’originale smaltata di cui non conosciamo il committente. Risale al decennio che va dagli anni ’40 a metà degli anni ’50, periodo in cui mio padre si dedicò alle vie crucis”.

Il restauro di un ovale di terracotta grazie alle Lioness

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Il terzo filone di opere è fornito dal Museo Diocesano di Faenza che espone una Via Crucis del Comerio oltre a un ovale del XVIII in terracotta monocroma, sempre parte delle collezioni del Museo, che verrà restaurato grazie al contributo del Lions club Faenza Lioness per opera di Michele Pagani: “Siamo particolarmente grati a Simonetta Baroncini, Presidente del Lions club Faenza Lioness  – ha detto Giovanni Gardini, vice direttore del Museo – per l’attenzione rivolta alla nostra istituzione museale. Sponsorizzare il restauro di un’opera d’arte significa infatti restituire un patrimonio a tutta la comunità faentina e non solo. L’occasione di un restauro, inoltre, è sempre un tempo prezioso di studio e di indagine e ci aspettiamo delle scoperte anche per questa bellissima opera raffigurante la crocifissione di Cristo”.

“Calvari” sarà visitabile il venerdì dalle 16 alle 18.30sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30 fino al 28 aprile.