Author: samuelemarchi

La Diocesi di Faenza-Modigliana alla Settimana sociale dei cattolici di Trieste (3-7 luglio)

Dopo un percorso che ha visto incontri pubblici e serate di confronto, la Diocesi di Faenza-Modigliana si appresta a partecipare alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani che si svolgerà a Trieste dal 3 a 7 luglio. Questa 50esima edizione ha per titolo “Al cuore della democrazia”.

La Settimana Sociale vuole essere un crocevia di persone e progetti diversi, un luogo per condividere il presente e immaginare insieme il futuro, ricercando sempre nuove vie per costruire il bene comune. Lo scopo della Settimana Sociale è di coinvolgere e valorizzare la presenza e l’impegno delle Buone Pratiche che esistono sul territorio nazionale per favorire la partecipazione di tutti i cittadini: le Buone Pratiche sono iniziative che testimoniano modalità di partecipazione che rinsaldano i legami sociali, valorizzano il ruolo delle persone, rendono viva e concreta la democrazia.

Da segnalare, a livello diocesano, le tante occasioni di confronto proposte in questi mesi con autorevoli relatori (Ernesto Preziosi, Bruno Bignami) e la divulgazione di libri e approfondimenti per arrivare preparati a questo appuntamento.

Oltre al vescovo, monsignor Mario Toso, la delegazione diocesana a Trieste è composta, tra gli altri, dall’incaricato alla Pastorale sociale, Flavio Venturi, dal vice incaricato don Luca Ghirotti e da Erika Ercolani. Verranno in rappresentanza delle buone pratiche presentate dal nostro territorio: Gianluca Baccarini e Luca Cavallari.


Pastorale sociale: incontri a Brisighella (1 luglio) e Bagnacavallo (9 luglio) su lavoro e comunità energetica

Quale settimana sociale dei cattolici per noi? È questo il titolo di una serie di incontri promossi nelle prossime settimane dalla Pastorale sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana. Tra i temi: la proposta di legge Cisl su lavoro e partecipazione e la buona pratica delle comunità energetiche. Il 31 maggio scorso, infatti, è stata costituita la comunità energetica rinnovabile “Ecologia integrale società cooperativa”. Una cooperativa di condivisione dell’energia elettrica rinnovabile, a scopo spiccatamente sociale. La Commissione costituita dal vescovo monsignor Mario Toso ha fatto la scelta di rendere agile la nascita della cooperativa coinvolgendo i primi tredici enti (tra cui diverse parrocchie), i cui rappresentanti legali si sono impegnati nell’approfondire e vagliare il lavoro svolto dalla Commissione e affidare la guida al primo Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo ha intrapreso i lavori proseguendo quelli della Commissione e in queste settimane sta riunendosi per le prime scelte significative. Il Consiglio ha pensato di coinvolgere fin da subito e in modo particolare tutti gli enti e le famiglie che hanno manifestato l’interesse per la comunità energetica, organizzando due appuntamenti.

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Quale Settimana sociale dei cattolici per noi?

Il primo incontro, a Brisighella, si terrà lunedì 1° luglio al cinema Giardino (via Fossa 16) alle 20.30. Il secondo incontro sarà martedì 9 luglio a Bagnacavallo, sempre alle 20.30, nei locali della pieve di San Pietro in Silvis. Saranno due serate i cui contenuti si ripeteranno, in luoghi agevolmente raggiungibili da tutto il territorio diocesano. Insieme ai volontari del settore di Pastorale sociale si approfondirà il tema della Settimana sociale dei cattolici (Trieste, 3-7 luglio), e si spiegherà come entrare nella comunità energetica, modo concreto di partecipazione a un progetto sociale. Saranno condivise anche le tempistiche e gli impegni che il Consiglio di Amministrazione sta ipotizzando.

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Sono invitati soprattutto i parroci, i membri dei consigli degli affari economici parrocchiali, i legali rappresentanti delle scuole paritarie cattoliche con i loro consigli degli affari economici, i presidenti dei circoli e i loro collaboratori, coloro che hanno compilato la manifestazione di interesse. Per estendere la partecipazione a tutti i soggetti (alle famiglie e aziende), il Consiglio vuole prendersi ancora qualche mese di tempo, soprattutto per la stesura del Regolamento e per avviare la gestione della cooperativa. Ciò non toglie che tutti possano partecipare a questi due incontri ed esprimere il loro interessamento.

Per info: pastoralesociale@diocesifaenza.it; com.energetiche@diocesifaenza.it


Suor Maria Immacolata dell’Istituto Ghidieri è tornata alla Casa del Padre. Il 19 giugno le esequie a Sant’Agostino

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Suor Maria Immacolata della Santa Casa di Nazareth è tornata, il 15 giugno scorso, alla Casa del Padre.

È nata a Dovadola (Forlì-Cesena) il 28 agosto nel 1936. All’età di 13 anni entra nel Collegio dell’Istituto Ghidieri per imparare a lavorare il telaio. Rientrata a casa, all’età di 20 anni matura la scelta della vita consacrata e entra nell’Istituto Ghidieri delle Suore Lauretane del Terz’Ordine di San Francesco (dal 2011 confluite nella Congregazione delle Francescane Ancelle di Maria). Il 18 novembre 1957 viene ammessa al Noviziato. Il 2 marzo 1959 emette la Prima Professione e il 6 aprile 1964 con la Professione Perpetua esprime il suo definito alla chiamata del Signore. Negli ultimi anni era superiora della comunità Istituto Ghidieri di Faenza dove ha sempre vissuto. E’ deceduta il 15 giugno scorso all’età di 87 anni Il funerale sarà celebrato mercoledì 19 giugno alle ore 10.30 alla Chiesa Parrocchiale di Sant’Agostino


Il vescovo Mario a Roma presenta il libro “Chiesa e democrazia”

toso e zuppi
Il 12 giugno scorso il vescovo, monsignor Mario Toso, è stato a Roma per presentare  la sua pubblicazione “Chiesa e democrazia”. All’incontro promosso dall’Università degli studi Link era presente come relatore anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei. All’incontro era presente un ampio pubblico di senatori e deputati dell’intero arco parlamentare, diplomatici dei cinque continenti, magistrati e Grand Commis dello Stato, presidenti di enti pubblici e amministratori delegati di aziende, leader di organizzazioni imprenditoriali e sindacali.
“I partiti sono il tronco che collega le radici della società civile con i rami delle istituzioni, ma al momento non c’è nessuna linfa”, ha detto il Vescovo Mario nel corso dell’incontro. La democrazia, ha aggiunto, “è una sfida per i cittadini a essere migliori nella vita quotidiana” e “una sfida dell’uomo a se stesso”. Le Settimane Sociali dei Cattolici in Italia di Trieste, previste per la prima settimana di luglio e che vedranno la partecipazione di Papa Francesco, serviranno per capire che tipo di democrazia volere e pensare a riforme che favoriscano la partecipazione. Sono questi problemi sollecitati dalla dottrina sociale della Chiesa. In un contesto in cui, paradossalmente, è la stessa Chiesa “a rafforzare la laicità”, “i parlamenti non hanno nulla da temere dai vescovi”, mentre è indispensabile una presenza dei cattolici in Parlamento.
Il cardinale Matteo Zuppi ha sottolineato: “È la bellissima Dottrina sociale della Chiesa. Questa non è di parte, è la parte. Non è esclusiva, è di tutti. Per difendere la laicità non si usa la spada, ma la la vita, il cuore, la mente, le mani. La bellezza si impone ed è chiarissima, senza ambiguità, libera, non si piega agli interessi, ma piega gli interessi all’attenzione alla persona”.

Ucid: riflessione del vescovo Mario sulla democrazia in vista della Settimana sociale dei cattolici

Il vescovo di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, in un convegno promosso a Ravenna dall’Ucid – Sezione di Ravenna-Faenza-Imola, assieme al prof. Ernesto Preziosi ha affrontato il tema “Libertà e potere. La questione della democrazia” con particolare riferimento alla crisi della democrazia, in vista della Settimana sociale dei cattolici in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio prossimo.

“In un contesto di terza guerra mondiale, in cui viene a prospettarsi una nuova configurazione dell’Occidente europeo rispetto alle grandi potenze mondiali emergenti – ha detto il presule -, sembra essere messa in crisi la «promessa» fondamentale che la modernità aveva immesso nel genoma della democrazia: l’emancipazione della soggettività e la liberazione dalle catene del dominio eteronomo per essere realmente autonomi e, per questo stesso, più liberiMa se alla fine del secolo scorso la democrazia sembrava poter affermarsi in tutto il mondo, all’inizio di questo secolo appare ovunque in crisi. La sua promessa di libertà per tutti i popoli viene indebolita sia sul piano del funzionamento delle istituzioni democratiche (istituzioni di governo ai diversi livelli – da quello locale a quello internazionale –, parlamenti, partiti), sia sul piano del coinvolgimento popolare nei processi decisionali ed elettorali (si pensi all’astensionismo e alla disaffezione), sia sul piano della sua anima etico-culturale. Nonostante l’accrescimento della comunicazione, prevalgono la frammentazione sociale, l’individualismo utilitarista, che lasciano poco spazio per pensarne il futuro”.

“Sempre più difficile realizzare una democrazia sostanziale”

“Con cittadini e rappresentanti intrappolati in forme populiste e illiberali di democrazia – prosegue monsignor Toso -, diventa sempre più difficile realizzare la democrazia sostanziale, partecipativa, solidale, deliberativa, inclusiva. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, non giova rispetto al suddetto ideale di democrazia il concetto di un’autorità politica intesa prevalentemente come potere, che è un concetto sociologico, ossia inteso come capacità di imporre e di farsi valere sui popoli. Appare, invece, più adeguato il concetto di autorità proposto dalla Dottrina sociale della Chiesa e inteso come capacità di comandare secondo ragione. Tale autorità mira a far crescere i cittadini secondo la loro dignità umana, in tutta la sua pienezza, nel contesto di una corresponsabilità posta al servizio del bene comune”.

Nasce “Ecologia integrale”, la comunità energetica della Diocesi con il supporto di Confcooperative Romagna

Venerdì 31 maggio, visitazione della Beata Vergine Maria. In questo giorno, i soci fondatori della Comunità energetica Ecologia Integrale e la Commissione diocesana per la costituzione delle comunità energetiche hanno deciso di costituire la Cooperativa di autoconsumo di energia elettrica rinnovabile.

La Commissione ha coinvolto i primi soggetti mettendo a frutto lo studio di fattibilità e il primo coinvolgimento diocesano di enti e famiglie attorno al progetto di transizione energetica. Alla presenza del notaio Paolo Castellari, nella sala Battaglia della curia diocesana, il vescovo S.E. Mons. Mario Toso e i soci fondatori hanno firmato l’atto di costituzione e incaricato il primo Consiglio di Amministrazione.

Il Presidente della Cooperativa Comunità Energetica rinnovabile Ecologia Integrale è Giovanni Malpezzi. Angela Esposito ha accettato l’incarico di Vice-presidente. Gli altri membri del Consiglio sono: Andrea Pazzi, Andrea Ercolani, Stefano Lega, don Davide Ferrini, Luciano Caroli, Massimo Alberti, don Luca Ghirotti.

Nei mesi estivi la cooperativa includerà gli enti e le famiglie che hanno già manifestato l’interesse alla partecipazione. In autunno saranno organizzati incontri per spiegare come partecipare alla società e come, nel tempo, verrà implementato  il progetto.

Oggi non si vogliono fornire numeri e fare promesse di particolari vantaggi per le tasche dei soci. Ora partiamo: finanziamenti, investimenti, gestione delle attività. Il tutto si deve “rodare”. Verosimilmente ci vorrà almeno un anno per “prendere il volo”. Una cosa hanno chiara i primi soci e il Consiglio di Amministrazione: il Regolamento e la gestione dei beni andrà fatta declinando il fine sociale e di solidarietà.

La cooperativa ha come nome proprio Comunità energetica rinnovabile Ecologia Integrale.

  • È una comunità prima di tutto: un insieme rilevante di soggetti che si percepisce come corpo in moto per un fine comune. Un movimento popolare: è la comunità che si organizza dal basso per farsi carico di una necessità e una nuova organizzazione. Viviamo il principio di sussidiarietà.
  • È energetica-rinnovabile: risponde all’esigenza della transizione energetica verso l’abbandono delle fonti fossili inquinanti, verso quelle rinnovabili (nel nostro caso l’energia del Sole). Vogliamo custodire il Creato – la Casa comune per le generazioni che ci seguono.
  • È per l’Ecologia Integrale: ogni famiglia e ogni comunità deve aver l’opportunità di partecipare al processo di transizione energetica e aver accesso a quel bene oggi divenuto essenziale come l’energia. Viviamo il principio della solidarietà. Ogni famiglia e ogni comunità deve anche poter godere e partecipare alla costruzione dell’umanesimo integrale aperto al trascendente: la cultura si forma quando le istituzioni formative e scolastiche sono nelle condizioni di riflettere e fare la loro proposta secondo il principio di sussidiarietà e reale parità scolastica.

La Settimana Sociale dei cattolici, che si svolgerà a Trieste ad inizio luglio, tratterà della partecipazione alla democrazia. Se partecipare alla democrazia è assumersi la responsabilità della propria azione lavorativa, sociale, politica, allora, anche la decisione di divenire soci della Comunità Energetica Ecologia Integrale potrà concepirsi come azione concreta di partecipazione sociale.

Si potrà divenire soci sia come persone fisiche (famiglie), che come persone giuridiche (enti ecclesiali, circoli, aziende, associazioni…). Si potrà divenire soci in qualità di produttori, o di prosumer (produttori e consumatori), oppure come puri consumatori. L’ingresso sarà semplice e accessibile a tutti: l’intenzione è quella di dare l’opportunità al maggior numero possibile di famiglie ed enti di partecipare alla transizione energetica nel nostro territorio e divenire promotori di Ecologia Integrale.

Invitiamo tutti a mantenere vigile l’attenzione verso questo progetto e a farsi promotori di esso. I soci e la Commissione affidano il progetto cooperativo a Maria, affinché sul suo esempio eloquente di sapienza materna, i beni della nuova società siano gestiti con responsabilità, per i piccoli che il Signore continuamente ci indica.

 

Don Luca Ghirotti


Alluvione, un anno dopo. Il report della Caritas diocesana

Lunedì 27 maggio, in due incontri pubblici svoltisi nell’aula magna del Seminario di Faenza, la Caritas diocesana ha presentato i dati dell’indagine: “Alluvione – Come è entrata nella vita di ognuno di noi”, sullo stato del nostro territorio a un anno dall’alluvione. All’incontro hanno partecipato il vescovo, monsignor Mario Toso; il direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello; il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Casadio; l’assessore al Welfare del Comune di Faenza, Davide Agresti e Maria Chiara Lama, curatrice del report.

L’indagine è stata redatta a partire da un questionario online rivolto alla comunità diocesana nelle scorse settimane. Dalla situazione abitativa a quella sociale, dal contesto lavorativo a quello famigliare sono diversi i temi che vengono approfonditi dal questionario, al quale hanno risposto 586 persone (donne 72%, uomini 28%). Hanno partecipato all’indagine persone di tutte le fasce di età, in particolare il 55% appartiene alla fascia di età 46-65 anni.

Il report è scaricabile sul sito della Caritas di Faenza-Modigliana (caritasfaenza.it).

 

La questione abitativa e lavorativa

Al centro delle criticità ancora presenti, c’è l’emergenza abitativa. Tra coloro che vivono in quartieri alluvionati, il 44% ha avuto la casa totalmente coinvolta, il 32% parzialmente, il 17% ha avuto garage e cantina alluvionati. Nei giorni subito successivi all’alluvione, tre persone su cinque erano fuori casa. Il 34% è rientrato in un secondo momento, mentre il 24% (118 persone) non è ancora rientrato.

Diverse persone hanno vissuto l’emergenza dovendo cambiare più volte la sistemazione. Il 60% ha dichiarato di essere stati ospitati da parenti e il 30% da amici. Anche l’aiuto spontaneo da parte di persone sconosciute ha dato però un’iniezione di energia e positività.

Il 33% ha perso l’automobile: 33 persone dichiarano di non poterne comprare una nuova anche se ne hanno bisogno.

L’84% delle persone ha dovuto attingere ai propri rispari. Se si fa riferimento solo a chi abita in quartieri alluvionati, la percentuale arriva a 91%. Il 31% ha subito danni nell’attività lavorativa (sede alluvionata, persi i macchinari, persi i clienti) e 10 persone dichiarano di aver perso il lavoro a causa dell’alluvione.

La questione sociologica-relazionale

Alla domanda ‘Come stanno vivendo i tuoi familiari il periodo successivo all’alluvione?’ Le persone hanno dato più risposte, indicando che in tempi diversi le reazioni erano diverse. Spesso c’è stato un periodo di energia e positività e poi uno successivo di tristezza e ansia. Il 59% dichiarano che hanno reagito dandosi da fare, il 31% con tristezza e ansia, il 20% con energia e positività, il 14% rimanendo attoniti.

Per quanto riguarda i propri figli, il 37% ha dichiarato che sono resilienti, il 28% che sono spaventati dall’acqua, il 25% che sono più nervosi e il 15% che sono più legati alla famiglia. Al nervosismo aggiungiamo anche difficoltà a studiare e attacchi di panico. Viene anche segnalato che hanno imparato a donare senza dare nulla in cambio.

Il 48% ha dichiarato che i nonni invece sono più disorientati e confusi, il 27% che la situazione sanitaria è peggiorata. Se hanno perso la casa, la maggior parte (73%) risponde che sono andati a stare da parenti, purtroppo per 5 anziani è stato necessario il ricovero in struttura. Una scelta che, senza l’alluvione, o non sarebbe stata presa o sarebbe stata più avanti nel tempo.

Il pensiero delle persone va spesso all’alluvione con la pioggia e le allerte meteo. Il 66% dichiara di provare ansia e stress. Di questi il 41% ha sentito bisogno di uno psicoterapeuta e di questi 90 hanno iniziato un percorso. 110 persone hanno problemi a dormire.

Molto coinvolta e richiamata al suo dovere è l’amministrazione; si esigono personale competente e il coraggio di agire. È richiesta una progettualità di lungo respiro, non azioni per tamponare nell’immediato. La prevenzione viene evidenziata come il miglior investimento. Vengono sottolineati i momenti di unione e condivisione, ma si teme che, a distanza, si crei una spaccatura tra ‘alluvionati’ e ‘ non alluvionati’ e, ancora più nello specifico tra ‘alluvionati di serie A’ e ‘alluvionati di serie B’.

Le dichiarazioni

 

“A un anno dalle alluvioni in Emilia-Romagna, Caritas Italiana sceglie di restare accanto alle comunità provate dall’emergenza – sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana -. Il 29 maggio 2023, ci siamo recati a Faenza, una delle zone più colpite dagli effetti delle alluvioni. In quella occasione, pur considerando le esigenze contingenti, abbiamo scelto di individuare i bisogni a lungo termine e gli strumenti adatti per farvi fronte. Non si è scelto di costruire solo risposte o interventi immediati, ma soprattutto relazioni di prossimità intense e costanti. Anche grazie alla generosità di tanti, abbiamo contribuito ad avviare percorsi di rinascita, accompagnando le famiglie e le piccole imprese nel loro ritorno all’autonomia”.

“Da scenari drammatici – aggiunge il vescovo monsignor Mario Toso – è emersa la forza della vera fraternità, del dono di sé stessi per gli altri. Abbiamo sperimentato che Dio è sempre all’opera e con il suo Spirito d’amore suscita prodigi di bene che rendono il cammino della ripresa e della ricostruzione meno faticoso, più ricco di speranza. L’aiuto di tante persone generose, di tante Chiese sorelle, di tante istituzioni civili e pubbliche, di volontari, della Protezione civile, delle varie forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco, di giovani, di associazioni, di vari Ordini, compreso l’Ordine Teutonico Militare, hanno reso i nostri giorni meno amari, più colmi di prossimità rincuorante”.

“L’analisi dei dati forniti dai questionari – commenta don Emanuele Casadio, direttore della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana – permette alla Caritas di osservare i fenomeni in corso e programmare interventi futuri, ma sempre partendo dall’azione fondamentale di incontro e vicinanza alle persone coinvolte. Per la Caritas, osservare prima di agire è una metodologia ormai consolidata nel tempo, ma che rischia di venire meno durante l’emergenza, perché l’attenzione si focalizza sui bisogni primari a cui rispondere. A un anno dall’alluvione, invece, abbiamo voluto metterci in ascolto della comunità e comprendere meglio quale è il suo attuale stato di salute, grazie a questa indagine”.

“A dodici mesi dei tragici eventi di maggio scorso tante sono le cose fatte, e tante ancora le cose da fare – ricorda l’assessore al Welfare Davide Agresti -. Sicuramente abbiamo preso coscienza che ricostruire la nostra città non significhi soltanto ripulire le case dal fango, ma anche prenderci cura delle persone, accompagnare e alleviare le ferite meno visibili. Per farlo ci siamo accorti servire lo sforzo di tutti, come nelle concitate settimane subite successive all’alluvione, anche oggi non dobbiamo perdere lo spirito di collaborazione e sussidiarietà che ha contraddistinto l’operato di tutte le istituzioni: pubbliche, pastorali, associative. Il documento voluto e redatto dalla Caritas è segno concreto di questa volontà di approfondimento e dialogo, strumento così necessario per non sottovalutare ogni aspetto delle conseguenze di ciò che è successo, e stimolo per progettualità future”.


Matteo Cattani sarà istituito lettore domenica 2 giugno in Seminario

Domenica 2 giugno alle 19, nella chiesa del Seminario, il seminarista Matteo Cattani verrà istituito lettore. Matteo sta svolgendo il percorso formativo presso il Seminario regionale a Bologna e attualmente frequenta il terzo anno di studi presso la facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna. Il 22 ottobre 2023 era stato ammesso fra i candidati all’Ordine del diaconato e del presbiterato. Compito del lettore istituito è quello di proclamare la parola di Dio durante l’assemblea liturgica. Può anche, se necessario, curare la preparazione degli altri fedeli incaricati di leggere la Sacra Scrittura. Per svolgere tali compiti, il lettore istituito è invitato a meditare assiduamente la Sacra Scrittura, per acquistare ogni giorno più pienamente l’amore e la conoscenza della Sacra Scrittura e divenire un più perfetto discepolo del Signore.


Giovedì 6 giugno, incontro promosso dall’Ucid “Libertà e potere, la questione della democrazia”. Tra i relatori il vescovo Toso

L’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (Sezione Ravenna-Faenza-Imola Gruppo Emiliano-Romagnolo), presentano giovedì 6 giugno dalle 18, a Ravenna nell’aula magna del Palazzo Arcivescovile, in Piazza Arcivescovado 1, l’incontro “Libertà e potere, la questione della democrazia. Il cammino dei cattolici”. Interverranno monsignor Mario Toso (Vescovo Diocesi di Faenza-Modigliana) e il professore Ernesto Preziosi (storico).